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TESTO Commento su 1cor 11,23-24

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Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Anno C) (13/06/2004)

Brano biblico: 1cor 11,23-24 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 9,11-17

11Ma le folle vennero a saperlo e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlare loro del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.

12Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». 13Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». 14C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». 15Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. 16Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. 17Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

Dalla Parola del giorno

«Nella notte in cui veniva tradito, Gesù prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è dato per voi». (1 Cor 11,23-24)

Come vivere questa parola?

Oggi la Chiesa ci invita a contemplare l'insondabile mistero dell'Eucaristia. Questa Presenza, questo permanere di Dio tra noi, a cui forse si è fatta l'abitudine, e che è puro dono d'amore. L'apice di quel progressivo "svuotamento" del Figlio di Dio che lo ha portato ad assumere la natura umana, a farsi "servo", a morire come un delinquente e infine a rendersi presente in un pezzo di pane... Oggi è tra le mie mani di peccatore. Consegnato a me in un eccesso di amore di cui non sono degno. "Nella notte in cui veniva tradito". La notte di questa storia segnata dal peccato. Notte in cui ancora ci dibattiamo, anche se la luce è qui, tra queste mani da cui vuole e può irradiarsi sul mondo intero. In questa notte segnata dal tradimento. Non dei lontani, ma degli intimi, di me Chiesa di Cristo, di me che Egli ha chiamato "amico". Proviamo a sentire nelle nostre carni l'amarezza di quel tradimento. Il mio. No, non c'è bisogno di cose grosse: bastano "trenta denari". Una vita che cerca di mettere insieme "Dio e Mammona" e all'occorrenza sa svendere il proprio essere cristiano, religioso... Ma ciò che segue ha il potere di gettare su questa terribile notte fasci di luce così potenti da trasformare la mia notte in pieno meriggio. Al mio tradimento egli risponde consegnandomi se stesso in un gesto di rinnovata fiducia. Una riconferma del suo amore che il mio peccato, la mia tiepidezza non hanno sminuito. "Questo corpo è dato" per me, per te, per tutti gli uomini. Una vita donata nel segno dell'amore più grande non può che sfociare in un "più" di vita. Morte che si spalanca sulla resurrezione. Segreta ma enorme fonte di luce che squarcia le nostre tenebre e lascia intravedere la meta che ci attende. Questo è l'Eucaristia! E di questo traboccare d'amore io sono destinatario e testimone.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, sosterò in muta e riconoscente adorazione dinanzi all'Eucaristia. Lascerò che la gratuità del suo amore mi afferri e scuota la mia apatia. E pregherò:

Lode a te, Signore Gesù, che torni a deporre te stesso nelle mie mani con un gesto di illimitata fiducia. Lode a te, Agnello immolato e risorto che mi doni nell'Eucaristia un pegno di vita eterna. Lode e gloria a te, o Divino Viandante, che hai piantato tra noi la tua tenda e continui ad essere fermento di vita in questa nostra tormentata storia.

La voce di un antico Padre

Cercate il pane di Cristo, bramate il calice di Cristo, perché, disprezzando la fragilità terrena, l'essenza dell'uomo si sazi del cibo immortale. Rinnovate col cibo celeste l'uomo perduto, affinché tutto ciò che in voi è morto, rinasca per i benefici divini! Sapete quel che vi conviene fare, scegliete quel che volete: là nasce la morte, qui viene donata la vita immortale.
Firmico Materno

 

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