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TESTO Convertici a te, Dio, nostra salvezza

don Walter Magni  

I domenica dopo il martirio di San Giovanni il Precursore (Anno C) (04/09/2016)

Vangelo: Mt 4,12-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 4,12-17

12Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, 13lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, 14perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:

15Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,

sulla via del mare, oltre il Giordano,

Galilea delle genti!

16Il popolo che abitava nelle tenebre

vide una grande luce,

per quelli che abitavano in regione e ombra di morte

una luce è sorta.

17Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».

In questa domenica la Parola di Dio fissa lo sguardo sul tema della conversione. L'abbiamo detto più volte nel salmo responsoriale: Convertici a te, Dio, nostra salvezza, mentre il brano evangelico si conclude con questa nota: Gesù "cominciò a predicare e a dire: ‘Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino'".

Gli inizi di Gesù in Galilea
Matteo sta descrivendo gli inizi dell'attività missionaria di Gesù. Da dove inizia Gesù? Non dal deserto come il Battista, ma dalla Galilea delle genti: "quando il Signore Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao". Ci viene suggerita la ragione di questo passaggio: "Giovanni era stato arrestato". Gesù ne era rimasto colpito e forse era preoccupato di affinare la Sua strategia di annuncio. Come? Tornando alle radici, in Galilea, nella regione dei Suoi inizi. E questo Suo sostare si carica di significato. Perché la Galilea non sta al centro, ma alla periferia della terra d'Israele. Zona di confine, dunque, abitata da una commistione di ebrei ortodossi e di pagani idolatri. Questa Sua scelta ci fa pensare. Così diversa dagli stili di avvio e di ricominciamento delle nostre chiese e delle nostre parrocchie. Noi, che tornando da un po' di vacanza amiamo ritrovare recinti sicuri, le buone abitudini di sempre, delle appartenenze rassicuranti. Come anche quando diciamo di preferire un paesino tranquillo alla vita frenetica delle nostre città, finendo per teorizzare forme di evangelizzazione che non planano sulla realtà. Lamentandoci dei supermercati aperti la domenica, degli stadi affollati del pomeriggio e magari delle società sportive oratoriane affaticate nel rispettare il giorno del Signore. Immaginando che se la domenica fosse più libera, allora sì che la gente affollerebbe le nostre chiese che si stanno spopolando. Ma come la pensa Gesù?

Scegliendo di abitare a Cafarnao
Anzi, Gesù, stando in Galilea decide di andare ad abitare a Cafarnao. Lascia Nazaret, una cittadina isolata e appartata, in ogni caso abbastanza tranquilla, per andare in una località tumultuosa e agitata. Un crocevia attraversato da una strada di passaggio. Punto di convergenza di carovanieri e da folle rumorose. Come se Gesù scegliesse Cafarnao per immergerSi in un vero e proprio crogiuolo di umanità. Quello che noi definiremmo il posto meno adatto per una evangelizzazione ordinata e sistematica, fatta come Dio comanda! Poi - lo si vedrà più avanti - Gesù comincia anche a scegliere i primi collaboratori. Dopo averli osservati a lungo, percorrendo su e giù la costa del lago. Tra gente che getta le reti e quelli che le aggiustano e altri ancora che le tirano a riva, gridando che finalmente c'è pesce fresco da comprare a buon mercato. Un Vangelo che passa per i luoghi più ordinari, per i mestieri più comuni. Trovando eco e risposta nella quotidianità della gente. Persino i verbi di questo primo annuncio sono tutti di movimento: "si ritirò... lasciata Nazaret andò ad abitare a Cafarnao". Certo, il movimento! Che grande contrasto con certe nostre staticità ecclesiastiche e pastorali. Mentre tanta parte del nostro servizio ecclesiale si definisce a partire da sedute interminabili, dei consigli pastorali, degli affari economici, di Commissioni e gruppi, Gesù ci invita a riscoprire una agilità, un'inventiva che romperebbe non poco tutti i nostri schemi e le nostre affaticate strategie di annuncio.

"Da allora Gesù cominciò a predicare"
La questione di fondo è: dare espressione al Vangelo con verità. Allora si creano le condizioni per un ascolto autentico. Che dà un ritorno e che, alla luce del Vangelo odierno, potremmo anche chiamare di conversione. Tanto che, poco più avanti rispetto al nostro brano, di Pietro e Andrea suo fratello, si dirà che "subito lasciate la reti lo seguirono", mentre di Giacomo e Giovanni: "subito lasciata la barca e il padre lo seguirono". Anche la citazione di Isaia non lascia dubbi, mentre ci parla della terra "sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti". Che cosa avviene proprio qui, in una terra poco tranquilla, così pagana, spesso confusa e distante dai nostri schemi e parametri ecclesiastici? Che "il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce" e "per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta". Non solo nel deserto la gente si converte, mettendosi in fila davanti a Giovanni per essere battezzata nel Giordano. Anche in Galilea la luce di Gesù sorge e diventa visibile. Capace di scaldare i cuori convertendo la gente al Suo Vangelo. Proprio questo, infatti, è il Suo sintetico ed essenziale annuncio: "Convertitevi, perché il Regno dei Cieli è vicino".
Mettiamoci in cammino, certi che la libertà e la salvezza promesse non le troveremo nelle nostre sicurezze. Consapevoli infine che "al Signore è stato più facile far uscire Israele dal cuore dell'Egitto, che l'Egitto dal cuore di Israele" (detto popolare Ebraico).

 

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