TESTO Commento su Lc 1, 46-48
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Visitazione della Beata Vergine Maria (31/05/2016)
Vangelo: Lc 1,39-56
39In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
46Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
47e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
48perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
56Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
«Allora Maria disse: "L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata [...]"».
Lc 1, 46-48
Come vivere questa Parola?
Oggi celebriamo la festa della Visitazione della Beata Vergine Maria alla cugina Elisabetta e vorrei fermarmi a meditare il canto proprio di Maria, che ci viene riportato nel Vangelo odierno. Esso si potrebbe definire come "il canto di tutte le meraviglie" (vedi il testo citato più sotto).
In esso si sente già risuonare in anticipo la voce stessa di Gesù nel suo Vangelo: la grandezza degli umili, la benedizione dei piccoli, il capovolgimento operato dalla mano del Signore nell'innalzare i poveri e nel rovesciare i potenti, la gioia di coloro che il mondo ignora... Tutto questo che Maria annuncia nel suo canto non è forse quanto le Beatitudini e il discorso della montagna promulgheranno nel Vangelo di Gesù? Il canto di Maria non è già il preludio del tono e dell'accento che assumeranno i discorsi di Gesù? Il Magnificat dice in anticipo, nel canto della Madre, quanto il Figlio dirà nel suo inno di lode al Padre, che colma di grazie i piccoli e gli umili: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli?» (Lc 19,21).
Come è già il Cristo che si sente in colei che è sua Madre, così pure vi si sente l'eco anche dell'Antico Testamento, che è preparazione al Cristo. Il Magnificat è composto tutto da citazioni bibliche antico-testamentarie. La Madre del Salvatore, dell'atteso da Israele, parla come la Figlia e la Regina dei patriarchi e dei profeti. E questo intimo rapporto con il Figlio, la descrive così bene che il suo canto - richiamo dell'Antico Testamento e preludio del Nuovo - risulta un'opera personalissima, unica nel suo genere e spontanea, sì che essa è diventata familiare a tutto il popolo cristiano.
Perciò il mio consiglio fraterno è quello di fare nostro il "canto di Maria" in questa festa della Visitazione della Beata Vergine, di cantarlo nel profondo del nostro cuore con l'esultanza stessa di Maria!
La voce di una scrittrice e teologa francese del nostro tempo
«Il Magnificat è il canto di tutte le meraviglie... Maria non si lascia andare a confidenze. Tesse insieme frammenti della Scrittura, presi nei libri di Samuele, nei Salmi, Isaia, Giobbe, Michea. Questa donna è una Bibbia aperta. Lei la sottrae al silenzio della pergamena e le presta la sua voce innocente e chiara. Le antiche parole sgorgano come giovani grida... Sì, il Magnificat merita il suo nome, è il poema di tutte le dilatazioni»
France Quéré, 1936-1995
Don Ferdinando Bergamelli SDB - f.bergamelli@tiscali.it