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TESTO Commento su 1Pt 3,18-22

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I Domenica di Quaresima (Anno B) (22/02/2015)

Brano biblico: 1Pt 3,18-22 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 1,12-15

12E subito lo Spirito lo sospinse nel deserto 13e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.

14Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

Collocazione del brano
Il nostro cammino quaresimale si apre con un brano della prima lettera a Pietro che ci porta alcuni riferimenti al significato del battesimo in ordine al perdono dei peccati. Il brano è stato scelto anche perché vi si trova un riferimento a Noè, di cui si parla nella prima lettura.
Il brano che leggiamo si trova all'interno delle esortazioni che Pietro rivolge alla comunità cristiana, in particolare nella situazione di persecuzione. I cristiani ricordino che attraverso la persecuzione e la morte è passato prima Cristo e proprio attraverso di esse ci ha ricondotto a Dio.

Lectio
Carissimi, 18anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nel corpo, ma reso vivo nello spirito.
Il versetto precedente dice ai cristiani perseguitati che è meglio soffrire operando il bene che facendo il male. Fonda questa affermazione forte su questo versetto 18. Tale sofferenza si può sopportare solo guardando a Cristo che ha scelto liberamente la sofferenza per ricondurre a Dio tutta l'umanità che si era perduta a causa del peccato. Egli era giusto, ma è stato messo a morte per gli ingiusti. E' morto perché partecipe della condizione umana, ma è stato risuscitato in forza della sua natura divina. Il ritornare al sacrificio di Cristo apre all'apostolo nuove argomentazioni.

19E nello spirito andò a portare l'annuncio anche alle anime prigioniere,
Si fa qui riferimento alla discesa agli inferi. Gesù scende a portare l'annuncio di salvezza anche a coloro che lo hanno preceduto e non hanno voluto credere in Dio.

20che un tempo avevano rifiutato di credere, quando Dio, nella sua magnanimità, pazientava nei giorni di Noè, mentre si fabbricava l'arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono salvate per mezzo dell'acqua.
Stranamente Pietro quando parla delle anime prigioniere si riferisce solo a quelle che sono perite nel diluvio. Dio aveva dato ancora una possibilità di conversione, mentre Noè stava costruendo l'arca, ma solo 8 persone, la famiglia di Noè, furono salvate perché rimasero fedeli a Dio.

21Quest'acqua, come immagine del battesimo, ora salva anche voi; non porta via la sporcizia del corpo, ma è invocazione di salvezza rivolta a Dio da parte di una buona coscienza, in virtù della risurrezione di Gesù Cristo.
Pietro vede nella salvezza attraverso l'arca una prefigurazione del battesimo. Anche i cristiani interlocutori di Pietro possono godere di questa salvezza attraverso il battesimo. Egli ci ricorda però di non fermarsi al semplice significato dell'acqua che lava il corpo. Chiedere il battesimo è chiedere a Dio la salvezza, con cuore sincero. Questa salvezza che si ottiene nel battesimo è stata conquistata da Cristo. Il battesimo è partecipare alla sua morte e risurrezione.

22Egli è alla destra di Dio, dopo essere salito al cielo e aver ottenuto la sovranità sugli angeli, i Principati e le Potenze.
Gesù ha compiuto la sua missione e ha raggiunto di nuovo Dio Padre nella gloria. Grazie alla sua morte e risurrezione ha meritato di essere sovrano degli angeli, dei principati e delle potenze. Con queste ultime categorie si indicavano gli spiriti che secondo la cosmologia pagana governavano il movimento dei cieli. I principati erano anche dei funzionari del potere civile, preposti alla giustizia.

Meditiamo
- Mi ricordo qualche volta che Gesù mi ha liberato dai peccati grazie alla sua morte in croce?
- Come vivo il mio battesimo?
- Gesù è il Signore della mia vita?

 

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