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TESTO Del tuo Spirito, Signore, è piena la terra

don Walter Magni  

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Pentecoste (15/05/2016)

Vangelo: Gv 14,15-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 14,15-20

15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, 17lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. 18Non vi lascerò orfani: verrò da voi. 19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.

Siamo a Pentecoste e ci sono parole che vanno davvero spiegate: Pentecoste, Spirito Santo, Paràclito. Espressioni che dicono la nostra fede, ma il loro pieno significato sfugge anche ai cristiani. Ma la parola di Dio ci regala delle immagini che, portandoci oltre la pretesa della spiegazione e della definizione, ci introducono facilmente nella bellezza e nella ricchezza di ciò che stiamo celebrando.

"Un fragore, quasi un vento"
La prima immagine è quella del vento fragoroso che d'improvviso cala sul gruppo di quelli che stavano nel Cenacolo: "Venne all'improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano". Non si tratta propriamente del vento, ma di qualcosa di fragoroso. "Quasi un vento", dice il Libro degli Atti. Qualcosa che se c'è, proprio perché c'è, l'avverti subito perché l'effetto è fragoroso. E non lo puoi controllare, tanto è impetuoso e forte.
Perché prima avevi a che fare con un gruppo di discepoli impauriti e adesso, invece, li vedi decisi, senza più alcuna esitazione. È qualcosa/qualcuno che ti sprona da dentro. Che aveva fortemente scosso la Chiesa di allora e che smuove e agita la Chiesa di sempre. Anche la Chiesa di oggi. E dove lo senti ancora oggi un effetto così nella Chiesa? Parlano i fatti: "a quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua". C'è un primato della gente che sente. Che subito sente e accorre. Dotata di un fiuto che forse solo la gente della strada sa percepire ancora. Che s'accorge senza fatica dove soffia davvero il vento dello Spirito. Così ha fatto la gente che camminava per le strade di Gerusalemme: "erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia". Capire dove ancora oggi soffia il vento dello Spirito Santo. Non nei libri di teologia e neppure nei proclami dei documenti ecclesiastici. Ma anzitutto là dove ancora accorre il popolo di Dio. Qui scatta il discernimento. Non basta distribuire lo Spirito Santo; né tantomeno di imbrigliarlo.
Lo Spirito come il vento, soffia dove vuole (Gv 3,8). Importa anzitutto ai papi e ai vescovi aiutare a discernere nella Chiesa tutti i sussulti, anche i gemiti, che ancora lo Spirito esprime nel nostro mondo.

"Apparvero loro lingue, come di fuoco"
E il racconto della Pentecoste prosegue con un'altra immagine che ti dà un'altra sensazione: "apparvero loro, dividendosi, lingue come di fuoco e se ne posò una su ciascuno di loro e furono tutti riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro di esprimersi". "Lingue come di fuoco" si trova soltanto nel libro degli Atti. Ancora una volta c'è un "come" che fa la differenza. Qualificando il "fuoco" come qualcosa/qualcuno che sta ben oltre le nostre impressioni. Perché si tratta del fuoco dello Spirito Santo. Che intende descrivere un suo modo particolare di rendersi presente. È evidente che in questo caso lo Spirito Santo non vuole tanto parlare di Sé stesso, ma piuttosto riempire di Sé tutti coloro che stavano in quel Cenacolo, facendo anzitutto parlare loro. Uno Spirito, quello di Dio, che dividendoSi sugli apostoli Si diversifica. Per nulla preoccupato di creare anzitutto uniformità e appiattimento. Piuttosto una sorta di unità, a partire da Lui, nella diversità. DisperdendoSi nella pluralità dei nostri linguaggi. Come dice Paolo: "A uno, infatti, per mezzo dello Spirito, viene dato un linguaggio di sapienza, a un altro, invece, dallo stesso Spirito, un linguaggio di conoscenza; a uno, nello stesso Spirito, un atteggiamento di fede; a un altro, nell'unico Spirito, doni di guarigioni". Concludendo che "tutte queste cose le opera l'unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole" (1 Cor 12,8-11). Recentemente il mio Vescovo, parlando a un gruppo di giovani universitari, ha ripetuto loro un'espressione che gli è molto cara: "Mostrate la bellezza dell'unità della Chiesa, pur nella pluriformità" (15/04/2016).

"Del tuo Spirito Signore è piena la terra"
Infine, una terza immagine ce la regala il ritornello del salmo di questa liturgia: "del tuo Spirito Signore è piena la terra". Forse non è proprio questa la realtà che sperimentiamo. Si ha piuttosto l'impressione di appartenere a un'epoca spiritualmente smorta, senza profezia e senza profeti. Come quando il popolo d'Israele gridava, dopo l'esperienza dell'esilio: "Non ci sono più profeti" (Sal 74,9), mentre il profeta Isaia rispondeva loro convinto: "Io sto facendo cose nuove! Non ve ne accorgete?" (43,19). Del resto, anche Gesù aveva criticato duramente coloro che non sapevano cogliere i segni dei tempi (Mt 16,1-3). Perché è un dono accorgersi della profezia che ci raggiunge, della speranza che comunque cresce, dell'amore che ancora fiorisce. È un dono dello Spirito santo. Il punto è questo: accettare di abitare una Chiesa che crede fermamente che "a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune". Che sa gioire per le profezie dei suoi figli, per i sogni degli anziani, le visioni dei giovani. Professando la sua fede in uno Spirito che sa schiudere le porte più sbarrate, allargando gli orizzonti delle intelligenze più ottuse. Allargando lo sguardo della Chiesa, senza rinchiuderla in grette appartenenze o connivenze. Uno Spirito che sa presiedere, se solo glielo permettiamo, alle gestazioni più impensate. Come quella di Maria che, pure lei sorpresa, domandava all'angelo: "com'è possibile?" (Lc 1,26).

Vieni, Santo Spirito
tu che sei vento impetuoso ma anche brezza leggera,
tu fierezza ma anche dolcezza,
tu rigore ma anche amabilità,
tu assolutezza della verità
ma anche tenerezza della misericordia.

 

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