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TESTO Beati voi, quando...

don Roberto Rossi  

IV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (30/01/2005)

Vangelo: Mt 5,1-12a Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 1vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. 2Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:

3«Beati i poveri in spirito,

perché di essi è il regno dei cieli.

4Beati quelli che sono nel pianto,

perché saranno consolati.

5Beati i miti,

perché avranno in eredità la terra.

6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,

perché saranno saziati.

7Beati i misericordiosi,

perché troveranno misericordia.

8Beati i puri di cuore,

perché vedranno Dio.

9Beati gli operatori di pace,

perché saranno chiamati figli di Dio.

10Beati i perseguitati per la giustizia,

perché di essi è il regno dei cieli.

11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi.

Questo brano del Vangelo introduce il grande discorso della montagna, detto così dalle prime parole: "Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna". I capitoli 5-7 di Matteo sono la prima delle cinque grandi unità letterarie chiamate "discorsi". Si tratta di raccolte più o meno ampie di sentenze raggruppate in unità minori che affrontano dei temi abbastanza omogenei.

In una lettura panoramica del discorso emergono due poli, attorno ai quali si condensa l'istruzione ed esortazione del Maestro ai discepoli: IL REGNO DEI CIELI, che rivela l'assoluta esigenza di Dio, e la NUOVA GIUSTIZIA, l'amore incondizionato al prossimo, sintesi di tutte le esigenze etiche espresse nella legge e nei profeti. Questa duplice concentrazione, religiosa ed etica, permette di avvertire l'unità spirituale dell'intera composizione nelle sue varie parti.

Il discorso della montagna è un discorso programmatico: le beatitudini danno il tono a tutto l'annuncio di Gesù. Il quadro in cui si svolge questo discorso è estremamente interessante. Gesù si mette a sedere: dà l'immagine del Maestro e il suo insegnamento è pienamente autorevole. Gesù parla da una montagna: richiama in questo modo l'immagine della legge mosaica data sul monte Sinai. Gesù parla quindi con la stessa autorità di Dio.

Le beatitudini sono l'annuncio che il Regno è realizzato. Per i profeti le beatitudini erano al futuro, una speranza; per Gesù sono al presente, sono l'espressione che il Regno è arrivato. Ed è arrivato per tutti: di fronte a Dio non ci sono vicini o lontani, non ci sono emarginati. Gesù non ha solo proclamato le beatitudini, ma le ha vissute. Non sono quindi un'utopia, ma un programma di vita che è possibile per ogni discepolo.

La parola beati viene pronunciata nove volte. E' una parola di augurio, una promessa, che Gesù trasforma in una condizione attuale, già presente, che già appartiene a coloro che vivono le varie condizioni da lui elencate.

Le beatitudini non sono per pochi, ma sono rivolte a tutti: "Vedendo le folle.. ..gli si avvicinarono i suoi discepoli ".

Beati i poveri: il discepolo che si fa povero in spirito, ha fiducia in Cristo e vive di fede. Si fa anche povero materialmente, per essere libero e a disposizione dei fratelli. Il povero è colui che concepisce se stesso in termini di gratuità e non di possesso.

Beati gli afflitti: il discepolo fa suoi i problemi del Regno di Dio e li soffre. Soffre perché la Chiesa non è unita, perché non è sempre presenza di Dio. Soffre per i propri peccati.

Beati i miti: il discepolo mite è colui che non ricorre alla violenza, perché affida tutto a Dio e ha fiducia nell'amore, nella verità e nella giustizia, anche in situazioni disperate.

Beati gli affamati di giustizia: il discepolo sa che un mondo più giusto non è solo da attendere, ma anche da costruire, nella fede, nella serenità, ben sapendo che Dio è presente nella storia.

Beati i misericordiosi: il discepolo che sa di essere oggetto dell'amore di Dio, si fa segno di misericordia, e prolunga il perdono agli altri e non lo tiene per sé. Il discepolo vive una solidarietà radicale.

Beati i puri di cuore: il discepolo è puro di cuore quando è semplice, quando si dona senza riserve, quando non vede il male dappertutto e non sospetta di tutto.

Beati gli operatori di pace: il discepolo così come Cristo, porta una parola che divide, che spesso lo rende impopolare, che a volte lo fa restare solo.

Beati i perseguitati per la giustizia: il discepolo si trova ad affrontare dei disagi che gli vengono dalla sua decisione di essere per il Regno. La persecuzione è il segno che si è dalla parte di Cristo.

Beati voi quando...

Ogni persona cerca di essere felice. Della felicità che noi cerchiamo, Cristo ci propone una via, presentandosi come modello di una vita bella, che vale la pena di essere vissuta. Sembrerebbe ovvio seguirlo, ma le sue vie non sono le nostre vie, le beatitudini che lui propone non sono quelle che vorremmo sentirci presentare.

Il cuore dell'uomo spesso cerca beatitudini diverse da quelle proposte da Gesù: beati i ricchi, gli arrivati, i fortunati, i sazi; beati quelli che non si fanno mettere i piedi in testa, che non devono chiedere mai; beati quelli che trovano sempre il modo di cavarsela e non guardano in faccia a nessuno...

Il dubbio che non ci sia scampo a questa logica prende a volte anche il cuore di chi crede.

Ma noi saremo beati, felici, veri, realizzati, quando vivremo come Gesù ci ha pensati e come ci ha insegnato, con la sua vita e con le sue parole, soprattutto con queste beatitudini.

 

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