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TESTO Commento su Giovanni 16,12-15

don Michele Cerutti

Santissima Trinità (Anno C) (22/05/2016)

Vangelo: Gv 16,12-15 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 16,12-15

12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.

Una domenica difficile. Il Signore ci invita a metterci le cinture di sicurezza per provare la vertigine della Sua altezza, della Sua profondità e della Sua lunghezza.
Egli ci invita a contemplare il mistero profondo della Trinità.
La Trinità su cui i teologi hanno scritto fiumi di inchiostro cercando di tracciare qualche conclusione.
Così complesso che Agostino ha impiegato qualche decina di anni per stendere il "De Trinitate".
Un bambino lo incuriosisce perché in riva al mare porta avanti un esperimento vuole riempire la bucca di sabbia di tutta l'acqua del mare e Agostino afferma che questo è impossibile.
Il bambino, che è un angelo, afferma che la stessa cosa sta facendo Lui con la Trinità.
Spiegare in un libro questo mistero è difficile.
Attenzione, tuttavia, non c'è illogicità.
Dio cerca sempre di illuminare la nostra ragione per illuminarla.
Fede e ragione diceva Papa Woityla sono due ali che ci inducono a contemplare la Verità.
Agostino si serve dell'affermazione biblica dell'uomo creato a immagine e somiglianza di Dio, che possiamo comprendere nei primi versi del testo biblico nel Libro della Genesi al capitolo 1 al versetto 26. Per Agostino "la mente umana è l'immagine della Trinità. Scrutando dunque lo spirito umano alla luce del mistero delle tre divine Persone egli scopre una profonda psicologia, in cui l'unità ed insieme la distinzione e le relazioni delle nostre facoltà superiori sono mirabilmente illustrate". Agostino scopre due triadi nell'uomo. La prima che presenta è mens, notitia, amor, ma le sue riflessioni lo conducono a un altro, più perfetto e di superiore omogeneità: memoria, intellectus, voluntas. In questa unità della sostanza dell'uomo, "queste facoltà sono distinte ed hanno tra di loro l'ordine ed in qualche modo la natura delle relazioni che sappiamo aversi in Dio. Il verbo dell'intelletto procede dalla memoria, cioè dalla nostra scienza che esso esprime, e ne è un'immagine e una primogenitura; dalla memoria e dall'intelletto procede l'amore della volontà come dal Padre e dal Figlio procede lo Spirito di Carità.
Per lui le tre Persone sono solo tre modi di agire, tre forme di relazione di un'unica sostanza divina.
Un anedotto può aiutarci a non farci prendere troppo dall'ansia del non capire. L'ho scrutata girando qua e là su Internet e l'ho trovata su Qumran2.net il sito che fa la gentilezza di postare le mie riflessioni
Giovanni vive in Olanda, un paese piatto, piatto. Uomini pacifici coltivano i campi. Giovanni, però, vuole vivere solo per Dio e perciò abbandona la compagnia degli uomini e cerca la solitudine.
Per essere soli bisogna abitare vicino al mare, perché nessuno vuole vivere accanto alle dighe. Lì soffia sempre un forte vento e a volte onde alte scavalcano le barriere delle dighe. Proprio lì Giovanni si è ritirato per abitare in una semplicissima capanna.
La gente si meraviglia. A volte qualcuno viene a visitarlo e gli chiede: "Giovanni, ma che cosa fai da queste parti?". "Io cerco Dio e qui gli sono molto vicino, qui mi riesce facile pensare a lui" risponde.
"Noi pensiamo a Dio quando siamo in chiesa, lì abbiamo delle immagini di lui".
"Anch'io ho un'immagine di lui" dice Giovanni.
"Dov'è? Faccela vedere!". Giovanni li conduce sulla diga. Il mare è calmo e si stende senza confine. "Guardate, questa è la mia immagine di Dio: così è il Padre, infinitamente grande come questo mare!".
La gente rimane per molto tempo in silenzio. "Certo, lo vediamo - dice uno -, ma noi abbiamo anche immagini di Gesù; un artista le ha dipinte da poco sulla parete della nostra chiesa". "Se vi fermate fino a stasera, vi farò vedere la mia immagine di Gesù".
Dopo queste parole Giovanni si ritira nella sua capanna. I bambini giocano sulla spiaggia, gli adulti chiacchierano tra di loro. Però i loro sguardi si rivolgono continuamente verso il mare, verso il grande oceano.
La sera tutti vogliono entrare nella capanna di Giovanni. "Dov'è l'immagine di Gesù?".
Giovanni li porta di nuovo con sé allo stesso posto. Il mare è cambiato, è diventato irrequieto. È l'ora dell'alta marea e le onde salgono sempre di più. Una dopo l'altra, battono contro la diga, si accavallano, si infrangono e ritornano formando una bianca schiuma. Le dighe non sono chiuse completamente e l'acqua può entrare dappertutto e inondare la terra. Presto all'intorno tutto è coperto d'acqua.
Giovanni dice: "Adesso il mare non è più lontano. L'immenso oceano ha mandato le sue onde e l'acqua è entrata dappertutto. Anche Dio è così. Il Padre manda il Figlio. Questi bussa dappertutto e va alla ricerca di tutti". Questa è un'immagine che la gente capisce. Sì, è proprio così; Gesù ha trovato la strada per venire incontro a ciascuno. Un grande silenzio si diffonde tra la folla.
Solo uno vuole porre un'ultima domanda: "Giovanni, possiedi anche un'immagine dello Spirito Santo?". Giovanni sorride, perché proprio in quel momento l'acqua ha cominciato a muoversi di nuovo. I flutti che inondano la spiaggia cominciano a ritirarsi pian piano. "Guardate che cosa succede adesso! Il mare torna indietro. E guardate, esso porta con sé foglie, legna, erba. Tutto viene afferrato dal mare e portato via, riportato nell'immenso mare. E questa è l'opera dello Spirito Santo. Ci afferra, ci porta con sé, ci riporta al Padre".
A noi il compito di vivere innestati nella vigna di Gesù.
Egli ci svela il volto del Padre e ci dona in abbondanza lo Spirito Santo.
Allora il nostro rapporto con Lui più che su lucubrazioni teologiche diventa esperienza di Dio amore.
Gesù, nelle tre modalità "Via-Verità-Vita" con cui si definisce ci guida alla rivelazione del mistero di unDio che è Uno nella natura e Trino nelle Persone.
1. Come Verità Gesù ci rimanda al Padre,fonte della Verità, che ha il suo fulcro nella rivelazione della paternità di Dio.
2. Come Via Gesù rivela se stesso, Figlio del Padre, venuto per salvarci assumendo la natura umana.
3. Come Vita rivela lo Spirito Santo, che rimane con noi fino alla fine dei tempi.

 

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