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TESTO Commento su Giovanni 16,12-15

Omelie.org (bambini)  

Santissima Trinità (Anno C) (22/05/2016)

Vangelo: Gv 16,12-15 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.

Buon giorno a voi, carissimi ragazzi!

Come avete sentito, oggi è la festa della Trinità, il nostro Dio che conosciamo col nome di Padre, di Gesù Cristo Figlio, di Spirito Santo.

La festa di oggi vuole riflettere su questo amore senza misura di Dio per noi che si manifesta in modi diversi.

Il Padre crea per amore, il Figlio salva per amore, il Santo Spirito di amore sostiene tutti noi nel nostro percorso di vita e di fede.

Questa presenza amorevole di Dio, noi la gustiamo dal giorno del nostro battesimo.

In quel giorno siamo stati battezzati nel nome di Dio che conosciamo: Padre, Figlio e Spirito Santo.

Il termine battesimo significa immersione. Col battesimo siamo immersi nell'amore, nell'oceano di amore di questo Dio trinità.

Ma facciamo attenzione perché l'immersione nel Nome della Trinità, è un'immersione diversa da quella della piscina. Quando noi ci immergiamo nella piscina, e poi risaliamo, ci infiliamo l'accappatoio, andiamo a fare la doccia e tutto è finito.

Immergersi nella trinità vuol dire assorbire l'essenza stessa di Dio.

Da quell'istante tutta la nostra vita, è sostenuta, amata, confortata, fortificata, forgiata dalla premura, dall'amore delle tre persone divine.

La festa della Trinità non esisteva all'inizio della Chiesa. Non se ne sentiva la necessità. Ma il popolo cristiano ha cominciato rivolgersi a Dio nelle Tre persone e così, pian piano nel tempo, questa ricorrenza è entrata a far parte delle feste liturgiche della chiesa che l'ha inserita nel calendario dopo la domenica di Pentecoste.

Ma anche se non ci fosse questa festa, ogni giorno per il cristiano sarebbe in realtà dedicato a tale ricordo, perché tutta la sua vita è sotto il segno della Santa Trinità. E come?
Voglio farvi solo qualche esempio.

Il primo è il segno della croce: questo è il "segno-sigillo" che ci viene dato il giorno del nostro battesimo. È come un tatuaggio invisibile che però c'è anche se non si vede: il segno della croce è l'abbraccio di Dio su di noi.

Il secondo è la preghiera del gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo con la quale lodiamo e onoriamo la santa Trinità.

Il terzo è proprio il Credo che professiamo la domenica dopo l'omelia. Noi professiamo come popolo, ma anche come singole persone, grandi e piccoli di credere in Dio Padre, in Dio Figlio, in Dio Spirito Santo.

Il Padre che crea, che ci fa esistere, Il figlio che salva per amore, lo Spirito Santo che sostiene con il suo amore nella vita di ogni giorno. Non è bello?

Ma non basta essere battezzati: questo è un bel passo, bisogna poi praticare la vita cristiana, bisogna esercitarla, allenarla proprio come quando devi imparare a suonare uno strumento.

Quando eravate molto piccoli, i vostri genitori vi hanno insegnato a conoscere Dio, ma ora siete più grandi e siete voi che dovete incominciare a praticare la fede, ad allenarvi per farla crescere con voi.
Avete ascoltato cosa dice il vangelo di oggi?

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso».

Questo discorso è legato all'ultima cena: Gesù sta dando le ultime raccomandazioni ai suoi amici.

Il Signore sarà preso e condannato a morte, dovrà lasciare i suoi discepoli ed è preoccupato perché non sono ancora del tutto pronti per la missione.

Tre anni sono pochi per diventare capaci di camminare come il maestro, per cambiare vita! L'allenamento non è ancora terminato, ci sono ancora molte cose da trasmettere, da insegnare...

Ma non può dire tutto ora perché gli apostoli non sono ancora in grado di portarne il peso, si potrebbero scoraggiare!

Ciò che chiede il maestro è davvero alto, importante, impegnativo: i discepoli, e tutti coloro che sono battezzati nella Trinità, sono chiamati a mostrare Dio con la loro vita, con il loro comportamento.

Pensate... siamo chiamati e conosciuti come Cristiani, cioè come degli altri Cristi, altri Gesù sulla terra. E gli apostoli, e certamente anche noi, non abbiamo il cuore pronto, dilatato da un amore grande e generoso come quello di Gesù. Gli apostoli, e anche noi, non abbiamo ancora la capacità di vivere come il maestro, di donarci come lui.

Gesù è un artista nell'amore. E solo un artista può aiutare altri a diventarlo nella vita.

Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità...

Ecco allora la presenza dello Spirito della verità: questo sarà il grande "direttore d'orchestra" che Gesù lascia ai credenti di tutti i tempi, quindi anche a noi che camminiamo sulla strada di Cristo.

È il regalo che ci fa sulla Croce, proprio nel momento della sua morte. È come se Gesù, morendo ed offrendoci il suo ultimo respiro, il suo soffio vitale, ci facesse vivere di vita nuova, della sua stessa vita. E' quello stesso Spirito, quello stesso soffio che è sceso su di lui nel Giordano, che lo ha sostenuto, incoraggiato, aiutato a diventare dono per tutti noi. Questo Spirito aiuterà anche noi in questo cammino di amore e di servizio ai fratelli.

Ma più propriamente lo Spirito sarà il dono di Gesù risorto che gli apostoli accoglieranno diventando annunciatori gioiosi della salvezza donata da Dio a tutti i popoli.

Il Padre ci chiama alla vita, il Figlio Gesù ci viene a cercare e ci salva proprio come solo un pastore buono sa fare, caricandoci sulle sue spalle per riportarci a casa nella gioia, nella pienezza della vita. Il Pastore diventa lui stesso la via, la strada, la verità, la vita per noi.

Lo Spirito Santo ci guida e ci sostiene verso la verità pian piano, un passo alla volta e, come dice il vangelo di oggi, ci annuncerà le cose future.

Cosa vuole dire? Che diventiamo capaci di prevedere il futuro?

Certamente no, ma ci dona la capacità di realizzare e di rispondere alle richieste di aiuto che le persone di oggi ci fanno.

Che bella cosa! Perché la fede si mostra nelle azioni concrete quotidiane della vita.
Allora noi cosa possiamo fare?

Il Padre crea, dona la vita! Io posso difendere la vita, se vedo qualche bambino vittima di bullismo, trattato male dagli altri.

Gesù ci mostra il suo amore dando la vita per noi. Io posso essere generoso, attento servizievole, aiutare chi è nel bisogno

Lo Spirito santo ci dona forza, ci incoraggia, ci suggerisce il bello e il bene. Io posso impegnarmi a cercare il bello e il bene in tutti, a incoraggiare e a sostenere chi è più debole...

Vi ho suggerito solo qualche piccola azione, ma sono certa che voi sarete molto più bravi di me nel pensare come e cosa potete fare per vivere la vostra fede a scuola, a casa, con i nonni, i cugini, gli amici, con le persone ammalate e in difficoltà, a catechismo, al parco... insomma, accompagnati dalla Trinità possiamo, con il nostro comportamento, mostrare a tutti questo amore di Dio, ricordandoci sempre che lui, per rendersi presente in questa storia, ha bisogno proprio di noi..
Buona festa!
Commento a cura di Sr. Piera Cori

 

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