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TESTO Commento su Eb 9,24-28;10,19-23

Monastero Domenicano Matris Domini  

Ascensione del Signore (Anno C) (08/05/2016)

Brano biblico: Eb 9,24-28;10,19-23 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 24,46-53

46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».

50Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. 51Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. 52Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia 53e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

Collocazione del brano
Per la solennità dell'Ascensione, anno C, la liturgia ha scelto questo brano di Ebrei in cui si dice esplicitamente che Gesù, vero e definitivo sommo sacerdote, è salito al cielo, per comparire davanti a Dio e intercedere in nostro favore.
Egli ha realizzato così ciò che i riti del popolo ebreo compivano solo in figura. Il tempio era figura del cielo, il sacrificio con il sangue delle vittime doveva essere ripetuto ogni anno. Il sacerdote ogni anno, nella festa dell'Espiazione (Yom Kippur) offriva il sacrificio prima per i suoi peccati e poi per i peccati commessi dal popolo.
Tutto questo viene superato dal sacrificio di Cristo sulla croce, che cancella il peccato e vale per tutti i secoli.
Per questo motivo possiamo accostarci con fiducia al suo trono per chiedergli di donarci la sua salvezza.

Lectio
24Cristo non è entrato in un santuario fatto da mani d'uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore.
Ecco dunque la descrizione del sacrificio di Cristo. Per prima cosa il luogo dell'offerta. Il sommo sacerdote Gesù non è entrato nel tempio fatto dagli uomini, ma in quello vero, cioè al cospetto di Dio. Il tempio di Gerusalemme era solo una figura della corte celeste. Gesù è comparso davanti al Dio dell'universo per intercedere a nostro favore. Dal giorno dell'Ascensione egli è davanti al trono di Dio, nel suo corpo glorioso e parla di noi al Padre.

25E non deve offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui:
Un altro elemento importantissimo è che la sua offerta ha valore perenne, non deve essere più ripetuta ogni anno come invece dovevano fare i sacerdoti a Gerusalemme. Inoltre Gesù non ha presentato l'offerta del sangue altrui, quello degli animali del sacrificio. Lui stesso è stato immolato e offerto, vero agnello pasquale.

26in questo caso egli, fin dalla fondazione del mondo, avrebbe dovuto soffrire molte volte. Invece ora, una volta sola, nella pienezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso.
Il nostro autore specifica meglio la definitività del sacrificio di Cristo. Egli non deve offrire più volte se stesso perché il suo sacrificio non ha semplicemente impetrato il perdono dei peccati, bensì ha annullato del tutto il peccato.

27E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio,
Ora vediamo le ricadute che questa offerta ha avuto sulla condizione umana. Anche per gli uomini vi è un evento definitivo e irreversibile, quello della morte. Dopo la morte avviene il giudizio, la valutazione di quanto di bene una persona ha fatto durante la sua vita terrena.

28così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l'aspettano per la loro salvezza.
Per Gesù ci sarà una seconda venuta nel mondo. Egli che si è offerto una sola volta per annullare il peccato, tornerà una seconda volta nella gloria non più per annullare il peccato, ma per venire incontro a quanti lo aspettano per essere ammessi alla sua salvezza.

10 19Fratelli, poiché abbiamo piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù,
Nei versetti 10,1-18 l'autore di Ebrei riprende il paragone tra i sacrifici del culto ebraico e il sacrificio di Cristo, ricordando soprattutto che Gesù ha offerto il proprio corpo e non quello degli animali sacrificali. Ora conclude il discorso tornando a noi, suoi uditori. Egli ci esorta alla fiducia. Grazie al sacrificio di Cristo ora abbiamo la possibilità anche noi di entrare nel santuario celeste. Il sangue che ci ha donato questa libertà non è più il sangue degli animali, ma il sangue di Cristo.

20via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne,
Cristo è una via nuova e vivente. Queste espressioni ci ricordano le parole di Gesù in Gv 14,6: Io sono la via, la verità e la vita. Abbiamo un itinerario sicuro da seguire. Questa via è stata tracciata attraverso il velo. Il velo era la tenda che separava il luogo più sacro del tempio, il Santo dei Santi dove era conservata l'arca, dal resto del santuario. Al di là del velo potevano andarci solo i sacerdoti, in occasioni particolari. Con Cristo questa suddivisione è stata superata, chiunque può accostarsi alla gloria di Dio. Il velo viene specificato con un'altra realtà, cioè la carne di Cristo. Il corpo di carne di Cristo era il velo che non ci permetteva di vedere la sua divinità. Ora con la morte di Gesù il velo è stato squarciato (Mt 27,51) e il tempio è diventato accessibile a tutti.

21e poiché abbiamo un sacerdote grande nella casa di Dio,
Prevale qui un messaggio di fiducia. Possiamo entrare nel santuario di Dio, abbiamo tracciato la strada, non c'è più il velo che ci impediva l'ingresso. Possiamo entrarci! Nel santuario troveremo anche un grande sacerdote che ci aspetta solo per accoglierci, darci grazia e salvezza. Per santuario possiamo intendere la Chiesa, il luogo per eccellenza in cui si può conoscere ed entrare in contatto con Dio.

22accostiamoci con cuore sincero, nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura.
Entriamo dunque. E' necessario però avere alcuni requisiti: un cuore sincero, cioè il desiderio di accostarsi a Dio perché è Dio e non per secondi fini. L'autore poi ricorda i tre elementi classici della fede, speranza e carità (la carità, v. 24, rimane esclusa dal nostro brano di oggi). E' necessaria poi la fede, il fondare su Dio la nostra vita. Ci vuole un cuore purificato e il corpo lavato: questi sono gli elementi caratteristici del Battesimo. Non ci si può presentare a Dio a qualche maniera, è necessario credere in Lui e aver cominciato un cammino di conversione e di vita nuova.

23Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è degno di fede colui che ha promesso.
Oltre alla fede importante per la vita cristiana è la speranza, la fede rivolta al futuro, il sapere che Dio sarà fedele alle sue promesse. La comunità a cui scrive l'autore di Ebrei era piuttosto scoraggiata a causa della persecuzione e dell'allungarsi dei tempi di attesa per la venuta del Signore. L'autore riafferma che il Signore è degno di fede e realizzerà le sue promesse.

Meditiamo
- Come mi immagino Cristo oggi, risorto e asceso al cielo? Lo sento lontano o vicino?
- Cosa significa per me "entrare nel santuario di Dio"? Cosa voglio chiedergli?
- Riesco a mantenere vive la fede e la speranza?

 

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