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TESTO Commento su Is 43,18-19

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

V Domenica di Quaresima (Anno C) (28/03/2004)

Brano biblico: Is 43,18-19 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 8,1-11

1Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. 2Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. 3Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e 4gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 6Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. 7Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». 8E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. 10Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

Dalla Parola del giorno

Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? (Is 43,18-19)

Come vivere questa Parola?

"Ricordare" le gesta del Signore che con mano potente e braccio teso aveva liberato il suo popolo dalla schiavitù d'Egitto, era un imperativo per Israele, un aspetto irrinunciabile della sua religiosità. Infatti, custodendo e alimentando la memoria dei prodigi divini, di generazione in generazione, maturavano nel pio israelita coraggio indomito e fiducia incondizionata. Perché allora il profeta Isaia ammonisce la sua gente dicendo: "Non ricordate più le cose passate"? Intende forse che debbano distaccarsi da ciò che in passato aveva fondato la loro fede e considerare ormai chiuso e privo di rilevanza quanto Dio aveva compiuto in loro favore? Naturalmente no. Isaia vuole piuttosto che il ricordo non diventi evasione nostalgica verso il passato, vago e sterile rimpianto, scappatoia comoda da un presente difficile, quale era la cattività babilonese per i suoi contemporanei. Come dire: non accasciatevi nel lamento con gli occhi rivolti verso ciò che non è più, siate piuttosto capaci di leggere il presente che vivete, cogliete i segni di Jahvé nell'hic et nunc, scorgendo quanto di nuovo il Signore sta facendo per voi: "Proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?".

L'invito pressante della Parola odierna è dunque questo: "riconoscere" che Dio è sempre all'opera nella nostra piccola storia. Un 'riconoscere' che non si riduca però a mera conoscenza razionale, ma diventi esperienza di vita, nel concreto dei giorni, persino lì dove è in atto una sorta di desertificazione dell'anima che dissecca ogni energia di bene. Dio, infatti, anche nel deserto apre una strada, sfidando delusione e scetticismo, paura e disincanto, finanche quell'amara percezione che il comune buon senso classifica come sconfitta, peccato, dimenticanza di Dio e degli impegni assunti dinanzi a Lui per amore.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, volgendo stupito lo sguardo ai germogli primaverili che colorano di nuova speranza la terra, chiederò al Signore il dono della fiducia: fiducia in Lui, che opera in tutto e in tutti, al di là della fragilità colpevole di ognuno; e fiducia negli altri, soprattutto in coloro che mi ha messo accanto per camminare insieme su strade di vita, di verità e giustizia. Strade di pace.

Gesù, donami di vivere, oggi, questa tua perenne e imprevedibile giovinezza, quella di lasciarmi amare da te e da te coinvolgere in un dono d'accoglienza di me, della mia storia e del mondo intero che è il fermo fiorire e rifiorire del tuo sorriso, Signore. Sì, il tuo sorriso sulla mia fatica di sradicarmi da me per vivere nella tua libertà.

La voce di una contemplativa dei nostri giorni

Guarda, sono perle iridescenti sui rami le gocce della recente pioggia che ci ha attediato per un intero giorno...Guarda, anzi contempla e adora, perché non c'è inverno senza primavera..., né angoscia e fallimento di morte nel cui cuore Cristo non germogli con la sua vittoria di risurrezione.

 

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