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TESTO Commento su Gv 16, 14-15

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Santissima Trinità (Anno C) (22/05/2016)

Vangelo: Gv 16,12-15 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 16,12-15

12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.

Egli (lo Spirito Santo) mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.
Gv 16, 14-15

Come vivere questa Parola?
Gesù nei suoi discorsi tra l'ultima cena e l'arresto, affronta con i discepoli una serie di temi complessi che portano la Rivelazione di Dio verso il suo compimento. È Giovanni che ce li fa conoscere e, nei due versetti che abbiamo scelto di commentare, ci fa ascoltare Gesù che introduce le tre persone della Trinità: "Io, Gesù, che vi parlo, dico che lo Spirito arriverà dopo di me e prenderà del mio e ve lo annuncerà. In altre parole, se quanto vi sto dicendo e dimostrando non lo state capendo o non riuscite ad accoglierlo, Egli ve lo renderà comprensibile. Ma ricordate che quello che è mio, in fondo non lo è completamente, perché prima di tutto è del Padre. Lo Spirito quindi vi introdurrà in ciò che è del Padre, vi spiegherà senso e significati delle mie parole e dei miei gesti, ma soprattutto vi permetterà di capire in che relazione stanno queste persone che prima sembravano essere uno: lui, Il Padre ed io".
Lo Spirito è una terza persona che riesce a farci cambiare prospettiva e ci permette di riconoscere e in qualche modo di distinguere il Figlio dal Padre, portandoci a dire che anche Lui, lo Spirito, è persona.
Egli ci introduce nell'intimità col Figlio e dal Figlio ci rende accessibile il volto del Padre, lasciandoci intravedere un nuovo, complesso sistema di relazioni che rendono possibile all'Amore, che è Dio, di trasmettersi e generarsi.
Giovanni ci introduce ad un'esperienza di Dio personale e comunitaria. Una rivoluzione: dal roveto di Mosè, inestinguibile ma altrettanto inaccessibile, da cui una voce consegnava un nome impronunciabile e suggeriva un volto da non guardare, ora passiamo ad un Dio Parola che prende volto, ha un nome e soprattutto si muove, agisce e rende la sua parola efficace nel mondo. Da un Dio temibile da cui stare lontani, ad un Dio avvicinabile, che anzi ti viene incontro e desidera che tu ti riconosca a sua immagine e che, quindi, la sua immagine, impressa in te, prenda forma, si renda evidente così da essere riconosciuta da chiunque. Da un Dio unico, ad un Dio comunità, rete di relazioni che includono tutto, tutti, anche la nostra umanità, divinizzandola e rendendola immagine di Dio, possibilità di nuovi spazi per chi desidera iniziare a vivere in comunione.

Signore, la tua divinità attraversa la nostra umanità. Aiutaci a contemplare questo mistero anche nei volti sfigurati di chi sembra aver perso ogni traccia di te.

La voce di un vescovo
"Io ai miei zingari sai come spiego il mistero di un solo Dio in tre Persone? Non parlo di uno più uno più uno: perché così fanno tre. Parlo di uno per uno per uno: e così fa sempre uno. In Dio, cioè, non c'è una Persona che si aggiunge all'altra e poi all'altra ancora. In Dio ogni Persona vive per l'altra.
Don Tonino Bello

Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it

 

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