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TESTO Commento su Giovanni 14,15-16.23-26

fr. Massimo Rossi  

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Pentecoste (Anno C) - Messa del Giorno (15/05/2016)

Vangelo: Gv 14,15-16.23-26 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 14,15-16.23-26

15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre,

23Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

25Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

La nostra riflessione sullo Spirito Santo iniziata domenica scorsa, continua oggi, alla luce delle letture rispettivamente degli Atti degli Apostoli, di san Paolo ai Romani e di Giovanni evangelista.

Lo Spirito Santo è il primo personaggio della Bibbia, in ordine di apparizione: "In principio Dio creò il cielo e la terra. Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque." (Gn 1,2).

E quando lo Spirito Santo vola basso, accade sempre qualcosa di buono!

L'azione dello Spirito, agli albori della creazione, ‘produce' un universo armonico e ben ordinato: ogni essere è al posto giusto, svolge perfettamente il ruolo che il buon Dio gli ha assegnato... tutto e tutti vivono in comunione perfetta... va tutto bene! come dicono gli Americani.

Qualcuno potrebbe obbiettare che il primo racconto della creazione non è dinamico, ma statico: i protagonisti non interagiscono, sono poco più che immagini, forse solo immaginati dall'autore ispirato...; in verità si può convenire sul fatto che il primo racconto della creazione sia un affresco simile a come quelli che ornano le pareti della chiese medievali... il modello ideale di una creazione perfetta.

Lo ripeto, quando lo Spirito è all'opera, il mondo è in pace e la vita interiore anche.

Quando, invece, l'uomo non asseconda i moti dello Spirito, ecco che cominciano i guai...

Se leggiamo il secondo capitolo della Genesi, il secondo racconto della creazione, emerge una versione diametralmente opposta del mondo creato, non più animata dall'azione di Dio, ma dalla re-azione dell'uomo...praticamente un disastro!

Sembra che, non appena l'uomo e la donna cominciano a interagire sul serio tra loro e con il resto delle creature, immediatamente affiorano i loro, i nostri lati peggiori... E tutto ciò che nel primo racconto era assente - l'orgoglio, la presunzione, il tradimento, il sospetto, la paura,... - qui ha il sopravvento, con un'energia e una violenza a dir poco preoccupanti.

Lascio alla vostra lettura personale i racconti della creazione e passo immediatamente agli Atti degli Apostoli: anche in questo caso, l'effetto dell'azione dello Spirito Santo è la comunione interumana: nonostante la diversità delle lingue, si capiscono tutti! Si tratta anche qui di una descrizione simbolica - o forse no! - per spiegare che i doni dello Spirito Santo sono a nostra disposizione per l'edificazione vicendevole e mai per la divisione e la separazione.

Edificazione vicendevole, significa che siamo pietre vive - scrive san Paolo - con le quali Dio costruisce il suo tempio, edifica la sua comunità che è la Chiesa.

Se è vero che 1 + 1 = 2, dovremmo concludere che la Pentecoste dello Spirito riporta l'umanità allo stato della prima creazione. In verità sarebbe un grosso errore anche solo pensarlo! Se così fosse, che ne sarebbe dell'Incarnazione del Verbo? Che senso avrebbe avuto la passione, morte e risurrezione del Signore? Una semplice preparazione alla discesa dello Spirito Santo?

Mi sembra un po' poco! Non mi sento di sottoscrivere questo punto di vista, neppure alla luce del Vangelo che abbiamo appena ascoltato, nel quale Gesù sembra addirittura ridimensionare il suo ruolo nel progetto di salvezza del Padre suo, quando promette agli apostoli che non lui, ma lo Spirito santo insegnerà loro ogni cosa...

È Cristo che insegna, è Cristo che opera prodigi e miracoli, è Cristo che dichiara: "Osservate i miei comandamenti! amatevi come io vi ho amati!...".

Il mistero dell'Incarnazione costituisce un vero e proprio balzo in avanti nella storia dell'uomo!

La vicenda di Cristo rappresenta un indubbio progresso rispetto allo status quo ante, rispetto a ciò che era prima. In altre parole, il progetto di vita che Cristo ci ha rivelato e lo Spirito Santo ha confermato, è tutt'altra cosa, rispetto a ciò che era agli inizi, e che la Genesi racconta, in modo poetico, trasfigurato, certo, ma vero, almeno negli intendimenti del Creatore.

L'età dell'oro, il paradiso terrestre, il giardino dell'Eden,... è stato chiamato in molti modi, ce lo siamo lasciati per sempre alle spalle, a motivo del nostro peccato. Ma mi rendo conto che anche questo modo di guardare gli inizi della storia sacra non funziona granché, almeno nei confronti di Dio, il quale non sbaglia, non può sbagliare, non subisce sorprese inaspettate dal nostro comportamento e dunque non ha bisogno di correre ai ripari per i nostri errori, mandando in campo suo Figlio, ai tempi supplementari...

Se Adamo ed Eva hanno preferito allontanarsi da Dio, convinti di non aver bisogno di Lui, Dio non ci sta a questa loro, a questa nostra presunzione di autosufficienza.

Non possiamo dimenticare che il nostro Dio è quell'uomo apparentemente sconosciuto e straniero che si affianca con discrezione ai discepoli di Emmaus e cammina con loro (cfr. Lc 24). E strada facendo, spiega loro il senso delle Scritture, e infine spezza il pane per loro e con loro; fino a quando i due discepoli, avendolo riconosciuto, sono pronti ad annunciare che Egli è vivo.

"Quando venne la pienezza dei tempi, Dio mandò suo figlio, nato di donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che stavano sotto la legge." (Gal 4,4): è la tesi di san Paolo, sul senso e sul tempo dell'incarnazione. Alla luce di questa profonda convinzione dell'apostolo dei pagani, abbiamo elementi sufficienti per interpretare la storia della Salvezza così com'è veramente, una grande storia, una splendida storia, la quale, come tutte le storie che si rispettano, ha un inizio, una continuazione ed è segnata dal progresso: l'Incarnazione rappresenta la pienezza dei tempi, lo zenit, il non plus ultra...

La Pentecoste era, la Pentecoste è necessaria, affinché questa storia mantenga la qualità, il livello che Cristo ci ha consentito di raggiungere con la Sua passione, morte e risurrezione.

Ma Dio non fa nulla senza la nostra collaborazione, senza il nostro consenso, si potrebbe dire...
Esagero? Non credo!

Nostro malgrado, o nostro buongrado, Dio ci ha voluti e creati a Sua immagine e somiglianza: siamo grandi, siamo potenti...

Possiamo realizzare i progetti di bene che Dio ha per noi, oppure distruggerli, e distruggendoli, distruggerci...
Dio non si arrende!
Non arrendiamoci noi!...

 

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