PERFEZIONA LA RICERCA

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Ancora resistenza

don Angelo Casati  

I domenica T. Avvento (Anno A) (13/11/2016)

Vangelo: Mt 24,1-31 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 24,1-31

1Mentre Gesù, uscito dal tempio, se ne andava, gli si avvicinarono i suoi discepoli per fargli osservare le costruzioni del tempio. 2Egli disse loro: «Non vedete tutte queste cose? In verità io vi dico: non sarà lasciata qui pietra su pietra che non sarà distrutta».

3Al monte degli Ulivi poi, sedutosi, i discepoli gli si avvicinarono e, in disparte, gli dissero: «Di’ a noi quando accadranno queste cose e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo».

4Gesù rispose loro: «Badate che nessuno vi inganni! 5Molti infatti verranno nel mio nome, dicendo: “Io sono il Cristo”, e trarranno molti in inganno. 6E sentirete di guerre e di rumori di guerre. Guardate di non allarmarvi, perché deve avvenire, ma non è ancora la fine. 7Si solleverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno carestie e terremoti in vari luoghi: 8ma tutto questo è solo l’inizio dei dolori.

9Allora vi abbandoneranno alla tribolazione e vi uccideranno, e sarete odiati da tutti i popoli a causa del mio nome. 10Molti ne resteranno scandalizzati, e si tradiranno e odieranno a vicenda. 11Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti; 12per il dilagare dell’iniquità, si raffredderà l’amore di molti. 13Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. 14Questo vangelo del Regno sarà annunciato in tutto il mondo, perché ne sia data testimonianza a tutti i popoli; e allora verrà la fine.

15Quando dunque vedrete presente nel luogo santo l’abominio della devastazione, di cui parlò il profeta Daniele – chi legge, comprenda –, 16allora quelli che sono in Giudea fuggano sui monti, 17chi si trova sulla terrazza non scenda a prendere le cose di casa sua, 18e chi si trova nel campo non torni indietro a prendere il suo mantello. 19In quei giorni guai alle donne incinte e a quelle che allattano!

20Pregate che la vostra fuga non accada d’inverno o di sabato. 21Poiché vi sarà allora una tribolazione grande, quale non vi è mai stata dall’inizio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà. 22E se quei giorni non fossero abbreviati, nessuno si salverebbe; ma, grazie agli eletti, quei giorni saranno abbreviati.

23Allora, se qualcuno vi dirà: “Ecco, il Cristo è qui”, oppure: “È là”, non credeteci; 24perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi segni e miracoli, così da ingannare, se possibile, anche gli eletti. 25Ecco, io ve l’ho predetto.

26Se dunque vi diranno: “Ecco, è nel deserto”, non andateci; “Ecco, è in casa”, non credeteci. 27Infatti, come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. 28Dovunque sia il cadavere, lì si raduneranno gli avvoltoi.

29Subito dopo la tribolazione di quei giorni,

il sole si oscurerà,

la luna non darà più la sua luce,

le stelle cadranno dal cielo

e le potenze dei cieli saranno sconvolte.

30Allora comparirà in cielo il segno del Figlio dell’uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria. 31Egli manderà i suoi angeli, con una grande tromba, ed essi raduneranno i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all’altro dei cieli.

Io - lo confesso - da questo brano del vangelo di Matteo, esco un po' frastornato. Non so voi. Sono un vecchio prete e devo confessare che, dopo anni e anni, capisco e non capisco. E' vero che i grandi biblisti ci tengono a dire che queste pagine appartengono a una letteratura apocalittica e che le immagini non vanno prese alla lettera, appartengono a un genere letterario. Ma faccio fatica a capire: è come se, nelle immagini, si sovrapponessero le cose già accadute ai tempi di Matteo, come la distruzione del tempio, e poi le cose che accadono sempre - ed ecco le ammonizioni sul presente - e infine le cose che accadranno negli ultimi tempi.

Fotogrammi strappati, accostati, spezzati, riuniti, oserei dire, come in uno dei quadri spiazzanti, che so io, di Picasso. Ma veniamo ai testi. Leggendo il brano di Matteo e quello della seconda lettera ai Tessalonicesi, un primo richiamo che mi sembrava di cogliere era l'invito, rivolto a quelle comunità, a non lasciarsi prendere dall'agitazione, quasi che la venuta del Signore fosse ormai vicina.

In quella prima stagione della chiesa il ritorno di Gesù era ritenuto vicino, quasi alle porte. Di qui una sorta di disorientamento nei credenti per quell'inspiegabile ritardo della venuta. C'è un tempo di mezzo dunque tra la sua ascensione al cielo e il suo ritorno. E noi, ancora oggi, stiamo vivendo il tempo di mezzo. E il tempo di mezzo - sembrano suggerire i testi - non è un tempo risparmiato. Risparmiato da una drammatica conflittualità. Ingenuo sarebbe, secondo le Scritture, avventurarci nei nostri giorni senza fare i conti con le forze del male, che attraversano, apertamente o in modo strisciante, la storia, anche la storia dei nostri giorni.

Ho trovato questo richiamo a una lucidità consapevole in un commento di Giuseppe Barbaglio, indimenticato biblista, alla lettera ai Tessalonicesi, dove, parlando della inquietante presenza del male dentro i meccanismi psicologici dell'uomo e in non poche strutture e forze storiche, scrive: "Il male ha risorse incomprensibili per l'uomo. Si tratta di scegliere tra una concezione inguaribilmente ottimistica o addirittura beotamente superficiale della storia e del progresso e un modo di vedere le cose che non chiude gli occhi sul male operante nelle pieghe più profonde degli avvenimenti umani.

Non tutto è luce, gioia, vita nel nostro mondo. C'è spazio, e ampio, per il tenebroso, Il disumano, il mortifero. E bisogna fare i conti con questa faccia dell'esistenza umana se si vuole vivere realisticamente. La terra non è un aiuola per figli dei fiori, ma campo di lotta e di scontro a sangue tra forze contrarie, quelle luminose e le tenebrose".

Dentro questo orizzonte i brani di oggi propongono con insistenza alcuni atteggiamenti, che posso solo sfiorare. Uno primo atteggiamento è nei confronti della Menzogna: un invito insistente a vigilare, a non lasciarci turlupinare: "Verranno, diranno, faranno, non lasciatevi ingannare". E' molto bello, perché rispettoso della nostra umanità, questo invito a mettere in campo tutta la nostra attenzione, tutta la nostra intelligenza, per non essere manipolati.

Manipolati da chi? Da chi si presenta come il salvatore, l'uomo forte, quasi fosse un Dio: "Molti verranno nel mio nome, dicendo: 'Sono io il Cristo' e trarranno molti in inganno". L'appello, nel vangelo di Matteo, è a non lasciarsi ingannare dalla spettacolarità: "Faranno grandi segni e miracoli così da ingannare se possibile anche gli eletti". Ebbene lo stesso appello, quasi con le stesse parole, è anche nella lettera ai Tessalonicesi: "La venuta dell'empio avverrà nella potenza di Satana con ogni specie di miracoli e segni e prodigi menzogneri e con tutte le seduzioni dell'iniquità".

Pensate, l'inganno dei grandi segni, persino dei miracoli! Resistete all'inganno. Resistete alla tentazione di passare dall'altra parte solo perché è più seducente. Tirate fuori tutta la vostra intelligenza, ma anche tutta la vostra resistenza. Sta scritto: "Si raffredderà l'amore di molti, ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato". "Si raffredderà l'amore di molti": quasi ci fosse detto che, quando ci si lascia abbagliare e sedurre, dal mito della potenza, dell'uomo forte, inevitabilmente si corre il rischio del raffreddarsi dell'amore, del venir meno della condivisione, dello svaporare della solidarietà.

Rischio di ogni tempo: il raffreddarsi dell'amore. "Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato"! "Perseverare" e "perseveranza" sono parole importanti nell'alfabeto della Bibbia, indicano una capacità di stare nel mondo anche dentro situazioni difficili, senza fuggire, senza venir meno, senza lasciarsi prendere dallo sconforto o dalla stanchezza. In nome di chi? Vorrei dire, in prima istanza in nome di Dio.

Con il quale abbiamo anche il diritto di protestare come fece Giobbe, ma al quale poi ci affidiamo, perché lui per il primo è perseverante. Potremmo dire, perseverante nella sua promessa. Perseverare, resistere in nome di chi? Permettete che, dopo aver fatto il nome di Dio, io aggiunga che a perseverare, a resistere, nell'orizzonte dell'amore e della giustizia, ci sono di aiuto, sono una spinta di sangue, sono una grazia, gli amici, o anche semplicemente donne e uomini che abbiamo avuto la fortuna di incontrare, persone che conosciamo. Loro che, tentati, come ognuno di noi, di rassegnarsi o di tirare i remi in barca quando il bene non è riconosciuto e il male sembra vincente, non vengono meno. Osano l'azzardo.

L'azzardo di una promessa. Ebbene pensando a loro, pensando a voi, mi ritornano al cuore le parole della Lettera ai Tessalonicesi: "Noi dobbiamo sempre rendere grazie a Dio per voi, fratelli amati dal Signore...".

 

Ricerca avanzata  (54003 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: