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TESTO Commento su Luca 7,11-17

padre Paul Devreux

X Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (05/06/2016)

Vangelo: Lc 7,11-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 7,11-17

In quel tempo, 11Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. 12Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. 13Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». 14Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». 15Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. 16Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». 17Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.

Il racconto della risurrezione del figlio unico di una madre vedova, letto come un fatto di cronaca, non è una buona notizia. Può suscitare stupore, ma anche invidia, sia nei confronti di questa vedova che nei confronti di Gesù.
Ma se lo leggiamo come una parabola, diventa molto bello.
Naim rappresenta un posto bello, dove si può vivere bene, come ce ne sono tanti. Quindi è come dire che si parla di persone che vivono bene. Purtroppo la prospettiva del lutto, ci rattrista cosi tanto che proviamo a non pensarci fino a quando siamo costretti a farlo. Questo corteo funebre rappresenta chi lo sta sperimentando.
La donna, che non ha nome, rappresenta Israele, la chiesa, tutti noi, quando riusciamo a partorire solo figli destinata a morire; e viene un momento che non riusciamo più a fare nemmeno questo.
Dio, tramite Gesù, interviene, mosso a compassione. Nessuno glielo chiede; nessuno crede che possa fare qualche cosa contro quel mostro che è la morte.
Gesù ferma il funerale, tocca il morto e gli dice di alzarsi. Questi si mette a sedere, in segno di vittoria. Questo segno ci viene donato per dirci che Dio ha potere sulla morte e incontrarlo, lasciarsi toccare da lui, cambia la nostra prospettiva. Non sono più uno che vive, cercando di scansare la morte, ma vivo in comunione con la vita donata di Gesù, che m'invita a donare la mia, in un cammino di vita eterna.
Che pace, che bello, vivere cosi! E non ce lo testimonia chi sta bene, ma chi ha incontrato il Signore, magari in mezzo a mille difficoltà, e si è lasciato toccare da Lui.

 

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