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TESTO Uno siamo

don Luciano Cantini  

IV Domenica di Pasqua (Anno C) (17/04/2016)

Vangelo: Gv 10,27-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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27Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. 28Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. 29Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. 30Io e il Padre siamo una cosa sola».

Giovanni, in tutto il suo vangelo, cerca di comunicare chi è Gesù, il Verbo fatto carne (1,14), pane della vita (6,48), luce del mondo (8,12), pastore bello (10,11)... ma più di ogni altra cosa si preoccupa di dire che il Verbo era Dio (1,1).
L'affermazione conclusiva di questo decimo capitolo Io e il Padre siamo una cosa sola ha proprio lo scopo di affermare ancora una volta l'identità di Gesù col Padre. Letteralmente dice «uno siamo», utilizzando la stessa parola «uno» della professione di fede d'Israele: Adonai Ehad (il Signore è uno).
Dio è uno come uno è il Signore (1Cor 8,6); uno solo, infatti, è Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù (1Tm2,5). Questa unicità di Dio che si manifesta nel Figlio ci coinvolge al tal punto che Gesù affermerà perché siano una sola cosa, come noi (Gv 17,11).
Tutto ci riconduce all'unità, nella lettera agli Efesini Paolo è del tutto esplicito... avendo a cuore di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti (Ef 4,3-6).
Al contrario l'uomo si lascia sedurre da «colui che divide» (diàbolos). Lo vediamo nella nostra storia, nella cronaca di tutti i giorni, nella nostra esperienza quotidiana. È più facile chiudere una porta (o una frontiera) che tendere una mano.
Non dobbiamo credere al maligno che ci dice: non puoi fare nulla contro la violenza, la corruzione, l'ingiustizia, il peccato (papa Francesco Tw 24.3.13)
Il demonio è il padre della discordia, il padre della divisione, il padre della violenza. E questo padre non lo vogliamo perché non ci rende fratelli, ci divide (Bergoglio 1.10.2006).
Gesù nel proclamare la sua unicità col Padre ci invita ad un cammino di comunione perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato (Gv 17,21)
Affinché questo cammino verso la perfezione nell'unità (Gv 17,23) sia davvero possibile Gesù ci richiama come fa il pastore con le pecore: Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Come l'ascolto determina l'appartenenza al popolo d'Israele (cfr. Dt 6,4) così chi ascolta il Pastore appartiene a Lui e il legame è così forte che nessuno le strapperà dalla mia mano, ancor di più nessuno può strapparle dalla mano del Padre.
La mano del Padre e quella di Gesù sono la stessa mano, forte dello stesso amore e della stessa dedizione al proprio gregge.

 

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