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TESTO Non cercarmi tra i primi

don Giacomo Falco Brini  

XXII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (28/08/2016)

Vangelo: Lc 14,1.7-14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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Avvenne che 1un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.

7Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: 8«Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, 9e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cedigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. 10Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. 11Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».

12Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. 13Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; 14e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

Come già preannunciato, ecco nel vangelo di questa domenica il consiglio di Gesù di cui vi parlavo. Purtroppo, nel commento sarò più coinvolto del solito: siete ancora in tempo, si salvi chi può dalla mia lungaggine!...Perché questo vangelo, più l'intero cap.15 di Luca, sta nel principio della mia conversione a Gesù (che è solo appena cominciata), ed è una personale chiave di lettura per guardare al mistero di Dio e dell'uomo. Perciò chiedo scusa, ma è inevitabile qualche riferimento autobiografico.
Circa 28 anni fa (avevo 22 anni) mi ha preso una fame della parola di Dio mai sentita prima. Deve essere stato Lui. Leggevo la Bibbia così avidamente che più volte mi ritrovavo a leggerla di notte; arrivavo a chiuderla, senza che me ne accorgessi prima, intorno alle 4 o alle 5 del mattino. Iniziai in quegli anni a far cose di cui non mi ero mai occupato. Per esempio, nel caso specifico, leggevo e rileggevo questa pagina di vangelo ma non avevo chi rispondesse alle mie domande. Nel riprendere a frequentare la parrocchia, sentivo dire spesso a messa: "Dio deve essere al primo posto nella nostra vita". Per me voleva dire: lo possiamo trovare nei primi posti della nostra esistenza. Ok, perché allora Gesù ci consiglia di scegliere l'ultimo posto?

Qualcosa non mi quadrava. Prendevo alla lettera quello che diceva nel vangelo. Mi giunse un invito a una festa di nozze. Arrivato quel giorno, durante la messa me ne andai dietro, al fondo della chiesa, quasi sull'uscio. Così pure al ristorante, dove si continuava a festeggiare gli sposi: avevano già assegnato i posti, ma durante il ricevimento andai a sedere al tavolo più lontano. Volevo vedere cosa succedeva, se veniva qualcuno a dirmi di passare avanti come diceva Gesù. Non venne nessuno, né in chiesa, né al ristorante; tantomeno vennero onori.

Perché chiunque si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato (Lc 14,11). Ma io vedevo che le persone che primeggiavano a scuola, nello sport, nel lavoro e altrove, venivano esaltate da tutti, non umiliate. Piuttosto, in genere venivano umiliati coloro che non avevano particolari capacità o ricchezze. Perché? Poi Gesù offriva consiglio anche quando fossimo stati noi ad invitare. Non gli amici, né i fratelli, né i parenti e i ricchi vicini (Lc 14,12). Come sarebbe? Fratelli, parenti e ricchi vicini va bene, solitamente per loro gli invitanti erano i genitori. Ma gli amici? Non avrei dovuto più invitare i miei amici? Gesù mi sembrava troppo strano. Ci dice di voler bene a tutti, che dare la vita per i propri amici è il massimo, e poi non invitarli perché loro mi contraccambiano? Non è logico. Se li invito, anche loro mi invitano: vuol dire che ci vogliamo bene! Perché questo consiglio?

Al contrario, quando offri un banchetto invita poveri, storpi, zoppi, ciechi, e sarai beato perché non hanno da ricambiarti (Lc 14,13). Questo mi incuriosiva tanto. Gesù mi diceva che dovevo fare qualcosa al contrario. Allora iniziai a darmi uno sguardo attorno. Giravo per il centro del mio paese alla ricerca di qualcuno di essi. Sapevo dove viveva un cieco, ma non lo trovavo mai. Storpi e zoppi non ce n'erano. Qualcosa mi spinse ad andare per le strade più periferiche. Un giorno vidi due uomini camminare per i giardini pubblici. In realtà, essi ogni giorno erano sotto i miei occhi perché girovagavano spesso da quelle parti; ma quel giorno era come se li vedessi per la prima volta. Notai che non erano messi molto bene: dai loro indumenti era evidente la loro povertà. Finalmente avevo trovato degli esemplari del vangelo da invitare! Giunse il momento favorevole. Si sedettero su una panchina. Mi avvicinai, sedetti accanto a loro, cominciai a chiedere come si chiamavano, ecc.ecc. Erano italiani, ma non del posto. Antonio era stato interdetto in tribunale e non aveva più alcun familiare in vita. Giovanni, più anziano, abbandonato da figlio, nuora e altri familiari. Vivevano in una specie di casa di riposo. Cominciai a sentire dalla loro voce cos'era la solitudine. Dopo la chiacchierata, li invitai a mangiare qualcosa. Ebbero un'esitazione, mi guardarono quasi increduli. Li condussi ad un bar vicino e mangiammo insieme un panino. Al momento del saluto, gli occhi di entrambi su di me e una sola parola: "grazie". Non riuscivo a staccare i miei occhi dai loro, ci vedevo qualcosa che non avevo mai visto prima. Non posso descrivervi cosa, non ci riesco. So soltanto che sentii toccarmi nel profondo ma non sapevo da chi o da che cosa. Ricordo che successivamente li cercai ancora. Una volta li trovai mentre ero in auto. Li invitai a salire con me e andammo a farci un bel giro. Di ritorno verso sera mi dissi: "li invito a cena da me!" Senza avvertire i miei genitori giunsi a casa e chiamai mia madre che era sul balcone: "mamma oggi abbiamo ospiti a cena!" Lei alzò la testa, sgranò gli occhi e mi disse: "ma sei matto? Tu non porti nessuno qui a casa!". Accettai il divieto, risalimmo nell'automobile e quella sera si rimediò con una pizza.

Di lì a poco, siccome alcuni amici e conoscenti furono presi dallo stesso dubbio di mia madre, cominciai a nutrirlo anch'io. Decisi allora di consultare uno psichiatra amico di famiglia per chiedergli se stessi diventando matto. Risposta negativa, una risata per rassicurarmi e uno sguardo molto perplesso, come di chi non stesse comunque capendo cosa mi stava accadendo. Infatti, nemmeno io capivo cosa mi accadeva. L'unica cosa che iniziavo a intuire, nel mio smarrimento, era che quel vangelo mi diceva che se davvero volevo conoscerlo, dovevo cercarlo lì, tra gli ultimi, non tra i primi. Fu così che il Signore iniziò a rivelarsi, a guidarmi e portarmi sulla mia strada. Quella che cerco di percorrere e far percorrere ancora oggi, con gioia, dopo essere stato nel frattempo incaricato del sacerdozio ministeriale nella sua chiesa, e dopo tante vicissitudini belle e dolorose: è la via del vangelo di Luca, ai numeri 14-15.

La nostra inguaribile voglia di primeggiare, soprattutto religiosamente (siamo a casa di un capo religioso, cfr. v.1), può essere guarita solo se ci si convince, cammin facendo, che bisogna invertire la rotta. Andiamo verso l'ultimo posto: è lì che si trova Gesù, l'Ultimo di tutti. Se non ci vergogneremo di Lui perché ha scelto di farsi incontrare lì, tra gli ultimi dimenticati, allora la sua gioia invaderà la nostra anima e non lo cercheremo più nei primi posti che il Dio di questo mondo ci propone con le sue lusinghe. E se per caso la vita ci conducesse ad occupare uno di questi posti nella sua chiesa, non lo confonderemo più con un posto di potere per dominare sulle coscienze degli altri e servircene. Come ci sta insegnando questo papa in parole e soprattutto gesti, sotto gli occhi di tutti, naturalmente per chi ha occhi per vedere, orecchie per udire e un cuore aperto per contemplare in lui l'umiltà e la mitezza del Signore. Diversamente, si dovrà con vergogna andare ad occupare l'ultimo posto (v.9). Come la stessa parola di Dio conferma in un altro passo: chi si vergognerà di me e delle mie parole, di lui si vergognerà il Figlio dell'uomo quando verrà nella gloria sua, del Padre e degli angeli santi (Lc 9,26). Se non mi vergogno delle scelte di Dio con quello che comportano, Dio non si vergognerà di me. Ma se per non rischiare di subire la vergogna mondana per stare dalla parte degli ultimi me ne sto alla larga da loro volutamente, rischio di trovarmi sempre più lontano da Lui...Meglio subire la vergogna del mondo oggi per non far vergognare il Signore domani!

Un'ultima cosa. Da quando cerco di seguire il Signore Gesù, tra molti più insuccessi che successi, da quando ho iniziato a cercare, frequentare e offrire un banchetto a chi non potrà mai ricambiare, non sono mai riuscito a capire cos'è quella ricompensa che ci verrà incontro in futuro (v.14). E tuttavia ogni volta che insieme ad altri fratelli agiamo secondo questo consiglio del Signore, vedo che la pace, la gioia, la fraternità e ogni altro vero ben di Dio ci viene donato abbondantemente. In più, Lui stesso provvede alle nostre necessità materiali, soprattutto quando meno ce l'aspettiamo. Quanto è buono il Signore!

Per questo, a nome suo, invito chiunque a toccare con la propria vita la sua bontà in questo itinerario con voi condiviso. E se per caso stai ancora guardando i volti delle foto che in questo commento illustrano meglio delle mie parole il vangelo che hai ascoltato, se stessi sentendo dentro una voce che ti dice venite e vedrete (Gv 1,39), allora sappi che ogni anno si parte lontano, in Perù, per vivere giorni o anche mesi indimenticabili in mezzo a tanta umanità dimenticata. Lì in mezzo, al centro di una delle tante periferie del mondo, potrai ritrovare il centro del tuo cuore.

Buona domenica!

Se prima non sarai il primo
a cercarmi tra gli ultimi
a scoprirmi negli ultimi
non cercarmi
ti cercherò io
anche se tu non mi cercassi
perché io mi faccio trovare
anche da chi non mi cerca (Is 65,1)
e così conosca l'Ultimo
l'Ultimo di tutti
Se passi da quelle parti
Ti aprirò l'orecchio
E i tuoi occhi vedranno
Il nome dell'Ultimo
senza più segreto
Il Primo senza numero
Il Primo senza un posto
ovvero in tutti i posti
Il posto che c'è
ai piedi di ogni uomo
Il Primo di coloro
che risorgono dai morti
Non cercarmi tra i primi
(Anonimo)

"Non temere! Io sono il Primo e l'Ultimo, il Vivente" (Ap 1,18)

 

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