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TESTO Commento su Gal 2,16.19-21

Monastero Domenicano Matris Domini  

XI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (12/06/2016)

Brano biblico: Gal 2,16.19-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 7,36-8,3

In quel tempo, 36uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. 37Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; 38stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. 39Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».

40Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». 41«Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. 42Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». 43Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». 44E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. 45Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. 46Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. 47Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». 48Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». 49Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». 50Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».

1In seguito egli se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici 2e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; 3Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.

Forma breve (Lc 7,36-50):

In quel tempo,36uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. 37Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; 38stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. 39Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».

40Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». 41«Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. 42Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». 43Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». 44E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. 45Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. 46Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. 47Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». 48Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». 49Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». 50Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».

Collocazione del brano
Paolo nel capitolo 2 continua a raccontare ciò che ha vissuto dopo la sua conversione. Dopo quattordici anni di predicazione era tornato a Gerusalemme e si era confrontato con i capi di quella comunità. Poi racconta di quando Pietro era venuto ad Antiochia e si era lasciato condizionare dai cristiani provenienti dall'ebraismo che portavano avanti ancora le norme di purezza della loro vecchia religione. Da questo episodio Paolo prende spunto per parlare dell'argomento centrale della lettera ai Galati: con Cristo si è reso chiaro che la Legge ebraica non ha alcuna efficacia per ottenere la salvezza.

Lectio
Fratelli, 16sapendo che l'uomo non è giustificato per le opere della Legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Cristo Gesù per essere giustificati per la fede in Cristo e non per le opere della Legge; poiché per le opere della Legge non verrà mai giustificato nessuno.
La giustificazione è uno degli argomenti più importanti degli scritti di Paolo. Il verbo giustificare proviene dal linguaggio giudiziario, indica la sentenza assolutoria di un giudice che riconosce e dichiara l'innocenza dell'accusato. Entrato nel vocabolario religioso, servì a qualificare i rapporti che legano Dio e il popolo all'interno della logica dell'alleanza. I due contraenti sono giusti nella misura in cui sono fedeli all'alleanza. Mentre Dio è sempre fedele, l'uomo non è capace di mantenere questa fedeltà. Come potrà ritornare giusto? Ritornando a osservare i comandamenti, la legge. I pagani di per sé senza legge non potevano essere considerati giusti.
Con Gesù Cristo le cose cambiano. Lui si sostituisce alla Legge. Nella nuova alleanza si entra non con l'osservanza di una legge ma credendo in Gesù morto e risorto. Dio ci "rene giusti" chiamandoci a credere nel figlio suo.

19In realtà mediante la Legge io sono morto alla Legge, affinché io viva per Dio. Sono stato crocifisso con Cristo,
Il testo liturgico salta i vv. 17 e 18, secondo i quali i cristiani giudei se cercano la giustificazione nelle opere non sono per niente diversi dai pagani peccatori. Il sistema di prima è ormai distrutto, non può più essere ripristinato. Così colui che segue Cristo davanti alla Legge è morto, cioè la Legge non ha più potere su di lui. Egli è morto con Cristo, perché ha creduto alla Sua morte, al potere liberante che questa morte ha avuto su tutti i credenti. Essi ora possono vivere per Dio, grazie a Lui, per compiere il Suo progetto di amore.

20e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me.
Il credente è morto come persona che sotto la legge cercava la sua autorealizzazione attraverso l'osservanza di regole esterne. Ora vive perché accetta la logica dell'amore di Cristo che accetta di andare oltre il limite della morte. Come Cristo il credente si consegna per gli altri, la sua libertà è a servizio per.

21Dunque non rendo vana la grazia di Dio; infatti, se la giustificazione viene dalla Legge, Cristo è morto invano.
Paolo conclude dunque ricordando di nuovo che non è più possibile ritornare alla Legge mosaica. Ciò svuoterebbe di significato la morte di Cristo in croce, renderebbe vano il disegno di Dio, la sua grazia.

Meditatio
- Quali sono le "opere della Legge" che ho cercato di realizzare?
- Cosa significa per me essere morto con Cristo?
- Mi capita mai di sentire che Cristo vive in me? In quali circostanze?

 

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