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TESTO Vattene dal tuo paese

mons. Antonio Riboldi

II Domenica di Quaresima (Anno A) (20/02/2005)

Vangelo: Mt 17,1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 1Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. 2E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. 3Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. 4Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». 5Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». 6All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. 7Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». 8Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.

9Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

Quando il Signore mi mandò qui ad Acerra, per essere vescovo di questa Diocesi, era come mi dicesse: "Vattene dal tuo paese...verso il paese che ti indicherò".

Francamente non mi attendevo quella decisa voce di Dio. Avevo posto, con il cuore, la mia tenda tra la gente del Belice, cui avevo dato tutto me stesso e la sentivo come parte della mia vita.

Ma quella voce, che poi era la voce del S. Padre, Paolo VI, e quindi di Dio, buttava all'aria tutti i miei piani, e mi mandava in luoghi che neppure conoscevo. Ed andai. La stessa cosa era successa quando l'obbedienza mi aveva inviato nel Belice.

Ero vice parroco a Montecompatri e mi ero affezionato al punto da sentirmi a casa mia. Un giorno, inaspettatamente la voce del Signore, tramite l'obbedienza, mi inviò nel Belice. Come mi dicesse: "esci dalla tua terra e vattene verso il paese che io ti indicherò".

Vivere di fede vuol dire "andare" per la via che Dio ti indica. I suoi disegni di santità, che dovrebbero essere i nostri piani, non rispettano affatto le nostre vedute, "i nostri paesi, in cui possiamo conoscere il pericoloso stare fermi", ma è un continuo andare: il più delle volte uscendo da noi stessi, dalle nostre abitudini, dalle nostre comodità, che possono essere la morte della nostra felicità, che è solo nel saper seguire il sentiero di Dio.

A Tutti, ma proprio tutti, uomini e donne, cui Dio ha offerto il suo disegno di amore, in tanti modi ha ripetuto lo stesso invito, meraviglioso invito: "Esci dal tuo paese, e dalla casa di tuo padre e và..."

Così la Genesi racconta la vocazione di Abramo, nostro padre.

"In quei giorni il Signore disse ad Abràm: "Vàttene dal tuo paese, dalla tua patria, e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò. Farò di te un grande popolo e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno, maledirò, e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra". E Abràm partì, come gli aveva ordinato il Signore" (Gen. 12,1-4).

Una storia semplice, come tutte le storie di Dio, raccontata con la solennità della Storia. Abramo non conosceva Dio. Siamo infatti ai primi tempi della storia dell'uomo, dopo il peccato di Adamo ed Eva e la loro cacciata dall'Eden.

Ma, come ogni uomo retto, non ancora soffocato dai miasmi della superbia, che si è "fatta grande" con il crescere della umanità, sfuocando così l'immagine di Dio nel cuore dell'uomo: una immagine che dopo Gesù è diventata Presenza, Abramo obbedisce.

E stupisce questa immediata obbedienza di Abramo, che non esita un istante a eseguire l'ordine del Signore, lasciando terra, cui credo era attaccato, come tutti noi, le sue abitudini, le sue comodità, tutto insomma, ed andando verso un luogo che non conosceva, ma che il Signore gli avrebbe indicato.

E' la meravigliosa obbedienza dell'uomo che si affida totalmente a Chi sa che è, non solo il Signore della sua vita, ma la Via della sua vita.

E, se scorriamo la Sacra Scrittura e la storia dei santi, troviamo che il modo di "procedere di Dio" nell'indicarci la Sua via, è lo stesso di quello proposto ad Abramo.

Vi ricordate come Gesù scelse i suoi apostoli "perché stessero con Lui e poi mandarli?" Passando per il mare di Galilea, mentre erano al loro abituale lavoro, "nella loro terra", li invita a lasciare tutto e seguirLo...proprio come Abramo. E tutti sappiamo come è stato difficile per gli Apostoli seguirLo fino alla crocifissione, per poi ritrovarLo nella resurrezione, ricevere lo Spirito e compiere quella missione nel mondo che li vedrà tutti martiri, come Gesù.

Se ricordate, nella vita di Gesù, troviamo anche dei "no", come quando incontrando il giovane ricco, un giovane a posto con l'osservanza dei Comandamenti, "Gesù, fissatolo, Lo amò e gli disse: Se vuoi essere perfetto, va vendi quello che hai dallo ai poveri, poi vieni e seguimi.
Ma il giovane rifiutò...se ne andò perché aveva molti beni".
Non se la sentì di "uscire dalla sua terra e seguire Dio".

E Gesù si rattristò tanto che, nel vedersi rifiutato ebbe quella terribile sentenza, rivolta a quanti non "sanno lasciare la propria terra". "Guai a voi ricchi: è più facile che un cammello entri per la cruna di un ago che un ricco nel Regno dei cieli".

Ciascuno di noi, posti tutti nella stessa condizione, ogni volta Gesù ci chiama a seguirLo, anche nella vita feriale, domestica, stando dove siamo, alla richiesta di uscire da noi stessi, dal nostro mondo, dal nostro modo di vivere la vita secondo le nostre vedute, i nostri miopi disegni di vita, stentiamo a seguire l'invito: "Esci dalla tua terra". E seguire Gesù non è facile.

Dove ci porterà? Cosa chiederà a noi? E vale la pena di lasciare le nostre abitudini, le nostre vedute, in altre parole rimanere chiusi in noi stessi, per affrontare "il viaggio della vita con Gesù", ne vale pena? Quale "terra" ci farà conoscere?

Da dove hanno preso l'entusiasmo tantissimi santi, tanti che lo seguono rinunciando a tutto nella vita consacrata? tanti martiri? tanti santi della carità?

Viviamo un oggi in cui tanti guardano alla Chiesa ed alla religione come un grave ostacolo alla propria libertà, che poi è scegliere quello che fa comodo e quindi prendere le distanze da tutto ciò che impegna ed è il bene. In pratica si ha paura della "porta stretta" segnata dalla croce.

E' la scelta dell'egoismo che conduce da nessuna parte, o meglio non conduce a tutto il meraviglioso mondo del bello, del buono, della carità e santità.

Era una paura che avevano forse anche gli apostoli: una paura che si manifestò nel momento della prova, che fu la crocifissione di Gesù, ai loro occhi interpretata come il fallimento delle speranze terrene, che proprio non erano "il paese di Dio".

Lo compresero dopo la pentecoste e trovarono, nell'essere discepoli di Gesù, la meraviglia della vita, anche se questa era una grande croce, che chiedeva persecuzioni, carcere, martirio.

Gesù, nella sua bontà infinita, allora ci mostra nella trasfigurazione sul Monte Tabor, che la Chiesa propone oggi, Chi Lui è veramente e dove ci conduce.

"In quel tempo - racconta Matteo - Gesù prese con Sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con Lui. Pietro allora prese la parola e disse a Gesù: "Signore è bello per noi restare qui: se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè ed una per Elìa". Egli stava ancora parlando quando una nube luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: "Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo" (Mt. 17,1-9).

Ma la scena cambia totalmente quando Gesù annuncia ciò che lo attende. "Da quel momento Gesù cominciò a spiegare ai discepoli ciò che gli doveva capitare. Diceva: "Io devo andare a Gerusalemme. È necessario. Gli anziani del popolo, i capi dei sacerdoti e i maestri della legge mi faranno soffrire molto: poi sarò ucciso, ma il terzo giorno risusciterò".

Allora Pietro prese in disparte Gesù e si mise a rimproverarLo. "Dio non voglia, Signore. Questo non capiterà mai!" Gesù si voltò verso Pietro e disse: "Va via lontano da me, Satana. Tu sei un ostacolo per me, perché tu ragioni come gli uomini, ma non pensi come Dio". Poi disse ai suoi discepoli: "Se qualcuno vuole venire con me, smetta di pensare a se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Chi pensa solo a salvare la propria vita, la perderà: chi invece è pronto a sacrificare la propria via per me la ritroverà" (Mt. 16,21-26).

E così prende corpo non solo il valore dell'invito "esci dalla tua terra e vai nel paese che ti darò", ma anche le difficoltà della rinuncia e del percorso...e soprattutto il che cosa si guadagna!

Ma come è facile cadere nella logica di Pietro: "Questo non accadrà mai!".

La terribile risposta di Gesù, forse, a volte viene rivolta anche ai nostri tentativi di patteggiamento con la nostra vita cristiana. "Và lontano da me, Satana, tu ragioni secondo gli uomini e non secondo Dio".

Ricordo una assemblea con tantissimi giovani, accorsi a sentire Madre Teresa di Calcutta. Lei era stata invitata a parlare di povertà nel mondo e io in Italia e, sopratutto della esigenza di farsi poveri in spirito per seguire Gesù, vera ricchezza dello spirito.

Alla fine delle esposizioni, iniziò un bombardamento di domande. Ci alternavamo con Madre Teresa nelle risposte. Ma ci fu una domanda che era diretta a Madre Teresa: "Madre, se dovesse rinascere e Gesù le dicesse nuovamente: lascia la tua terra e va dove io ti porterò, avendo fatto lunga esperienza di quello che comporta questo seguirLo, cosa Gli direbbe, sì o no!".

Con prontezza Madre Teresa rispose, sorprendendo tutti: "So quello che costa e forse gli direi di no". Scese nella sala un silenzio glaciale. Cercavo di fare capire a Madre Teresa il peso del suo no. Ma non mi dava ascolto. Furono cinque minuti di silenzio indescrivibili. Alla fine, come una risposta al suo grande amore a Dio, disse: "Nonostante tutto, Gli direi "sì". E fu una gioia incredibile.

Ripensando alla mia vita: di uno che ha scelto quel "vattene dalla tua terra", con tutte le difficoltà incontrate, non avrei anch'io difficoltà, se Gesù mi facesse la stessa domanda, di dirGli "Sì". Troppo bella, "la terra di Dio".

 

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