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TESTO Come ci si rivolge a Dio?

don Giovanni Berti

XVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (24/07/2016)

Vangelo: Lc 11,1-13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 11,1-13

1Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». 2Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:

Padre,

sia santificato il tuo nome,

venga il tuo regno;

3dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,

4e perdona a noi i nostri peccati,

anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,

e non abbandonarci alla tentazione».

5Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, 6perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, 7e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, 8vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.

9Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. 10Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. 11Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? 12O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? 13Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

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"Per scrivere la lettera al vescovo, come devo iniziare? Con quale titolo? Eminenza? Eccellenza? Monsignore...?"

Questa è la domanda che spesso i ragazzi mi fanno quando chiedo loro di scrivere al Vescovo la lettera per la domanda della Cresima in vista della celebrazione del Sacramento.

Io rispondo loro che non si devono affatto preoccupare di come si rivolgono al vescovo, e che "Eccellenza", "Eminenza", "Monsignor"... vanno tutti bene, basta che siano sinceri e che siano consapevoli che in fondo si rivolgono ad un fratello nella fede, anche lui amico di Gesù come loro.

Anche i discepoli di Gesù si rivolgono al loro Maestro chiedendo come pregare Dio. Non è solo una questione di parole, ma del significato vero e del contenuto della preghiera. Da come ci si rivolge a Dio dipende quale rapporto si ha con Lui. I discepoli hanno capito che Gesù sta mostrando loro un volto diverso di Dio, diverso da come erano stati educati, e questo li mette in difficoltà e li costringe a ripensare la loro fede.

Gesù mostra Dio come vicino all'uomo, pronto ad ascoltarlo come un amico, anzi ancor di più come un padre.
Quando pregate dite "Padre...".

L'evangelista Luca è ancora più sintetico nel riportare le parole di Gesù rispetto al racconto dell'evangelista Matteo, dal quale abbiamo preso le parole della preghiera fondamentale per noi cristiani, il Padre Nostro.

In entrambe le versioni dell'insegnamento di Gesù, quella di Luca e quella di Matteo, la parola Padre è la prima e fondamentale. A Dio non ci si rivolge come un "essere superiore", come "Dio onnipotente", come "eterno e immobile", e tutte le varie rappresentazioni di Dio che ci sono nella storia passata e presente, ma ci si rivolge a lui semplicemente come "padre". E' così che più volte Gesù si rivolge a Dio, specialmente nei momenti di maggior confidenza e intimità, così come è ricordato in altri passi del Vangelo (per esempio nel Vangelo di Matteo al capitolo 11, 25...).

Dio è padre, ed è da questa parola messa all'inizio che dipende il resto delle parole, il senso della preghiera, e il modo stesso di vivere la nostra fede.

Se tolgo da Dio la rivelazione che è "padre", il suo volto prende le sembianze del giudice o del despota della storia che decide come tiranno assoluto il bene o male della terra.

Dio è padre, che perdona perché è padre e noi siamo figli. Dio è padre e quindi non può non volerci bene anche quando non capiamo il suo modo di agire, e le risposte alle nostre domande tardano ad arrivare e ci sembra distante. Dio è sempre padre e non può che darci cose buone per farci vivere e non morire.

A volte Dio sembra sordo alle nostre preghiere perché noi abbiamo chiesto a Dio cose sbagliate e non chiediamo quello di cui veramente abbiamo bisogno. Spesso Dio lo invochiamo pensando che sia il distributore di premi o di beni, ma dimentichiamo che Dio come padre ha il dono più grande da dare che è il suo amore, quello che nella preghiera è il vero pane senza il quale non possiamo vivere.

Credo davvero che appena Dio sente dalle nostre labbra e soprattutto dal nostro cuore che ci rivolgiamo a lui come padre, si accende di una gioia così grande che non può che ridonare a noi moltiplicata.

Quale è dunque il modo migliore per pregare Dio? Iniziamo da "Padre" e non sbaglieremo mai!

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