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TESTO Cristo, acqua per la nostra sete di assoluto

don Roberto Rossi  

III Domenica di Quaresima (Anno A) (27/02/2005)

Vangelo: Gv 4,5-42 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù 5giunse a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: 6qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. 7Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». 8I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. 9Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. 10Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». 11Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? 12Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». 13Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; 14ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». 15«Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». 16Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». 17Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. 18Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». 19Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! 20I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». 21Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. 22Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. 23Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. 24Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». 25Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». 26Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».

27In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». 28La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: 29«Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». 30Uscirono dalla città e andavano da lui.

31Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». 32Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». 33E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». 34Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. 35Voi non dite forse: “Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura”? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. 36Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. 37In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. 38Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».

39Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». 40E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. 41Molti di più credettero per la sua parola 42e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».

Ricorre in maniera forte in questa liturgia il tema dell'acqua. E' il simbolo della grazia che Dio dona per il suo amore di vero Padre premuroso per i suoi figli. E' il richiamo al Battesimo nel quale Cristo ci ha fatti partecipi della sua salvezza. E' la risposta alla grande invocazione del salmo: L'anima mia ha sete del Dio vivente, quando vedrò il suo volto? Cristo è l'acqua per la nostra sete di assoluto.

L'acqua è la cosa più desiderata nel deserto del popolo ebraico, come nel mezzogiorno di Gesù e della samaritana.
Dio dimostra di essere vicino al suo popolo.

S. Paolo scrive che mentre noi eravamo ancora peccatori Cristo ha dato la vita per noi.

L'amore di Dio è incondizionato. Dio ci ama non perché siamo buoni, ma perché Lui è buono e misericordioso, e ci ama anche quando siamo peccatori, anzi è proprio allora che ci viene a cercare e non si dà pace finché non ci ha portati in salvo, come dice nella parabola della pecorella smarrita.

Gesù è in viaggio; doveva passare in Samaria: deve passare di là per una obbedienza alla sua missione: Il Padre cerca i suoi figli ovunque, anche al di fuori dei confini di quel popolo dei Giudei da cui pure afferma venire la savezza.

Quel giorno Gesù è andato a cercare una povera donna, la samaritana; una donna sporca in senso religioso, era una straniera, una scomunicata; una donna sporca per la debolezza dei suoi affetti e per il suo comportamento.

Gesù è stanco. Gesù si fa povero, bisognoso, assetato: "Donna, dammi da bere!"

Gesù ha scelto un'ora adatta a quella poveretta, un'ora in cui potesse parlare liberamente, non ha voluto neanche la soggezione degli apostoli, che ha mandato a cercare cibo. Comincia ad accostare quell'anima piegandosi, umiliandosi a chiedere, valorizzandola per quel che può dare. Gesù non avvicina il peccatore dall'alto in basso, non lo attacca con parole che feriscono, non si mette a fare prediche. Gesù insegna che il peccatore va trattato bene, va aiutato secondo il suo modo, il suo gusto, il suo bisogno. Insegna che il peccatore va amato e uno quando ama diventa buono, delicato, comprensivo, paziente.

Anche la samaritana potrà convertirsi perché Gesù ha faticato per lei, perché morirà per lei: una fatica espressione di amore, l'amore grande che dà la vita per la persona amata. Inizia un dialogo condotto con grande finezza e verità, con quell'amore che porta nel cuore il Figlio di Dio, venuto per salvare anche la persona più disprezzata e peccatrice.

La samaritana, giunta al pozzo per attingere acqua, si lascia condurre da Gesù sulla via della fede.

"Se tu conoscessi il dono di Dio. chi beve dell'acqua che io gli darò non avrà più sete e questa diventerà sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna".

Solo Dio può riempire la nostra sete. Abbiamo tanti desideri, piani, progetti, cose materiali.ma non siamo felici. Solo Dio basta.

Gesù scava nell'interiorità della donna, per far nascere il lei il desiderio di qualcos'altro. Le propone un'acqua dalle caratteristiche particolari: è data da Gesù e insieme sgorga nell'intimo stesso della donna; estingue la sete per sempre, quindi ha un potere salvifico, permanente.
Poi le dice: "Va a chiamare tuo marito, poi ritorna qui"

Ora che quella creatura si è avvicinata Gesù la porta a riflettere. Difatti prima occorre che il peccatore diventi amico, poi che s'interessi, poi che rifletta. Poteva affrontare la situazione di quella coscienza impetuosamente come un profeta, invece l'affronta con la bontà più grande possibile. Trova il modo di lodarla per qualcosa, ed è una lode sincera. Gesù insegna a trovare il bene in tutti, anche in chi è perduto.

Perché Lui possa diventare l'Uomo che cambia la sua vita, la donna è invitata a rinunciare alla sua vita vecchia, a consegnare a lui tutto il suo passato, le sue difficoltà matrimoniali, la sua travagliata vita affettiva, simbolo di tutto il suo peccato, dei suoi falsi idoli.

La grazia di Dio è sempre per tutti e in abbondanza. E la grazia viene gratuitamente, la persona non se l'aspetta. La samaritana non si aspettava un momento così forte di conversione e di santità, quando Gesù le legge nel cuore, le fa prendere coscienza della sua situazione, le parla dei suoi problemi, e soprattutto quando le rivela la verità più grande e lei può aprire gli occhi, può cambiare la vita: "il Messia? Sono io che parlo con te!"

Questa pagina di vangelo fa capire quanto è vero ciò che scrisse S. Teresa del Bambin Gesù: "Non si ha mai sufficiente confidenza nel Signore, così potente e così misericordioso".

E' interessante anche la grande apertura che Gesù dà al culto e al rapporto con Dio. "Credimi donna, né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. Ma è giunto il momento ed è questo in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità.

Il dialogo di Gesù con la samaritana si conclude con la solenne dichiarazione: "Sono io". Gesù rivela così la profondità del suo mistero: come il roveto ardente manifestò a Mosè la presenza e la cura di Dio per il suo popolo, così Gesù costituisce la rivelazione piena della paternità di Dio, la presenza della salvezza, il salvatore che si è fatto uomo per noi.

Tornano i discepoli e Gesù parla loro che "suo cibo è fare la volontà del Padre", cioè cercare la salvezza di ogni persona. E la samaritana dopo questo incontro con Gesù si fa missionaria presso i suoi paesani: racconta la sua testimonianza, suscita interrogativi riguardo a "quest'uomo", crea in loro il desiderio di conoscerlo e di ascoltarlo. Giungono così alla fede perché una donna ha parlato di Gesù e loro ne sono rimasti attratti. E la loro fede giunge a maturazione attraverso l'incontro personale e diretto con la parola di Gesù: "noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo".

Egli è colui, come dice S. Paolo, che è venuto a cercare chi era perduto, che è morto per noi, quando ancora eravamo peccatori.

Anche noi possiamo pregare: Signore tu sei veramente il salvatore del mondo: dammi dell'acqua viva, perché non abbia più sete di cose materiali. Tu sei l'acqua che disseta ogni nostra insoddisfazione, ogni nostro desiderio, tutto il nostro bisogno di salvezza.

 

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