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TESTO Commento su Giovanni 14,15-16.23-26

Omelie.org (bambini)  

Pentecoste (Anno C) - Messa del Giorno (15/05/2016)

Vangelo: Gv 14,15-16.23-26 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre,

23Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

25Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

Finalmente siamo arrivati alla festa della Pentecoste! Ai cinquanta giorni dopo Pasqua che ci fanno sentire ancora più vicini agli apostoli e a quello che vivono.

Come loro ogni tanto ci capita di avere difficoltà nel credere che Dio sia sempre con noi, o almeno a non comprenderlo e "sentirlo" fino in fondo.

Spesso le voci intorno a noi, e dentro di noi, ci allontanano dall'ascoltare la Parola per sentire davvero, per scoprire la bellezza di questa vita da cristiani.

Anche questa domenica mi faccio aiutare da una storia che ci porta ancora più avanti nel tempo...
Anno 2327.

Nello stato di Europa 5.0 da tanti anni ormai nascevano pochissimi bambini, al massimo due o tre ogni anno; per questo motivo la popolazione stava invecchiando rapidamente. Gli esperti calcolarono che nel giro di trenta o quaranta anni non ci sarebbe stato quasi più nessuno in grado di lavorare.
Ma come era stato possibile arrivare a questa situazione?

La storia inizia più o meno all'inizio del millennio quando, in quella che si chiamava allora solo geograficamente "Europa", iniziò a farsi strada la paura che una grande ondata di violenza si stesse diffondendo dai paesi vicini. Per questo motivo i governatori dell'epoca iniziarono a promulgare delle particolari leggi con lo scopo - pensavano - di difendersi dal nemico: per esempio, alzarono delle barriere sempre più alte lungo i confini dei propri Stati per impedire a tutti gli stranieri, che per lo più erano in fuga dalle guerre e dalla povertà, di raggiungere i territori europei.

Con il passare degli anni i cittadini europei si trovarono sempre più isolati rispetto alle popolazioni straniere, delle quali seppero via via sempre meno notizie (ad un certo punto le barriere furono così alte che impedirono anche agli europei stessi di uscire dai propri paesi).

Contemporaneamente, con il progredire della tecnologia, la chiusura e l'isolamento iniziò a diffondersi sempre di più anche tra gli stessi cittadini; la scuola, la famiglia, i luoghi di divertimento, lo sport, il lavoro: tutto fu progressivamente trasferito all'interno degli ultraphones, attraverso il sistema Emoticon, che traduceva le emozioni in semplicissime immagini: ad esempio nei rari casi in cui ci si divertiva, Emoticon visualizzava l'immagine di una qualsiasi persona che sorrideva o (praticamente mai) rideva, a seconda dell'intensità del divertimento.

L'isolamento aveva raggiunto anche le più semplici azioni quotidiane, era diventato una cosa talmente normale, che ormai quasi nemmeno parlava più con i suoi concittadini.

I rapporti umani erano quindi diventati sempre più rari e la popolazione sempre più superficiale e priva di emozioni reali; in più, non nascendo praticamente più bambini, l'età media era sempre più alta e perciò, non essendoci ricambio di forze giovani e fresche, anche il lavoro aveva ormai raggiunto le 15 ore al giorno per compensare le lungaggini con cui gli anziani riuscivano a svolgere anche le mansioni più semplici.

Dopo la rivolta dei robot del 2200, non era neanche il caso di affidarsi troppo a delle macchine, che avevano dimostrato la loro inaffidabilità.

Dopo un'attenta e approfondita analisi, i governatori di Europa 5.0 decisero perciò di inaugurare il programma "Open": stanziarono milioni di eurocoin (così si chiamava la moneta del tempo) per invogliare i cittadini stranieri a ripopolare Europa 5.0 eliminando di fatto le barriere ai confini.

In realtà ormai le barriere erano diventate praticamente inesistenti, perché nel resto del mondo le guerre erano nel frattempo cessate (o erano combattute alla televisione), la ricchezza prosperava e nessuno aveva proprio la minima voglia di andare ad abitare in quel luogo grigio e sterile che era diventato Europa 5.0

Venne stabilito che il 15 Luglio 2327 fosse la data ufficiale dell' Open day, cioè il giorno in cui Europa 5.0 dopo più di trecento anni avrebbe di nuovo accolto dei cittadini stranieri nel proprio territorio.

Per l'occasione venne preparata la grande nave Marina (il modello più grande tra quelle che si guidavano da sole) che di porto in porto andò a prendere i nuovi arrivati dai tanti paesi da cui arrivavano e li condusse al porto di Europa 5.0.

Quel giorno le strade di Europa 5.0 erano tutte deserte e più silenziose del solito; anche il sistema Emoticon non sapeva bene come interpretare quella strana atmosfera. Era come se tutto si fosse fermato in attesa di qualcosa che da un momento all'altro dovesse accadere.

Alle ore 15.00 in punto, esattamente all'ora stabilita, la sirena di Marina annunciò e fu come se qualcuno avesse stappato una bottiglia di spumante.

Un corteo di giovani stranieri ambiziosi e un po' visionari iniziò a sfilare per le strade di Europa 5.0; e centinaia di migliaia di cinqueuropei si riversarono nelle strade per quell'avvenimento straordinario.

Ma dopo tutti quegli anni di chiusura nessuno era più abituato alla presenza di altre persone: tutti si guardavano sospettosi e un po' spaesati; i pochi che provavano a parlare, si accorsero che ognuno si esprimeva con parole diverse: gli stranieri utilizzavano quella originaria del proprio paese, i cinqueuropei quella personale imparata fino ad allora grazie agli insegnamenti di Emoticon.

Ci furono lunghi momenti di sbigottimento generale, i cinqueuropei iniziarono a premere tutti i tasti del proprio ultraphones cercando la giusta traduzione... ma nessun sistema poteva interpretare quelle lingue sconosciute.

Nessuno, però, si perse d'animo: c'era qualcosa di molto piacevole che li spingeva verso tutti quei colori che avevano dimenticato, verso quei tanti nuovi odori, verso le tante storie che potevano vedere negli occhi dei vicini, stranieri o concittadini che fossero.

Tutti i cittadini di Europa 5.0 furono presi da un gran voglia di conoscere tutte quelle storie, e di raccontare le proprie; e così, a poco a poco, prima con sorrisi, poi con gesti, poi vocalizzando suoni comuni sempre più complicati, tutti insieme inaugurarono la nuova era di Europa 6.0, che subito dopo divenne "Nuova Esperanta" (Mondo 1.0), ricominciando pian piano a comunicare gli uni con gli altri e, di conseguenza, ad imparare.

Sicuramente può sembrare una storia un po' bizzarra ma racchiude una buona parte della festa che celebriamo oggi.

Il rischio di dimenticare la bellezza dell'accoglienza e dell'ascolto è davvero tanto. Il pericolo di arrivare a chiuderci ognuno nel proprio mondo è qualcosa di non molto lontano. Ma le parole degli Atti prima e del Vangelo poi, ci ricordano che il desiderio di ascolto e di accoglienza è qualcosa che fa parte dell'uomo e del suo essere creatura ad immagine e somiglianza di Dio.

Ecco che questo desiderio e il linguaggio dell'amore sono qualcosa di universale che abbatte tutte le barriere che nel cuore e nella mente, attraverso i pregiudizi, creano distanze e incomprensioni. Basti pensare alla paura che ci fa lo straniero adesso, oppure quella persona che arriva da quel paese tanto lontano e tanto sconosciuto che non riusciamo a vedere di buon occhio; oppure a quel compagno che "tutti dicono" sia strano perché parla poco o "non fa le cose come tutti".

E' difficile andare oltre, spostare lo sguardo aldilà nel nostro mondo, ma Gesù ci dice che quel desiderio che abbiamo nel cuore di incontrare gli altri e di vivere in armonia è quel seme che Dio ha posto in ognuno di noi nel momento in cui ci ha creati.

Tante forze arriveranno a distoglierci da questo, tanti nemici (reali e dell'animo) tenteranno di allontanarci da Dio e dalla bellezza. Ma dalla nostra parte avremo sempre il "Difensore", il Paraclito che farà sentire forte la Voce di Dio dentro di noi quando la confusione vorrà vincere ad allontanarci da Lui.

Ecco cosa dice Gesù: se amiamo Lui ed il Padre e ascoltiamo la Sua Parola avremo per certo il Loro Difensore dalla nostra parte.

Non può che darci sollievo una prospettiva del genere: avere sempre le spalle coperte quando ci si (af)fida a Dio!

In questa settimana, allora, proviamo a fare attenzione e ad ascoltare dentro di noi la Voce e la forza del Paraclito che ci protegge dai pensieri che non sono nostri e tantomeno di Dio e a liberare la bellezza della gioia e dell'accoglienza dell'altro come dono prezioso per me e per il mondo.
Buona domenica di Pentecoste!
Commento a cura di Elisa Ferrini

 

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