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TESTO Il lebbroso straniero che non si accontenta dei rituali.

don Simone Salvadore

XXVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (09/10/2016)

Vangelo: Lc 17,11-19 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 17,11-19

11Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea. 12Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza 13e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». 14Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. 15Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, 16e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. 17Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? 18Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». 19E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

"Quando ho creduto all'Amore, ho confessato il mio peccato.

E' così che ho cominciato il mio cammino verso la Verità".

Sono parole di mio pugno, scritte quasi vent'anni fa, che hanno fissato indelebilmente il passaggio della scelta fondamentale della mia vita: non essere e non vivere più per me stesso.

Avverto ancora di quel giorno, la pace, il profumo dell'erba, il riverbero della luce del sole, la leggera brezza del vento che mi baciava le gote. Ero steso su un prato, libero dalle catene che avevano imprigionato dentro di me il grido di Libertà, la libertà che conoscono solo i figli di Dio.

Dopo aver deposto le armi della mia resistenza a Dio, il Signore mi ha voluto liberare dalla morte che era dentro di me.

L'abbraccio del confessore compresse il mio diaframma al punto di non riuscire più a trattenere i fiumi di lacrime e insieme a questi, il grido di libertà che dentro di me era rimasto strozzato: un crescente, barbarico urlo baritonale, sorprendente e profondo che sospinse e gettò fuori le catene ed il dolore sordido della morte.

Ancora oggi risuona dentro di me quel prodigio inaspettato delle tre del pomeriggio.

"L'amore, da dove proviene...
Chi ha acceso questa fiamma in noi...
Nessuna guerra può spegnerla... conquistarla...
Ero prigioniero... mi hai liberato..."

(tratto dal film "La sottile linea rossa")

Se lo vogliamo, se davvero confidiamo in quello sguardo penetrante e amorevole di Gesù, tutti possono rinascere a vita nuova: "Uno sguardo dei tuoi occhi e la mia vita sarà tua" (tratto dal film "La sottile linea rossa").

Tutti possiamo essere risanati dalla nostra lebbra.

Tutti possiamo essere liberati dai nostri convenzionalismi e conformismi che limitano e riducono la portata dei benefici di Dio.

"Chi ci sta derubando della vita e della luce, prendendosi beffa di noi; mostrandoci quello che avremmo potuto conoscere?" (tratto dal film "La sottile linea rossa").

Tutti possiamo imparare a vivere con riconoscenza.

Tutti possiamo imparare a non usare gli altri come mero strumento e risposta dei nostri esclusivi bisogni.

Tutti possiamo essere liberati, se accettiamo di essere stranieri in questa terra, di essere pellegrini che hanno chiara coscienza e senso della propria misura.

Tutti possiamo essere liberati dai falsi presupposti di vivere come degli eterni debitori, schiavi di un Dio tanto inquietante quanto non esistente, perché è proiezione esterna del nostro cupo cono d'ombra e di morte.

Tutti possiamo diventare "capaci" di Dio, di gustare veramente la gioia di una vita nuovamente ricevuta in dono.

Quand'anche noi fossimo stati infedeli, "lui rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso" (2Tm 2,13).
Da un Amore così, siamo amati.

Unico e vero Amore perché fedele alla promessa di vita che porta in sé.

Unico e vero Amore fedele, perché capace di affermare e di vivere la propria identità nella libertà, affrancandosi dalle limitazioni e dalle offese di tutto ciò che è negazione della Vita.

Unico e vero Amore fedele che vive la libertà di amare fino a morire, fino a condividere e oltrepassare il buio che a noi fa tanta paura.

L'unico vero "debito" che abbiamo verso di Lui, l'unico vero dono che possiamo offrirgli, è di amarci ed amarlo come Lui ci ama. Questo solo attende: essere amato con tutta la nostra piccola e fragile unità umana.

Lui farà nuove tutte le cose ("Ecco, io faccio nuove tutte le cose"Ap 21,5).

"Uno sguardo dei tuoi occhi e la mia vita sarà tua" (tratto dal film "La sottile linea rossa").

 

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