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TESTO Quel potere dato per imparare ad amare

don Bruno Maggioni

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I Domenica di Quaresima (Anno A) (13/02/2005)

Vangelo: Mt 4,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 4,1-11

In quel tempo, 1Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 2Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». 4Ma egli rispose: «Sta scritto:

Non di solo pane vivrà l’uomo,

ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».

5Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti:

Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo

ed essi ti porteranno sulle loro mani

perché il tuo piede non inciampi in una pietra».

7Gesù gli rispose: «Sta scritto anche:

Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».

8Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». 10Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti:

Il Signore, Dio tuo, adorerai:

a lui solo renderai culto».

11Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

Sostanzialmente il diavolo suggerisce a Gesù di percorrere una via messianica conforme alle attese popolari. Lo storico ebreo Giuseppe Flavio racconta - ad esempio - che uomini fanatici sobillavano il popolo invitandolo a recarsi nel deserto perché là Dio avrebbe ripetuto il prodigio della manna, o a recarsi sulla spianata del tempio dove Dio sarebbe prodigiosamente disceso dal cielo, e assicuravano che il Messia avrebbe assunto la sovranità sul mondo intero. Conformarsi alle attese del popolo (per essere in tal modo accettato e popolare) o attenersi alla parola di Dio? Ecco la prova.

Prima tentazione: «Se sei Figlio di Dio dì a questi sassi che diventino pane». Non si tratta semplicemente di soddisfare la fame, ma di usare la potenza di Dio a proprio vantaggio. Gesù più tardi moltiplicherà i pani, ma per la folla, non per sé. Egli non ha mai sfruttato la sua condizione di Figlio di Dio a proprio vantaggio, come riconosceranno - sia pure ironicamente - i notabili e i soldati sotto la Croce: «Ha salvato altri, salvi se stesso se davvero è il Messia».

Seconda tentazione: «Se sei Figlio di Dio buttati giù». Buttarsi dal tempio può apparire un gesto che manifesta la grandiosità della potenza di Dio: un gesto che rivela la sua gloria. Certo soddisfa il discepolo, che in tal modo può vantarsi della potenza del proprio Dio. Ma nulla, o ben poco, dice dell'identità del vero Dio, che è amore. Buttarsi dal tempio è spettacolo, non rivelazione.

Terza tentazione: Satana «Gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e disse: se ti prostrerai davanti a me sarà tutto tuo». È la via del potere, inteso come volontà di dominio che si impone con la forza: una via per molti efficace e risolutiva, tanto da tentare anche spiriti religiosi. Invece passa necessariamente per l'adorazione di Satana. In questa terza proposta del tentatore sono da notare il vocabolo gloria e l'insistenza sull'universalità: «tutti i regni... tutte queste cose». I regni della terra non appartengono a Satana. Ma la loro arroganza sì. Desiderare di dominare il mondo è idolatria. Su questo il diavolo è sincero: «Se ti prostrerai davanti a me».

Quanto abbiamo detto non impedisce di ritrovare nella triplice prova di Gesù anche la dimensione morale, personale e quotidiana, interna a ciascuno: quella di servirsi persino della potenza di Dio per avere o potere o farsi valere. Atteggiamenti questi che corrispondono ai canoni del mondo, ma non al Vangelo. La potenza di Dio è donata per amare e servire, non per avere, potere e farsi valere.

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