TESTO Commento su Gen 3,5-7
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I Domenica di Quaresima (Anno A) (13/02/2005)
Brano biblico: Gen 3,5-7

In quel tempo, 1Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 2Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». 4Ma egli rispose: «Sta scritto:
Non di solo pane vivrà l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».
5Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti:
Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo
ed essi ti porteranno sulle loro mani
perché il tuo piede non inciampi in una pietra».
7Gesù gli rispose: «Sta scritto anche:
Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».
8Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». 10Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti:
Il Signore, Dio tuo, adorerai:
a lui solo renderai culto».
11Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
Dalla Parola del giorno
Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi. (Gen 3,5-7)
Come vivere questa Parola?
In questa prima domenica di quaresima la prima lettura, tratta dalle prime pagine della Bibbia, è un chiaro invito a considerare le nostre origini. Siamo "terrestri" (il nome Adam è imparentato con "adama": il suolo); siamo polvere, ma che da Lui ha ricevuto un soffio divino. Egli ci ha plasmati a "sua immagine e somiglianza". Siamo "viventi" a motivo della sua Parola che ci ha dato vita e ci mantiene in quella vita che conta: illuminata dalla rivelazione e avendo per destinazione la vita eterna. Ma nella pericope c'è una "contro-parola": quella del serpente, significazione di satana. Di Lui Gesù ha detto che è "bugiardo e padre della menzogna" (Gv 8,44). Quando la donna si consegna a questa "contro-parola", dando fiducia al grande mentitore, la luce si spegne. Non c'è più l'attrattiva per le realtà spirituali, ma la concupiscienza (un forsennato desiderio malato di possesso egoico) per le cose della vita mortale. "Così gli occhi della donna e dell'uomo si aprono non come aveva detto Satana a una divina acutezza d'intelligenza, ma alla percezione della loro nudità". Così Procopio, un antico Padre. Interessante anche l'interpretazione di antichi rabbini circa quell'accorgersi di essere nudi, ossia di essere stati spogliati di quella "gloria di Dio" di cui l'uomo e la donna, nati dalla sua volontà d'amore, erano rivestiti.
Oggi, nella mia pausa contemplativa, rileggerò con calma questa pericope densissima, troppo spesso insabbiata nelle vaghe reminiscenze da... "catechismo della prima comunione". Mi chiederò se la mia vita sempre più si lascia illuminare nell'obbedienza alla sua Parola, o se spesso scivolo nell'illusionismo della "contro-parola", che sono le più svariate suggestioni di Satana.
Signore Gesù, tu che hai voluto rivestire questa nostra natura denudata della gloria di Dio per riscattarla dal peccato e dalla morte, fa' che le mie scelte siano, in te e per te, scelte di obbedienza alla volontà del Padre e assidua ricerca della sua gloria.
La voce di un Padre della Chiesa
«E non c'indurre in tentazione». C'insegna forse il Signore a pregare di non essere mai tentati? Entrare in tentazione non è farsi sommergere dalla tentazione. Infatti la tentazione sembra come un torrente di difficile passaggio. Alcuni, che nelle tentazioni non si lasciano sommergere, l'attraversano. Sono bravi nuotatori che non si fanno trascinare dal torrente. Gli altri, che tali non sono, entrati ne vengono sommersi.
Cirillo di Gerusalemme