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TESTO Quaresima, tempo di conversione e lotta ad ogni devastazione morale e personale

padre Antonio Rungi

I Domenica di Quaresima (Anno A) (13/02/2005)

Vangelo: Mt 4,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 1Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 2Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». 4Ma egli rispose: «Sta scritto:

Non di solo pane vivrà l’uomo,

ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».

5Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti:

Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo

ed essi ti porteranno sulle loro mani

perché il tuo piede non inciampi in una pietra».

7Gesù gli rispose: «Sta scritto anche:

Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».

8Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». 10Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti:

Il Signore, Dio tuo, adorerai:

a lui solo renderai culto».

11Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

Con il Mercoledì delle Ceneri siamo entrati "ufficialmente" nel lungo periodo di preparazione spirituale alla Pasqua, che è la Quaresima. L'imposizione delle ceneri sul nostro capo ci ha indicato il percorso da fare in questi giorni: "Convertitevi e credete al Vangelo". Quaresima è tempo di conversione della mente e del cuore a Dio, per distanziarci dalle creature, perché la vera conversione consiste in una sincera e sentita avversione a tutto ciò che non è Dio ed una piena immersione in ciò che è manifestazione di Dio in noi ed intorno a noi.

Questa prima domenica di Quaresima si colloca quindi nel solco di tale itinerario spirituale, facendo tesoro della Parola di Dio, che vede risuonare maggiormente nel nostro cuore durante questo periodo penitenziale, di incidenza spirituale, come sottolinea la colletta di questa giornata: "O Dio, nostro Padre, con la celebrazione di questa Quaresima, segno sacramentale della nostra conversione, concedi a noi tuoi fedeli di crescere nella conoscenza del mistero di Cristo e di testimoniarlo con una degna condotta di vita". Ma la ricchezza ed il tesoro di quanto la Parola di Dio vuole trasmetterci in questa "Pasqua settimanale", li troviamo nelle letture bibliche che costituiscono la liturgia della Parola della Prima Domenica di Quaresima.

Il richiamo del peccato originale, di cui ci riferisce il testo della Genesi, prima lettura odierna, ci fa capire la nostra debolezza costituzionale, che nonostante la redenzione operata da Cristo, nel mistero della sua Pasqua, rimane non completamente superata. Abbiamo bisogno di cure e terapie continue per elevare il grado di risposta agli stimoli esterni, ai virus infettanti, le tentazioni, i peccati, che minano continuamente la nostra struttura spirituale. Tali cure consistono nell'ascolto della Parola di Dio, nella preghiera, nella frequenza ai sacramenti, che sono i mezzi indispensabili per avere la grazia santificante. Senza tali cure a lungo termine, facilmente possiamo ricadere nella fragilità del peccato e della colpa volontaria. E se questo dovesse persistere nel tempo, abbiamo bisogno di cure più intensive e mirate. La Quaresima è questo periodo speciale per cure spirituali che, se ben seguite, possono portare a risultati insperati. La guarigione della nostra anima potrebbe essere un fatto certo. Ma si tratta di partire dalla convinzione di essere di fatto peccatori e, a volte, anche incalliti nei nostri mali. Da qui la preghiera che eleviamo al Signore, con il Salmo responsoriale di questa Domenica: "Perdonaci, Signore: abbiamo peccato. Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia; nella tua grande bontà cancella il mio peccato. Lavami da tutte le mie colpe, mondami dal mio peccato. Riconosco la mia colpa, il mio peccato mi sta sempre dinanzi. Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, l'ho fatto".

La seconda lettura, tratta dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Romani, ci riporta alla tematica centrale di questa Domenica, quella del mistero dell'umana redenzione che Cristo porta a termine nella sua e nostra Pasqua di Passione, Morte e Risurrezione: "Come dunque per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l'opera di giustizia di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione che dà vita. Similmente, come per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti".

Il Vangelo ci presenta, invece, l'esperienza di Cristo nel deserto, ove fu tentato e come egli resistette a Satana. La triplice tentazione, ognuna con un significato ed un valore morale diverso, ci fa capire la professione del male nella nostra vita, se ci abbandoniamo alle tentazioni, da quelle più semplici a quelle più complesse. La tentazione della materia, quella dell'orgoglio e del potere. Cose su cui facilmente anche noi veniamo tentati e forse anche cediamo. Cristo ci educa alla pedagogia della risposta personale e libera da ogni tentativo di distruzione della nostra piena libertà e della nostra interiorità. Penitenza, digiuno, deserto, preghiera sono le armi che ci corazzano ogni giorno contro il male. Il fascino del male può catturare anche chi è fortificato. Per cui, è necessario un supplemento di preghiera, penitenza, riservatezza, solitudine, per ritemprarsi e fortificarsi al fine di fronteggiare le continue tentazioni della vita. Oggi soprattutto che tali tentazioni ci rincorrono ovunque. Il Dio denaro, la potenza della tecnica e dell'economia, la scienza che avanza senza valutazione morale, il culto dell'immagine, dell'apparire, la potenza militare, politica, economica, possono produrre in noi una terribile devastazione dell'anima, che, attratta da simili apparenti beni, diventa incapace di cogliere il bene al di fuori di tali orizzonti terreni e prospettive del tempo.

Facciamo nostra la preghiera che eleviamo al Signore con il Prefazio odierno, avendo come modello del nostro essere ed agire da cristiani proprio il Divino Maestro delle nostre anime: "Egli consacrò l'istituzione del tempo penitenziale con il digiuno di quaranta giorni, e vincendo le insidie dell'antico tentatore ci insegnò a dominare le seduzioni del peccato, perché celebrando con spirito rinnovato il mistero pasquale possiamo giungere alla Pasqua eterna".

Siamo invitati a consacrare questi giorni di Quaresima ad una vita più penitente, più riflesso dell'immagine di Dio che ci portiamo dentro, più distaccati dai beni della terra e capaci di grandi gesti di bontà e tenerezza verso tutti, con uno stile di carità operosa, che trasformi il tempo quaresimale in un vero itinerario di conversione e rinnovamento spirituale.

 

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