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TESTO Accendere il desiderio del cielo

don Maurizio Prandi

Veglia Pasquale nella Notte Santa (Anno C) (27/03/2016)

Vangelo: Lc 24,1-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 24,1-12

1Il primo giorno della settimana, al mattino presto esse si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. 2Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro 3e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. 4Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. 5Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? 6Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea 7e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”». 8Ed esse si ricordarono delle sue parole 9e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. 10Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. 11Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse. 12Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto.

E' davvero ricca la celebrazione di questa notte, ricca di segni, di parole, di simboli: il fuoco, la luce, l'acqua sono un richiamo al cammino fatto in questi quaranta giorni certamente, ma ci dicono anche che la Pasqua di Gesù è una celebrazione inserita nell'esistenza degli uomini e siamo chiamati a farla diventare realtà, vita.

La Pasqua è fuoco, è amore che rispetta l'altro, che non consuma l'altro ma che si consuma, ricordate? Lo abbiamo detto la terza domenica di Quaresima contemplando il roveto ardente; ed è un messaggio che abbiamo ricevuto anche la Domenica di Passione e il Giovedì Santo: Gesù che non butta via niente delle vite che il Padre gli affida (Pietro, i crocifissori, chi nel Sinedrio non lo ha difeso ma poi lo ha accolto tra le sue braccia per dargli sepoltura, il buon ladrone), non le "consuma" queste vite, ma si consuma lui, non butta via e allo stesso tempo invita i suoi discepoli a "buttarsi" via donandosi. La Pasqua è fuoco, è passione, è, come dice bene la preghiera di benedizione sul fuoco: è accendere in noi il desiderio del cielo! Il fuoco allora, acceso sul sagrato, ci invita a desiderare di guardare in alto; sono tempi strani quelli che viviamo, c'è una epidemia che si sta diffondendo con una velocità impressionante: è la sindrome dello sguardo basso, che colpisce soprattutto i possessori di tablet, smartphone e palmari (quindi anche me!!!). Che bello invece che la liturgia ci inviti ad accendere in noi il desiderio di "guardare in alto". Ognuno di noi può domandarsi: cosa vuol dire per me guardare in basso, in alto?

La Pasqua è luce, è un orientamento, una direzione, è una "vita bella", non la "bella vita" (con un certo stupore ho scoperto che questa idea, vivere una vita bella appunto, con la quale abbiamo aperto il tempo di Quaresima ha nutrito la riflessione di tante persone, l'ho scoperto nei colloqui personali in questi giorni, con chi ha chiesto il perdono nel sacramento della Riconciliazione o con chi ha chiesto aiuto per un cammino personale di fede). Perdonatemi questi riferimenti ma... è la vita bella di M. e di V.: la malattia permette loro solo di sorridere o di essere imbronciati, non riescono a fare altri movimenti ma non ti rinfacciano mai di andare a trovarli così di rado, ti sorridono sempre! È la vita bella dei figli di M., e della sposa di V. così disponibili a facilitare l'incontro di chiunque vada con i loro cari! È la vita bella di A., che a ottant'anni ti dice che è cambiato, che si è convertito, che ha capito tante cose (io invece sono sempre lì a dirmi che sarebbe necessario cambiare e non riesco a farlo!). È la vita bella di O. che combattendo con la sua rarissima malattia, dal suo letto di ospedale alla solita, banale domanda: come stai O.? Ti risponde: ciao don Maurizio! La vita è bella lo sai?

Sorrisi, disponibilità, cambiamento, intuizioni, persone che sono germi di Risurrezione per me. (Spero di non essere irrispettoso nei confronti di chi fatica e di chi lotta ogni giorno scrivendo questa mia convinzione).

La Pasqua è la pienezza di una storia segnata dall'acqua; una storia che comincia il giorno della creazione, quando lo spirito di Dio volava ("covava" dice una traduzione bellissima del libro della Genesi) sulle acque, ha il suo culmine sulla croce quando dal petto di Gesù escono sangue ed acqua, e continua ancora oggi quando immergiamo donne e uomini in quell'acqua che diventa veicolo dell'amore di Dio; è battesimo, è immersione, la Pasqua è essere avvolti dall'amore di Dio. Ci è stato fatto questo dono (il battesimo), e allora non possiamo non far nostro tutto quello che celebriamo in questa notte. La Pasqua è la vita di Gesù che diventa "un'esperienza per me", la Pasqua, è responsabilità e l'abbiamo imparato durante la lavanda dei piedi l'altro ieri sera, è un Fate come me, la Pasqua è imparare da Gesù e la cosa bella è che tra poco, nella rinnovazione delle promesse battesimali, ci diremo gli uni gli altri che ci crediamo, e che desideriamo tenere acceso in noi il desiderio di vivere come lui ci ha insegnato, di fare come lui; la Pasqua è passaggio nell'acqua, è vittoria, è libertà.

La Pasqua è andare al sepolcro e sentirsi dire: non è qui!!! È risorto!!! È per questo che abbiamo deciso di tenere le porte aperte di fronte al tabernacolo, perché quel Gesù che custodiamo lì possa sempre dirci: uscite! È vero che sono qui, la mia presenza è qui, ma guardate bene, osservate entrando e uscendo dalla basilica (abbiamo lasciato appeso, a qualche metro di fronte al tabernacolo, il pannello dove sono dipinte le opere di misericordia), perché io sono anche lì, in quel malato, in quell'affamato, in quell'assetato, in quel povero che non sa come vestirsi, in quel carcerato, in quel forestiero, in quel defunto morto nella tristezza della solitudine.

Usciamo di chiesa allora con questa certezza oggi: Gesù è qui, ma non solo! Perché sarebbe troppo comodo pensarlo chiuso qui dentro; è bello quello che c'è scritto nel vangelo: sono due uomini a dire alle donne: non è qui! Non ho più scuse allora: se aspetto di farmelo dire da due angeli che Gesù non è soltanto qui posso anche farci la muffa in chiesa! Se sono uomini come me a dirmelo non posso che mettermi in ascolto e uscire, uscire con il desiderio di incontrarlo Gesù, di viverlo, di servirlo nei miei fratelli e sorelle. Buona Pasqua!!!

 

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