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TESTO La fede nel Cristo crocifisso e la nostra adesione a Lui

padre Antonio Rungi

XII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (19/06/2016)

Vangelo: Lc 13,23-29 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 9,18-24

18Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». 19Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia; altri uno degli antichi profeti che è risorto». 20Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». 21Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno.

22«Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».

23Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. 24Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà.

La dodicesima domenica del tempo ordinario sollecita una nostra sentita riflessione e meditazione sulla croce di Cristo e soprattutto su Chi questa croce l'ha portata per primo e che, poi, la indica come strumento di salvezza per tutti i suoi discepoli.
Il Vangelo di oggi, infatti, tratto da san Luca, ci presenta un sondaggio di opinione, fatto dallo stesso Gesù, circa la percezione che la gente ha di Lui.
Sono tante le ipotesi e le concetture che si fanno su Gesù, dall'essere ritenuto il nuovo Elia, uno dei profeti dell'Antico Testamento risorti, o lo stesso Giovanni Battista.
Alla fine, come se si stesse compilando un questionario a risposte multiple chiuse, arriva la quella essa e giusta, delle quattro indicate.
Arriva la risposta di Pietro, che riconosce in Gesù il consacrato, l'Unto, il Figlio di Dio.
Gesù coglie l'occasione per fare un discorso molto chiaro e preciso circa la sequela della sua pesrona e dice esattamente: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà». Gesù ci invita, se vogliamo, liberamente, essere suoi discepoli ad assumerci le nostre responsabilità nei confronti della vita, anche se questa ci chiede di salire il Calvario, come Lui e con Lui, per giungere alla vera libertà e liberazione, quella di salvare la vita per l'eternità e non solo per un momento. Il mistero del Cristo crocifisso ci viene oggi presentato senza meditazioni culturali, esempi e parabole, ma in modo esplicito, chiaro e con precisi intenti di sollecitare una risposta sincera di fede e di amore verso il Redentore: «Il Figlio dell'uomo - disse - deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
L'annuncio della passione, morte in croce e della risurrezione è sintetizzato in questo messaggio, non di dolore, ma di gioia e di vita. Perché anche davanti al dramma del Crocifisso, al quale nessuno dei nostri drammi può assimilarsi, c'è solo di accettare l'invito e la chiamata e metterci tutti alla sequela di Gesù, con cuore indiviso, distaccato da ogni bene e possesso e liberi da tutto ciò che può appesantire e quindi rallentare il nostro cammino verso la gioia eterna e vera.
Basta rileggere con attenzione tutto il brano del Vangelo di oggi per renderci conto di quanto cammino ancora c'è da dare per raggiungere un livello religioso e cristiano accettabile.
Leggiamo con attenzione il testo del Vangelo per farci ispirare direttamente da esso, ciò che è giusto fare per camminare alla sequela di Cristo, senza compromessi, senza illusioni, ma nella verità totale di adesione a Cristo Crocifisso e Risorto.
Di questo tono circa sequela e l'accoglienza del progetto di Dio, sono le altre letture di oggi, a partire dalla prima, tratta dal libro del profeta Zaccaria, nel quale il riferimento al Messia trafitto e crocifisso è esplicito e chiarissimo: "guarderanno a me, colui che hanno trafitto. Ne faranno il lutto come si fa il lutto per un figlio unico, lo piangeranno come si piange il primogenito".
Un testo dalle chiare connotazioni messianiche, che l'esegesi e la teologia ha attribuito alla figura di Gesù Cristo e Cristo Crocifisso, molti secoli prima della sua venuta nella storia dell'umanità e nella storia del popolo eletto d'Israele.
Da parte sua l'Apostolo Paolo, nel brano della seconda lettura di oggi, tratto dalla lettera ai Galati, evidenzia, in esso il contenuto centrale della fede cristiana, il kerigma essenziale su cui è strutturata tutta la buona novella del Regno di Dio, predicata da Gesù Cristo, il Maestro e Docente esemplare che predica con la sua vita dalla cattedra della Croce. Il battesimo ci inserisce nella morte e risurrezione di Cristo, è il sacramento della fede, che ci rende tutti fratelli in Cristo, e come tali, tra noi, non ci sono, né ci possono essere, divisioni e discriminazioni, ma solo unità.
La croce di Cristo ci affratella e ci rende una chiesa davvero una, santa, cattolica ed apostolica. E nella direzione della comunione e dell'unità che dobbiamo camminare. La croce di Cristo ci affratella e non potrà mai dividerci, se è capita, compresa e vissuta nella sua giusta portata. Gesù prega il Padre, infatti, perché tutti siano una sola cosa in Lui. Essere in Cristo una sola famiglia è questo il cammino che siamo chiamati a fare sempre, ma soprattutto in questo anno della misericordia e del perdono. Quante divisioni nel nome di Cristo, tra tutti coloro che si professano a vario titolo cristiani. Abbattiamo i muri di separazione e costruiamo ponti di unione e comunione.
Sia questa la nostra umile preghiera nel giorno della pasqua settimanale, la Domenica, nella quale annunciamo la morte del Signore, proclamiamo la sua resurrezione nell'attesa della sua ultima e definitiva venuta: "Fa' di noi, o Padre, i fedeli discepoli di quella sapienza che ha il suo maestro e la sua cattedra nel Cristo innalzato sulla croce, perché impariamo a vincere le tentazioni e le paure che sorgono da noi e dal mondo, per camminare sulla via del calvario verso la vera vita". Amen

 

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