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TESTO Commento su Luca 12,49-53

Omelie.org - autori vari  

XX Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (14/08/2016)

Vangelo: Lc 12,49-53 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 12,49-53

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 49Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! 50Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!

51Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. 52D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; 53si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

COMMENTO ALLE LETTURE

Commento a cura di don Eduard Patrascu

Tenete lo sguardo fisso su Gesù, perché non vi stanchiate"

Alla prima vista, da tutte le letture di questa domenica, incluso il salmo, viene fuori un sentimento di tristezza, di desolazione e di scoraggiamento. Il profeta Geremia, il profeta di Dio, viene castigato senza che nemmeno il re possa fare alcunché davanti ai potenti del popolo. Il re lo dice esplicitamente: "il re infatti non ha poteri contro di voi". Il salmo è un grido verso Dio da parte di un profeta - forse "IL" profeta - per trovare un appoggio nella sofferenza. Ma è un grido che diventa preghiera di fiducia, addirittura di lode, testimonianza per molti che, grazie a lui, confideranno nel Signore. Questo motivo della testimonianza è rafforzato dalla seconda lettura, dove l'esempio da seguire non è un profeta qualsiasi, bensì il Sacerdote Supremo, Gesù, su cui l'autore invita a tenere fisso lo sguardo proprio per non scoraggiarsi.

Ma è il Vangelo che, stranamente, indurrebbe fortemente un sentimento di scoraggiamento. Come, Gesù non è venuto a portare la pace? Porta divisione? Abbiamo noi bisogno di un Dio che ci divida, ce ci tolga la pace? Coi tempi che corrono, quando in nome di Dio alcuni seminano discordia, guerra, divisione, paura, neanche il Dio dei cristiani ci salva?

É tempo di vacanza per tanti. Ci vuole un po di riposo dopo la stanchezza accumulata lungo l'anno lavorativo. Molti risentono facilmente della stanchezza del corpo e prendono provvedimenti, ed è giusto che sia così. Sulla base delle letture di questa domenica, sarebbe magari bello cercare di intravvedere se esiste, per caso, anche una certa stanchezza interiore, dell'animo. Credo che, in questi ultimi mesi, ci sono stati diversi episodi che hanno messo a dura prova la freschezza del cuore, suscitando magari tante di quelle domande ardue, difficili, dalla risposta quasi impossibile. Riusciamo a scorgere e riconoscere queste domande che abbiamo nel cuore? Oppure preferiamo abbandonarle e così paralizzare il nostro cuore e la nostra fede? Tanto, non ci fanno male!

Contro questa paralisi del cuore viene Gesù a portare il fuoco! E quanto desidera che questo fuoco sia acceso! É il fuoco - che noi chiamiamo Spirito Santo - che ha la missione di bruciare tutte le nostre ruggini del cuore, tutta la nostra stanchezza nella fede, tutto ciò che, a causa della nostra disattenzione e negligenza, tende a far marcire la pianticella della nostra fede, pianticella che cresce solo se annaffiata dall'acqua sempre fresca e nuova della fede.

Gesù vuole fare divisione tra il fango e l'acqua, tra una vita vissuta in base ai soli desideri dell'istinto (che porta tanto fango nella vita, fino al rischio di far affondare dentro questo fango persino una vita impegnata) e l'acqua viva di una vita di fede che si nutre proprio da queste domande ardue, difficili, quasi impossibili.

Chiediamo oggi al Signore la grazia di non aver paura delle domande difficili. Una fede autentica - attenta a Dio e attenta all'uomo (oppure, attenta alla teologia senza scordare la storia di ogni giorno) - si nutre di tutto ciò che il Signore trasmette attraverso la sua Parola (e la Parola di Dio deve essere provocatoria, altrimenti cade nel vuoto), anche attraverso la nostra storia, le nostre vicende di tutti i giorni, le nostre domande, inquietudini e stanchezza. Che il Signore ci aiuti a far divisione tra ciò che può aiutarci a crescere nella fede da ciò che, invece, ci avviluppa nel fango di una vita banale, provocando la stanchezza del cuore sino al sonno mortifero dell'animo. Antidoto alla stanchezza del cuore è il coraggio di tornare sempre a guardare il volto misericordioso di Gesù... magari mantenendo lo sguardo fisso su di esso, senza stancarci troppo!

 

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