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TESTO Commento su Is 6,1.5

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

V Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (08/02/2004)

Brano biblico: Is 6,1.5 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 5,1-11

In quel tempo, 1mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, 2vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. 3Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.

4Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». 5Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». 6Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. 7Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. 8Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». 9Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; 10così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». 11E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Dalla Parola del giorno

Nell'anno in cui morì il re Ozia, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato...

E dissi: "Ohimè! Io sono perduto perché un uomo dalle labbra impure io sono". (Is 6,1.5)

Come vivere questa Parola?

"Vidi il Signore": così, con riserbo e sobrietà, il profeta Isaia c'introduce nella sua personale esperienza di Dio. Durante la celebrazione cultuale nel tempio di Gerusalemme gli si manifesta in visione la regalità di Jahweh, circondato da serafini che a gran voce proclamavano: "Santo, santo, santo è Jahweh degli eserciti". Una teofania eclatante che consacra Isaia e lo abilita alla missione di profeta purificando la sua iniquità nel segno del fuoco.

Ecco il cliché di ogni vocazione: tutto comincia a partire dal fascino di un incontro straordinario con il Signore che si lascia intercettare nell'interiorità profonda. Ne sei via via come rapito, mentre la coscienza della tua inadeguatezza ti fa riconoscere d'essere "un uomo dalle labbra impure", peccatore. Questa consapevolezza ti farebbe smarrire se non percepissi al contempo che il carbone ardente del suo amore misericordioso ti purifica mentre ti accoccoli in confidente familiarità al fuoco della Sua Parola. L'esporti ad essa infatti riscalda illumina e raccoglie fino a che, come Pietro sulla barca ai piedi di Gesù, anche tu t'inginocchi dinanzi al Mistero e a fior di labbra, con sincerità liberante, sussurri al Signore: "Allontanati da me che sono un peccatore". Certo, ti senti un aborto, come Paolo dinanzi al Risorto, ma se davvero lasci tutto e segui Lui, anche tu puoi dire: "in me la grazia non è stata vana", mentre t'inoltri sereno e fiducioso sulle vie della sua volontà respirando la certezza che Lui ti ha messo in cuore: "Non temere, d'ora in poi..." niente sarà più come prima perché la grazia di Dio è con te e per sua grazia diventi davvero ciò che sei: figlio sposo amico di Dio, a sua immagine e somiglianza.

Oggi nella mia pausa contemplativa lascerò che il Signore accosti il carbone ardente della sua misericordia su quanto in me non è puro perché possa essere veramente libero di lasciare tutto e seguire il Signore, glorificandolo con una vita donata e santificata nell'amore. Questa la mia preghiera:

'Io non sono perduto', Signore, perché tu hai instillato in me la certezza che il tuo amore è infinitamente più grande del mio peccato. Eccomi, allora, manda me, serviti di me come vuoi. Sulla tua parola vadano i miei passi e l'intimità con Te, cercata attesa e custodita, colmi ogni mio desiderio d'amare e d'essere amato.

La voce dei Padri del deserto

Perfetto è il monaco che sente se stesso il più inquinato degli esseri.
S. Nilo del Sinai

 

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