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TESTO Commento su At 1,1-11; Sal 46; Eb 9,24-28;10,19-23; Lc 24,46-53

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Ascensione del Signore (Anno C) (08/05/2016)

Vangelo: At 1,1-11; Sal 46; Eb 9,24-28;10,19-23; Lc 24,46-53 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 24,46-53

46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».

50Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. 51Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. 52Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia 53e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

La liturgia della scorsa domenica ci ha presentato la vita della prima comunità cristiana. Gesù promette loro la sua pace, ma non come la intende il mondo; piuttosto promette lo Spirito Santo, il Paraclito che ha il compito di comunicare la verità di Dio nella sua interezza, presentando la figura del Cristo risorto.
L'Assemblea degli anziani deve decidere per mezzo dello Spirito se accogliere i cristiani provenienti dal paganesimo poiché anche se Dio ha comunicato al suo popolo, agli israeliti, che la salvezza non è solo per loro ma per tutti i popoli.
Cristo promette lo Spirito che illuminerà i discepoli e li renderà capaci di testimoniarlo e di essere degni di arrivare verso la nuova Gerusalemme, immagine oggi della Chiesa che Cristo ha lasciato nel mondo.
Egli con il Padre saranno presenti nella Chiesa in modo interiore, ma sempre vicini ad ogni uomo.

La liturgia di questa domenica si snoda tutta intorno alla figura del Cristo che avvolto da una nube ascende al cielo.
Cristo siede ora alla destra del Padre, ma continua la sua missione nella Chiesa attraverso lo Spirito. Bellissima l'immagine dei discepoli, uomini di Galilea, che alzano lo sguardo al cielo e sono sbalorditi perché non vedono più il Cristo: solo lo Spirito farà loro capire la presenza perenne di Cristo nel mondo. Come lo avete visto salire al cielo così lo rivedrete quando verrà nuovamente.

Nella prima lettura tratta dagli Atti degli apostoli, Luca specifica come nel suo vangelo abbia descritto tutto quello che Gesù ha fatto e detto durante la sua vita terrena, sino al giorno in cui ascese al cielo.
Dopo la sua risurrezione apparve ai discepoli molte volte durante i quaranta giorni successivi con molte prove e parlava loro del regno di Dio, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, perché fra pochi giorni avrebbero ricevuto lo Spirito Santo promesso dal Padre.
Gli apostoli chiesero poi se era quello il tempo in cui sarebbe stato ricostruito il regno di Israele, ma Gesù rispose loro che solo il Padre conosceva i tempi, ma che attraverso lo Spirito avrebbero ricevuto la forza per testimoniare a Gerusalemme, in tutta la Giudea, nella Samaria e fino ai confini della terra.
Mentre parlava fu avvolto da una nube ed elevato in alto e loro rimasero a guardare con i volti alzati. Apparvero loro due uomini in bianche vesti che dissero loro di non guardare il cielo perché come lo avete visto andare in cielo, allo stesso modo lo rivedrete quando ritornerà.
Luca, oltre al vangelo, scrive un secondo libro nel quale racconta la vita della prima comunità cristiana, in particolare quella di Gerusalemme, che possiamo considerare la prima Chiesa originaria.
Luca racconta come vivevano queste persone nella fraternità, nella preghiera, nella condivisione dei beni, La liturgia di questa domenica ci racconta non solo come vivevano in privato fra loro, ma anche il passaggio delle consegne da parte di Cristo ai discepoli, essi ora dovranno testimoniare con la propria vita la Parola che Cristo ha trasmesso loro per mezzo dello Spirito.
L'ascensione al cielo di Gesù segna il passaggio della testimonianza da lui alla Chiesa, a tutti coloro che credono, non solo ai sacerdoti, ma anche a tutti i laici che come i discepoli devono testimoniare il proprio credo con la vita quotidiana. Gesù appare dopo la risurrezione molte volte ai discepoli, proprio per dimostrare che era lui il risorto; anche quando si trova con loro e chiede da mangiare lo fa per dimostrare che è risorto con il suo corpo.
Cristo non è più vivo, in carne e ossa, fra i discepoli, ma resterà con ogni uomo attraverso lo Spirito. Anche la rappresentazione con cui Gesù ascende al cielo è segno della presenza di Dio Padre; infatti, Cristo ascende avvolto nella nube, segno della volontà di Dio.
Ai discepoli non è dato però sapere quando sarà il tempo della ricostruzione del regno, perché quella notizia è riservata solo al Padre, solo Dio lo sa; essi devono vivere nella speranza della risurrezione e nella consapevolezza della testimonianza missionaria.
La missione della Chiesa non inizierà prima della venuta dello Spirito Santo. La nube nella bibbia è segno della presenza di Dio, per questo vedono il Cristo avvolto in una nube salire al cielo, salire verso Dio.

Il salmista con il ritornello del salmo 46/47 "Ascende il Signore fra canti di gioia" vuole ricordare la grande gioia per la risurrezione del Cristo e per il suo ritorno glorioso alla fine della nostra vita.
Nei versetti invita tutti i popoli a battere le mani e a cantare inni di gioia per questa grande speranza.

L'Apostolo Paolo nella seconda lettura, tratta dalla lettera agli Ebrei, ci ricorda che il Cristo è salito al cielo e ora siede alla destra del Padre e comparire al cospetto di Dio in nostro favore. Egli non deve offrire se stesso più volte, ma una volta sola, come succede per gli uomini, perché ha annullato il peccato attraverso il sacrificio della croce.
Cristo dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti apparirà una seconda volta e si presenterà a coloro che l'aspettano per la loro salvezza.
Paolo augura ai fratelli che Cristo doni loro una grande sapienza al fine di avere una profonda conoscenza di lui e inoltre che il Signore illumini le loro menti per comprendere la sua Parola.

L'evangelista Luca nel brano di vangelo ci fa presente come dal Signore che ascende al cielo, gli apostoli ricevano il mandato dell'annuncio della Parola. Questa è la missione che deve svolgere la Chiesa oggi, sino alla fine del mondo.
Luca ci presenta il Cristo che ricorda ai suoi discepoli che sta scritto che Egli deve patire e morire e che il terzo giorno risorgerà e che nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione ed il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Voi restate in città finché questo avvenga, voi, infatti, siete testimoni della mia risurrezione ed io manderò su di voi la forza dello Spirito che il Padre ha promesso.
Li condusse poi verso Betania e li benedisse e in quel contesto fu alzato al cielo. I discepoli si prostrarono e tornarono subito a Gerusalemme, dove stettero nel tempio insieme pregando e lodando Dio.
Luca è l'unico evangelista che ci presenta l'episodio dell'ascensione del Signore, anzi presenta due racconti, una all'inizio degli Atti degli Apostoli, l'altra al termine del suo vangelo, e le posiziona anche in tempi diversi: la prima avviene dopo quaranta giorni dalla risurrezione, l'altra avviene la sera stessa della risurrezione.
Probabilmente la differenza sta nei significati, cioè i quaranta giorni di cui parla negli atti simboleggiano il tempo in cui Gesù è apparso ai suoi discepoli, quaranta giorni sono anche quelli della quaresima, del digiuno del Signore nel deserto, ma l'ascensione del Signore è avvenuta veramente la sera di Pasqua: Cristo è morto, risorto, asceso al cielo.
I tempi umani sono dati a noi per meglio comprendere.
Gesù si separa dai suoi discepoli benedicendoli, quindi l'ultimo ricordo che essi hanno del Cristo è di un Signore glorioso che benedice.
La festa dell'ascensione è l'inizio del tempo della Chiesa, che deve vivere nell'impegno di una speranza continua per testimoniarla a tutti i popoli.
Di fronte all'immensità di un mare calmo e tranquillo o di cielo terso nel quale si stagliano le cime delle vette ancora innevate in montagna, all'anima di chi osserva quel mondo meraviglioso verrebbe la tentazione di non muoversi e di rimanere in contemplazione della bellezza del creato e dell'onnipotenza di Dio, ma un canto liturgico dice: "...ma il vostro posto è la, è la in mezzo a loro..."; anche a noi Gesù chiede la testimonianza della speranza e della nostra fede in lui.
Un anonimo in una lirica dice: "Noi siamo l'unica bibbia che i popoli possono ancora leggere".

Per la riflessione di coppia e di famiglia
- Crediamo che Cristo sia asceso al cielo per andare a prepararci un posto dove andremo alla fine della nostra vita terrena?
- Avvolto dalla nube il Cristo ascende al cielo ed i suoi discepoli restano sbalorditi, non comprendono: anche in noi l'ascensione del Signore crea sgomento e perplessità? O piuttosto serenità, perché così abbiamo in cielo un amico perenne e con il quale possiamo condividere tutto ciò che sentiamo nella nostra anima?
- Gesù ha dato agli apostoli ed ai suoi discepoli il mandato di trasmettere a tutti gli uomini la sua Parola. Siamo convinti che attraverso loro ha detto anche a noi di essere suoi testimoni con l'esempio, l'ascolto e l'annuncio a tutti i fratelli?
- Gesù viene issato verso il cielo in una nube, quindi da Dio, lascia il testimone alla sua Chiesa che ha il compito di riportare a Dio tutti gli uomini. Siamo convinti che la Chiesa missionaria possa realizzare questo o pensiamo che la Chiesa non serva, ma sia sufficiente avere fede in Dio Padre?

Gianna e Aldo - cpm Genova -

 

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