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TESTO Commento su Fil 3,21

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

II Domenica di Quaresima (Anno C) (07/03/2004)

Brano biblico: Fil 3,21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 9,28-36

28Circa otto giorni dopo questi discorsi, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. 29Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. 30Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, 31apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. 32Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. 33Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quello che diceva. 34Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. 35E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». 36Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

Dalla Parola del giorno

Il nostro Signore Gesù Cristo trasfigurò il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso. (Fil 3,21)

Come vivere questa Parola?

"Trasfigurerà" è un verbo di fulgore e di gloria. Appunto oggi, nel Vangelo, Luca ci parla della trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor: preludio splendido di quello che sarà la sua definitiva vittoria sulla morte, quando balzerà per sempre glorioso e trasfigurato, dal sepolcro. Quello che qui ci consola è che, nell'ispirazione dello Spirito Santo, san Paolo dice chiaramente come noi pure vivremo la trasfigurazione di questo nostro "misero corpo". E' questa dunque la nostra destinazione ultima: quella che ci trae fuori da tante pesanti reti di pessimismo e tristezza. Ma possiamo chiederci: perché san Paolo parla di "misero corpo" quando invece il salmista afferma che Dio "di gloria e di onore" ha coronato l'uomo? Non è disprezzare la corporeità che invece la stessa antropologia cristiana tiene in gran conto? Niente di tutto questo! Lo sguardo del credente non è velato di pessimismo né di svalorizzazione del corpo. La sua è piuttosto una consapevolezza realista. Sappiamo bene infatti che il nostro corpo ha forze limitate, è soggetto a malattie e ha decadimento col sopraggiungere della vecchiaia e deve pagare lo scotto del peccato con la "morte corporale". Ma tutto questo non spegne in noi la gioia della speranza. Come si trasfigura un nuvoloso cielo notturno al trionfo della luce dell'aurora, come si trasfigura il volto di un'innamorata alla venuta dell'amato, così – anzi con ben più grande splendore! – noi saremo trasfigurati nella vita che dura sempre.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi soffermerò a visualizzare Gesù trasfigurato sul monte. E, dilatando il cuore alla speranza, penserò che i limiti, le difficoltà, i vari mali e malesseri stanno già passando, mentre la nostra trasfigurazione per sempre è in arrivo.

Come il sole del mattino, Gesù, per il mistero della tua trasfigurazione, ravviva in me la speranza teologale. E già ora io sperimenti con te la trasfigurazione di chi vive amando.

La voce di un uomo spirituale del nostro tempo

Dobbiamo dilatare il cuore e avere gioia perenne: veniamo da Dio e siamo in cammino verso Dio, veniamo dalla luce e siamo in cammino verso la luce.
Giovanni Vannucci

 

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