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TESTO Nella rete della misericordia di Dio

padre Antonio Rungi

III Domenica di Pasqua (Anno C) (10/04/2016)

Vangelo: Gv 21,1-19 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. 3Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.

4Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». 6Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. 7Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. 8Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.

9Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». 11Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. 12Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. 13Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. 14Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

15Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». 17Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. 18In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». 19Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

La terza domenica di Pasqua ci presenta Gesù che appare agli apostoli e li aiuta nel lavoro di pescatori. Da una notte senza aver pescato nulla, ad una pesca in pieno giorno in cui prendono tutto, raccolgono ogni tipo di pesce, piccoli e grandi, una raccolta straordinaria. E' l'immagine di questo giubileo della misericordia, durante il quale il Signore Gesù, attraverso l'opera della sua Chiesa, intende raccogliere nella rete del suo amore misericordioso tutti i suoi figli. Quelli che vivono nella grazia e quanti sono lontani da una vita di preghiera e sacramentale. Il miracolo della pesca abbondante che Gesù permette di fare agli apostoli dopo una notte di lavoro senza aver raccolto nulla ci indica la strada di come lavorare nel campo dell'apostolato. Solo con Gesù e in ascolto della sua parola, nel mettere in pratica i suoi insegnamenti possiamo riavvicinarci a Lui e portare a Lui chi naviga in mari pericolosi, smarrito tra tanti rischi della vita di tutti i giorni, quando non si è in sintonia con il vangelo dell'amore e della misericordia. Gesù, agli apostoli, dopo aver dato il conforto di una pesca eccezionale, vuole condividere con loro la gioia dello stare insieme. E' la chiesa della risurrezione che intorno al suo maestro si accosta al cibo eucaristico, dal quale trae la forza e il coraggio per testimoniare e vivere il vero amore nel mondo. Non a caso dopo la pesca miracolosa Gesù si rivolge a Pietro in prima persona e gli pone una delle domande alle quali o si risponde con sincerità oppure tutto diventa farsa, menzogna e fariseismo. Dalla risposta cosciente e convinta alla richiesta di un amore sincero, scaturisce la sequela di Cristo e le conseguenze di tale scelta totale di Cristo. Il dialogo tra Gesù e Pietro è tra i quelli che toccano le corde più profonde di un Dio, che è Gesù, e di un essere umano, Pietro.

Questa domanda il Signore, oggi, la rivolge a ciascuno di noi. In che misura possiamo dire come Pietro: Signore, tu sai che io ti amo e sei tutta la mia vita? Certo nella misura in cui ogni giorno ci immergiamo in questo amore, mediante la preghiera, la partecipazione alla messa, alla comunione, nell'ascolto della sua parola, nella pratica della giustizia, nella lotta per la verità, nella difesa degli ultimi, questo amore cresce in noi e diventa autentico. La risposta che Cristo ci chiede se ci vogliamo porre alla sua sequela è quella di una amore completo che si fa servizio ed oblazione e che investe tutta la vita, fino al mistero più paradossale della morte in croce alla quale allude Gesù nella parte finale del dialogo con Simon Pietro. Tu Maestro ci hai insegnato ad amare e fa' che questo amore sia ogni giorno più forte e potente per combattere le forze dell'odio e della morte che si presenti in questo nostro tempo. Bisogna avere il coraggio e la fede dei primi apostoli e dei primi cristiani di Gerusalemme che, nonostante la persecuzione, le proibizioni dei politici del tempo, vanno avanti per la loro strada nel parlare di Cristo e nell'annunciare la sua misericordia. Il coraggio dei martiri, dei perseguitati per la fede è quello che oggi la chiesa necessita. E' vero che anche oggi tanti sono i cristiani, nel mondo, che testimoniano la fede fino alla morte. Anche in questi ultimi mesi, da ogni angolo della terra, i crimini contro i cristiani si rinnovano, senza che alcuno alzi la voce a loro protezione e difesa, tranne quella del Papa, dei Vescovi, dei sacerdoti e di quanti sperimentano l'emarginazione in questo nostro terribile momento storico.
Una riflessione conclusiva su quanto ci raccontano e ci insegnano i due testi biblici che abbiamo ascoltato e commentato in questa terza domenica di Pasqua la troviamo nel brano della seconda lettura di oggi, tratto dall'Apocalisse. In questa meravigliosa visione dell'apostolo Giovanni, è la sintesi della nostra fede, del nostro cammino nella storia e della meta ultima del nostro pellegrinaggio verso l'eternità.

Vogliamo metterci in adorazione del Risorto in questo tempo di Pasqua e noi sappiamo benissimo che il Risorto è presente in corpo, sangue ed anima nella santissima eucaristia. Il tempo di Pasqua sia il tempo di un'adorazione perpetua al Cristo, volto misericordioso del Padre. Lasciamoci prendere nella rete del suo amore e lasciamoci catturare dal suo volto luminoso, glorioso, che è la nostra vera gioia.

Sia questa la nostra umile preghiera: Padre misericordioso, accresci in noi la luce della fede, perché nei segni sacramentali della Chiesa riconosciamo il tuo Figlio, che continua a manifestarsi ai suoi discepoli, e donaci il tuo Spirito, per proclamare davanti a tutti che Gesù è il Signore. Amen.

 

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