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TESTO Commento su 1Cr 15,3-4.15-16; 16,1-2; Sal 131; 1Cor 15,54b-57; Lc 11,27-28

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Assunzione della Beata Vergine Maria (Messa della Vigilia) (15/08/2016)

Vangelo: 1Cr 15,3-4.15-16; 16,1-2; Sal 131; 1Cor 15,54b-57; Lc 11,27-28 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 11,27-28

27Mentre diceva questo, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». 28Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

Quasi a metà dell'estate arriva la solennità dell'Assunzione della Beata Vergine Maria. Fin dai primi secoli dell'era cristiana la Chiesa ha percepito Maria come cammino e meta che attende ogni uomo. Già nel II secolo A. D., Ireneo di Lione, discepolo di Policarpo di Smirne a sua volta discepolo dell'apostolo Giovanni, nel suo trattato " contro le eresie" ( il cui titolo originale greco era: " Smascheramento e confutazione della falsa gnosi" ), scriveva: " Dio si è fatto uomo perché l'uomo possa diventare Dio". Ciò a significare l'importanza dell'incarnazione e l'importanza che la vergine ha avuto nell'accogliere nel suo grembo, a nome di tutta l'umanità, il Verbo, il Figlio di Dio. Maria, la " Donna vestita di sole" dell'apocalisse di Giovanni, si trova ormai al di la della morte e del giudizio, nel "regno di Dio"; tuttavia, essendo infinitamente materna, rimane rivolta verso gli uomini, le loro sofferenze. Nella Chiesa antica essa è colei che sull'inferno pronuncia la preghiera di salvezza universale.
La festa dell'Assunzione venne celebrata, per la prima, volta intorno al seicento, a Costantinopoli e, pappa Teodoro I, la fece celebrare, quarant'anni più tardi, anche nella Chiesa occidentale. Nel 1950 Pio XII ne proclamò il dogma. Con questa solennità tutto il creato viene assunto dall'Increato, tutta la carne umana diventa eucaristia. certamente Maria è la vera icona del popolo dei credenti, l'Israele santo da cui sono nati, il Messia, la Chiesa, la comunità cristiana che genera figli al Signore sotto la croce.
Maria è anche la prima fra le creature a entrare, con tutta la sua interezza, nello spazio e nel tempo Creatore perché, col suo fiat all'angelo aveva acconsentito al divino di fare irruzione nell'umano.

Nella liturgia dell'odierna solennità è messa in primo piano la figura dell'Arca dell'alleanza. Segno dell'alleanza tra Dio e Israele, non solo, ma anche immagine della presenza di Dio con noi.
Oggi festeggiamo Maria quale Arca della Nuova Alleanza. Il brano dell'Apocalisse prosegue presentando la donna "vestita di sole", immagine come abbiamo già scritto del popolo di Dio, che "gridava per le doglie e il travaglio del parto", immagine del peccato del popolo, ma partorisce il Messia. A questo punto della visione compare un personaggio inopportuno: " un enorme drago rosso", simbolo del male, che si pone davanti alla donna, pronto a divorare il figlio maschio che da lei sta per nascere, in quanto è destinato da Dio a sconfiggerlo. L'intento del drago - Satana - non raggiunge il suo fine perché: "il figlio fu subito rapito verso Dio e verso il suo trono" mentre la donna fugge nel deserto affidando la sua sorte solo a Dio. Maria, l'immagine vivente del popolo di Dio, ha anche lei vissuto la prova della fede, il silenzio del deserto, la contraddizione della croce. Oggi noi la festeggiamo come madre gloriosa del datore di vita eterna.

Il salmista nei vv. 10-11;12;15b16, di questo epitalamio, entrato a far parte del secondo libro dei salmi, invita a contemplare lo splendore della regina che sta alla destra del suo Signore. La Chiesa, fa proprio questo canto nuziale, dandogli, fin dai primi tempi della sua comparsa, una interpretazione mariologica ed ecclesiologia, in virtù della partecipazione della Beata Vergine al mistero dell'incarnazione e al mistero della Chiesa.

San Paolo nella seconda lettura della liturgia della parola (1 Cor 15,20-26), afferma che tutti quanti gli uomini " muoiono in Adamo", primo uomo della vecchia umanità. Ma è il primo uomo della nuova umanità, Gesù Cristo, il risorto, che dà a tutta l'umanità una vita nuova, abolendo, per mezzo della Chiesa, la paura della morte in chi crede fortemente in lui.

Il Vangelo di questa giornata celebra il mistero dell'Assunzione al cielo della madre di Dio, è polarizzato sul canto del Magnificat e sulle parole di Elisabetta alla giovane parente.
Le parole di colei che tutti considerano sterile fanno parte della preghiera Ave Maria, mentre il Magnificat viene recitato tutte le sere alla celebrazione del Vespro. Il Magnificat è una delle più belle lodi a Dio che troviamo nella Sacra scrittura oltre a essere il canto di una donna alla quale padre David Maria Turoldo si rivolge con le seguenti parole: " Tu, cattedrale del grande silenzio". Altre parole, che gli evangelisti riportano nel vangelo, sono quelle contenute in Gv 2, 5: " Qualsiasi vi dica, fatela". Per il resto del Nuovo testamento essa è la donna silenziosa, disposta all'ascolto (Scemà Israel ) serbando tutto nel suo cuore. Maria è spinta dallo Spirito Santo in una città della Giudea che una tradizione cristiana del VI secolo identifica nel villaggio di Ain Karim, residenza di Elisabetta, 150 Km a sud di Nazaret. Il suo è un viaggio spirituale che prefigura l'andare della Chiesa ad annunziare la Buona Novella ai poveri: Fra questi c'è Elisabetta, che colma di Spirito Santo, proclama Maria "benedetta fra le donne" perché madre del Benedetto per eccellenza. La risposta di Maria al saluto della cugina è un ringraziamento a Dio che riecheggia quello della madre di Samuele (1 Sam 2, 1-2 ). In esso è contenuto un'allusione al nome del bambino che porta nel grembo "mio Salvatore". Salvatore di tutti i poveri di JHWH come Lei.

Revisione di vita
- Elisabetta si rivolge a Maria spinta dallo Spirito Santo. Noi lasciamo parlare lo Spirito Santo che ci abita?
- La grandezza di Mari sta nella docilità allo Spirito Santo. Sappiamo imitare la sua libertà di cuore nell'accogliere l'azione della terza Persona della Trinità?
- Siamo capaci di dire a Dio che gli apparteniamo come egli appartiene a noi?

Marinella ed Efisio Murgia di Cagliari

 

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