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TESTO Commento su Ap 5,11-14

Monastero Domenicano Matris Domini  

III Domenica di Pasqua (Anno C) (10/04/2016)

Brano biblico: Ap 5,11-14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 21,1-19

1Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. 3Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.

4Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». 6Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. 7Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. 8Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.

9Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». 11Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. 12Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. 13Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. 14Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

15Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». 17Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. 18In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». 19Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

Collocazione del brano
Continua la nostra lettura dell'Apocalisse alla ricerca dei brani che ci mostrano la gloria di Gesù Cristo nelle varie visioni di Giovanni evangelista.
Dopo le lettere inviate alle sette chiese dell'Asia Minore (capp. 2-3), vi è la visione del trono di Dio, con la sua corte (capp. 4-6). Colui che era seduto sul trono aveva in mano un libro chiuso da sette sigilli. Nessuno poteva aprire questo libro se non l'Agnello che è stato immolato. Comparve l'Agnello, si presentò a Dio e prese il libro chiuso. Tutti i presenti alla corte celeste allora intonarono un inno di lode all'Agnello. La nostra lettura di oggi è parte di questo inno.

Lectio
Io, Giovanni, 11vidi, e udii voci di molti angeli attorno al trono e agli esseri viventi e agli anziani. Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia
Giovanni introduce le sue visioni con questo ritornello: io Giovanni vidi. Egli realizza con fedeltà il compito che gli è stato affidato, quello di guardare e di scrivere. In questa visione egli si trova davanti alla corte celeste. Vede il trono di Dio, attorno al quale vi sono 24 seggi sui cui sedevano 24 anziani. Per alcuni commentatori essi rappresentano le comunità dei cristiani, per altri sono la storia dell'umanità. Vi sono i quattro esseri viventi (4,6-8) nelle cui sembianze Ireneo di Lione ha identificato i quattro evangelisti. In realtà Giovanni li riprende dalle visioni di Ezechiele 1, dove i quattro animali reggono il trono di Dio e rappresentano il mondo creato. Gli angeli che attorniano il trono sono miriadi di miriadi. Le miriadi (10.000 unità) erano le unità militari. Tutto l'esercito del cielo è attorno al trono di Dio, al suo servizio.

12e dicevano a gran voce: «L'Agnello, che è stato immolato, è degno di ricevere potenza e ricchezza, sapienza e forza, onore, gloria e benedizione».
Gli anziani e gli esseri viventi stavano cantando un canto nuovo all'Agnello. Ad essi si uniscono ora le voci degli angeli. L'Agnello è una figura di Cristo, che è stato ucciso per la salvezza, non solo di Israele, ma di tutti i popoli della terra. Ecco perché il canto celebra la sua dignità, egli è degno di ricevere da Dio la potenza, la ricchezza, e tutti i beni di cui si parla in questo inno. Sono sette il numero della pienezza. L'Agnello proprio perché è stato immolato merita di ricevere tutto.

13Tutte le creature nel cielo e sulla terra, sotto terra e nel mare, e tutti gli esseri che vi si trovavano, udii che dicevano: «A Colui che siede sul trono e all'Agnello lode, onore, gloria e potenza, nei secoli dei secoli». 14E i quattro esseri viventi dicevano: «Amen». E gli anziani si prostrarono in adorazione.
Infine tutte le creature del mondo si uniscono a questo canto e come in un ritornello attribuiscono non solo all'Agnello, ma anche a Dio degli attributi simili, per tutti i secoli. L'inno di lode è sceso fino a sotto la terra e nel fondo del mare. Poi ritorna nei cieli, con i quattro esseri viventi che rispondono: Amen, e con i 24 anziani che si prostrano in adorazione.

Meditatio
- Ho mai desiderato di vedere la corte celeste?
- Ho mai rivolto il mio inno di lode all'Agnello che è stato immolato per mia salvezza?
- A chi mai ho dato onore, gloria e lode nella mia vita?

 

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