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TESTO Commento su Gal 1,11-19

Monastero Domenicano Matris Domini  

X Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (05/06/2016)

Brano biblico: Gal 1,11-19 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 7,11-17

In quel tempo, 11Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. 12Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. 13Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». 14Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». 15Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. 16Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». 17Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.

Collocazione del brano
Dalla nona alla quattordicesima domenica del Tempo Ordinario ci viene proposta la lettera di san Paolo apostolo ai Galati. Ai tempi di Paolo era chiamata Galazia la regione centro-settentrionale dell'Asia Minore (attuale Turchia). Era abitata da popolazioni celtiche scese nel III secolo a.C. Nel 189 a.C. fu conquistata dai Romani. Paolo si era fermato in questa regione gravemente malato e i Galati lo avevano accolto e curato. Paolo aveva annunciato loro il Vangelo cercando di adattarsi alla loro mentalità e con molta fatica era riuscito a far sì che abbracciassero la fede. Però poi, qualche tempo dopo la partenza di Paolo i Galati furono visitati da altri predicatori che li convinsero ad assumere le usanze ebraiche (osservanza della Legge, circoncisione) insieme al Vangelo. Questo sarebbe stato tradire la novità di Gesù che aveva completato e superato la legge antica. Paolo scrive dunque questa lettera ai Galati per dissuaderli a compiere questo gesto. In particolare questa lettera diventa un'occasione per chiarire quale sia la posizione del cristiano nei confronti della legge mosaica.
Il brano di oggi segue l'indirizzo e i primi versetti in cui si annuncia il contenuto della lettera. Paolo da credibilità alle sue parole ricordando che il Vangelo che egli proclama lo ha ricevuto per rivelazione. Inoltre troviamo anche delle preziose informazioni autobiografiche di Paolo, riguardanti la sua conversione e gli inizi della sua predicazione.

Lectio
11Vi dichiaro, fratelli, che il Vangelo da me annunciato non segue un modello umano;
In filigrana a queste parole possiamo cogliere le critiche che gli avversari avevano fatto a Paolo. Poiché non faceva parte del gruppo originario degli apostoli, si sminuiva il suo annuncio, dicendo che lo aveva ricevuto da altri. Del resto egli non era altro che un inviato della Chiesa di Antiochia ed era andato a Gerusalemme proprio per farsi accreditare da quella Chiesa e dalle sue autorità.
Paolo risponde con decisione a queste critiche, raccontando le circostanze della sua conversione e del modo in cui ha ricevuto il mandato di predicare. La Parola che egli porta è divina e non umana. I termini qui utilizzati appartengono al linguaggio tecnico della Chiesa.

12infatti io non l'ho ricevuto né l'ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo.
La vicenda di Paolo è certo eccezionale. Davvero anche Paolo ha ricevuto il Vangelo da Gesù Cristo, con la stessa dignità degli altri apostoli. Il Padre ha deciso di manifestargli il mistero di Gesù. Il sostantivo apokalypsis (rivelazione) indica lo svelamento di ciò che è nascosto e impenetrabile all'occhio umano.

13Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo: perseguitavo ferocemente la Chiesa di Dio e la devastavo,14superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e connazionali, accanito com'ero nel sostenere le tradizioni dei padri.
Non può essersi inventato quanto racconta poiché egli era davvero dall'altra parte della barricata, era uno degli ebrei che più accanitamente perseguitavano i cristiani. Non era assolutamente possibile che Paolo nutrisse qualsiasi simpatia nei confronti della fede cristiana.

15Ma quando Dio, che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia, si compiacque 16di rivelare in me il Figlio suo perché lo annunciassi in mezzo alle genti, subito, senza chiedere consiglio a nessuno, 17senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco.
A un certo punto accadde qualcosa che capovolse completamente la vita di Paolo. Egli ora che è accaduto lo legge all'interno del progetto di amore di Dio. Sin dal seno della madre si sente predestinato alla missione. Per parlare della sua esperienza Paolo riprende gli scritti dei profeti. C'è un'elezione da parte di Dio, che va oltre ogni merito. Paolo si sente parte di un progetto molto più ampio, in cui è stato inserito. Egli ci tiene dunque ad affermare la piena dignità della sua chiamata e la sua indipendenza da Gerusalemme. Dopo aver ricevuto la prima rivelazione (di nuovo il verbo relativo ad apokalypsis) egli va in Arabia, cioè nella regione a sud-est di Damasco, compresa nel regno dei Nabatei. Non si tratta di un momento di ritiro e di riflessione, ma piuttosto già di un'attività missionaria, come si può comprendere dal contesto di questi versetti e da quanto si dice anche più avanti al v. 23: "colui che una volta ci perseguitava, ora va annunciando la fede che un tempo voleva distruggere".

18In seguito, tre anni dopo, salii a Gerusalemme per andare a conoscere Cefa e rimasi presso di lui quindici giorni; 19degli apostoli non vidi nessun altro, se non Giacomo, il fratello del Signore.
Si recò poi a Gerusalemme, ma solo dopo tre anni, per confrontarsi con Cefa, cioè Pietro. L'incontro però fu abbastanza breve, solo 15 giorni e i contatti ridottissimi, degli altri apostoli vide solo Giacomo. Costui non faceva parte dei 12 apostoli, ma era cugino di Gesù e nella Chiesa di Gerusalemme aveva molta importanza.

Meditiamo
- In quali cose mi rendo conto che il Vangelo in cui credo non è stato inventato da una mente umana?
- Quali sono le battaglie che porto avanti con animo accanito?
- C'è qualcosa per cui anche io mi sono sentito chiamato sin dal seno di mia madre?

 

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