PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO In chi hai posto la tua fiducia?

don Alberto Brignoli  

XVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (31/07/2016)

Vangelo: Lc 12,13-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 12,13-21

In quel tempo, 13uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». 14Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». 15E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».

16Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. 17Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? 18Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. 19Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. 20Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. 21Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

Vatti a fidare degli uomini... Anche riguardo alla persona più affidabile di questo mondo, anche per il parente più stretto, chi di noi metterebbe la mano sul fuoco? Sì, sicuramente abbiamo tutti un amico più caro degli altri, o una persona della quale possiamo dire "Questa non mi tradirà mai"; purtroppo, però, l'imprevedibilità e soprattutto la debolezza della natura umana possono portare in qualsiasi momento due persone che si sono giurate fedeltà e lealtà per tutta la vita a farsi la guerra. Pensiamo a quando un amore tra due persone finisce, oppure alla situazione che si intravede nel vangelo di oggi, quella di due fratelli che litigano per questioni di eredità dopo la morte dei genitori. È difficile potersi fidare delle persone, soprattutto quando ci sono di mezzo interessi economici. Ma se fidarsi delle persone è difficile, quanto più lo è delle cose materiali, dei beni, dei soldi, delle ricchezze in generale.

Se costruire la propria vita sulla fiducia nei confronti di una persona è un rischio grande ma comunque ci può stare, e spesso ne vale la pena, costruirla sulla fiducia nei confronti dei beni materiali è pura stoltezza, per usare le parole del Vangelo; è pura vanità, totale inaffidabilità, assoluta inconsistenza, per usare le parole di Qoèlet, che usa un termine tanto bello quanto intraducibile per indicare le cose su cui, nella vita, non è possibile fare affidamento. "Hébel", da sempre tradotto con "vanità", è un termine che ricorre 36 volte nella Bibbia, di cui 23 proprio in Qoèlet, che ne fa quindi un suo leit-motiv. La traduzione più esatta sembra essere, tuttavia, quella di "soffio", di "nube inconsistente", paragonabile alla nube di rugiada che sale al mattino da un fiume a fondovalle e che svanisce non appena il primo raggio di sole illumina il terreno circostante.

"Hébel" è, per Qoèlet, tutta la vita, anche quella vissuta nel miglior modo possibile, in totale dignità, faticando con le proprie mani, lavorando con sapienza e intelligenza, per poi lasciare il tutto a chi, non avendo faticato, lo sperpera in pochi istanti. È la storia di tanti padri di famiglia che hanno costruito un'attività con il sudore delle proprie mani e se la vedono mandare in fumo, o in alcool, o in droga, o in divertimento, da parte di qualcuno dei loro figli; ma è anche la storia di chi, non fidandosi nemmeno dei propri cari o dei propri congiunti, si fida solo di se stesso e delle proprie ricchezze, e continua a lavorare, accumulare, arricchirsi per giungere poi all'età in cui, finalmente, può onestamente godersi tutto ciò su cui ha costruito il proprio benessere. Sennonché, anche il benessere è "hébel", e può svanire in un solo istante insieme con la nostra vita che, per quanto ben conservata da tutti i rituali fitness a cui ci sottoponiamo, è essa stessa "hébel", e può terminare prima ancora che iniziamo a godercela.

È una situazione di empasse da cui non se ne esce più, pare: se ti fidi degli uomini, sei "hébel", se ti fidi dei tuoi cari, sei "hébel", se ti fidi del lavoro delle tue mani, sei "hébel", se ti fidi dei beni materiali che hai accumulato lavorando onestamente, sei "hébel". E allora? Tutto è inutile? Tutto è una perdita di tempo? Nient'affatto: tutto è "hébel", ma lo è solo perché poniamo la nostra fiducia nelle persone o nelle cose sbagliate invece di porla nell'unica persona che conta.

Se solo l'interlocutore del Vangelo di oggi avesse ascoltato il discorso che Gesù ha fatto pochi istanti prima di interpellarlo (Luca dedica buona parte del capitolo 11 alla fiducia del discepolo in Dio Padre); se solo fossimo convinti che siamo risorti con Cristo e che quindi dobbiamo cercare le cose di lassù, come ci dice Paolo nella seconda lettura; forse, allora, tutto nella vita continuerebbe ad essere "hébel", ma noi avremmo quantomeno posto la nostra speranza in Qualcuno che non passa mai, e che ci mette in guarda subito, senza mezzi termini, dall'inconsistenza dei beni effimeri della vita: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell'abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».

 

Ricerca avanzata  (53719 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: