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TESTO Libero per amare

don Luciano Cantini  

III Domenica di Pasqua (Anno C) (10/04/2016)

Vangelo: Gv 21,1-19 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. 3Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.

4Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». 6Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. 7Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. 8Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.

9Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». 11Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. 12Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. 13Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. 14Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

15Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». 17Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. 18In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». 19Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

Quella notte
C'è una notte, un buio, una tenebra che fatica ad aprirsi alla luce. Giovanni ce lo dice fin dall'inizio del suo vangelo: la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta (1,5). A Nicodemo Gesù aveva detto: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce (3,19). Le tenebre non portano a nulla o peggio ancora sono origine del male; quando Giuda esce dal cenacolo con in cuore il tradimento si dice che era notte (13,30).
Nella notte con Nicodemo Gesù aveva affermato che se uno non nasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio (3,3): è necessario "venire alla luce", invece ci divertiamo a nasconderci fin da bambini, solo che nel gioco il divertimento sta nel palesarsi mentre nella vita è il mantenersi nascosti, fin dal tempo di Adamo: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto (Gn 3,10). Nel nascondimento prolifera la corruzione, l'inganno, l'approfitto, la mafia... e quanto ancora.
I discepoli sul mare di Tiberiade avevano pescato tutta la notte senza prendere nulla. Era iniziata male quella serata. Giovanni ci dice che i discepoli si trovavano insieme mentre Simone prende l'iniziativa per sé: «Io vado a pescare». È vero che gli altri lo seguono ma è anche significativo l'agire individuale di Simone che ancora stenta a capire la portata della sua e della vita degli altri.

Quando già era l'alba
Gesù è la luce che illumina la riva del lago, l'indicazione dell'alba non è solo cronologica. Non riescono ancora a vedere bene, né gli occhi né il cuore permettono di riconoscere il Signore e nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?»; neppure la pesca abbondante in quell'alba aveva permesso di riconoscere Gesù, solo il discepolo amato intuisce e parla con Simone. Ancora una volta guidato dalla sua irruenza Pietro si getta in acqua, da solo, sempre da solo trasse a terra la rete. Gesù aveva chiesto qualcosa da aggiungere al pasto che stava cucinando, i doni si incontrano e si intersecano, al dono si aggiunge il dono. L'immagine della Eucarestia ha una sua evidenza nella comunione. Anche lo slancio solitario di Pietro arriva ad avere un significato se si riesce a tradurlo nella comunione.

«Seguimi»
Pietro, segnato dal rinnegamento (18,27), ha bisogno di comunione, di un supplemento di amore. A lui è chiesto di amare più di costoro, di scavare dentro di sé, scaricare le incrostazioni del tempo, ciò che ha sempre ritenuto come vero e necessario, deve tornare ad essere un uomo libero per poter amare. Il colloquio è duro, non ce la fa ad arrivare dove gli è chiesto ma si abbandona al Signore, al suo cuore: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gesù si adegua alla dimensione di amore di Pietro ma gli dice anche che è destinato a crescere fino al dono totale, una sola cosa chiede: «Seguimi».

 

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