TESTO Commento su 2 Re 5,17
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XXVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (09/10/2016)
Brano biblico: 2Re 5,14-17

11Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea. 12Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza 13e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». 14Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. 15Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, 16e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. 17Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? 18Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». 19E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».
«Il tuo servo non intende compiere più un olocausto o un sacrificio ad altri dei, ma solo al Signore».
2 Re 5,17
Come vivere questa Parola?
Porsi la domanda: "Ma, Dio, esisti? Se sì, chi sei veramente?" è un leitmotiv ricorrente dell'umanità. Ogni generazione che nasce ascolta qualcosa delle precedenti, ma alla fine vuole sempre essere l'autrice originale di una risposta nuova a questo interrogativo, una risposta diversa da quelle che hanno segnato la certezza del passato. L'essere diversa è dato il più delle volte dalle condizioni in cui la domanda e la risposta stessa si formulano: sperimentare con certezza che Dio c'è ed è l'unico vero Dio, sembra impossibile, ma ad un certo punto alcuni eventi ti obbligano a fermarti e contemplarli, perché lasciano intravedere un senso che è impossibile non chiamare Dio. Gli eventi possono essere i più vari: la nascita di un figlio, un lavoro ben riuscito, la lealtà e solidarietà di un amico, l'amore per una donna, per un uomo; ma anche una malattia, la morte di una persona cara. Dietro alle emozioni e ai sentimenti che questi eventi suscitano, l'intelligenza delle cose ti lascia intravedere qualcuno che rende non causale quell'evento. E a quel qualcuno devi dare un nome, perché lo vuoi ringraziare, perché è l'autore del dono che senti di aver ricevuto. Perché è l'unico credibile che, non richiesto, è arrivato, portando il Bene.
Come nel brano della prima lettura di oggi, che ci racconta la vicenda di Naaman il Siro: un personaggio pubblico, importante nel suo paese, che bussa alla porta del re di Israele e pretende un miracolo. La sua sembra un provocazione, un pretesto per fare guerra. Naaman è invece malato davvero ed è convinto che solo un famoso taumaturgo di Israele possa guarirlo. Il re di Israele teme ma non pone resistenza e lo manda da Eliseo. Eliseo è profeta, non taumaturgo, e per lui quella malattia è luogo di una nuova possibile rivelazione. Mette alla prova Naaman, chiedendogli di sottoporsi ad un rito semplicissimo, al punto che Naaman si stizzisce. Che celebra comunque quel rituale così banale. Così la guarigione attraversa Naaman e con essa un pensiero ed sentimento nuovi: questa vita mia liberata è un dono fatto a me, al mio popolo e a questo popolo presso cui sono venuto a chiedere aiuto. Un dono che mi arriva dall'autore della vita. Ecco, è Dio che è entrato nella mia esistenza! Questa esperienza cancella in lui ogni altra credenza religiosa: ora sa che Dio esiste sul serio ed è solo questo il vero Dio; a lui solo vorrà rivolgersi da ora in poi.
Signore, come Naaman permetti che anche noi diventiamo capaci di intravederti negli eventi che caratterizzano la nostra vita, gradevoli o meno che siano. Aiutaci a decifrare la tua volontà, il tuo amore, in quello che ci accade, aiutaci a riconoscere in ciò la nostra salvezza e permetti che torniamo a te, per incontrarti faccia a faccia e ringraziarti.
La voce di un teologo
La grande fatica di Naaman è stata quella di abbandonare i propri schemi, le proprie immagini di Dio e della guarigione per accogliere il modo di guarire e l'identità non immaginata di questo Dio - «Ora so che non c'è altro Dio se non in Israele».
Marco Tibaldi
Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it