PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Il bello del sacrificio

don Alberto Brignoli  

Venerdì Santo (Passione del Signore) (25/03/2016)

Vangelo: Gv 18,1- 19,42 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 18,1-19,42

1Dopo aver detto queste cose, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cedron, dove c’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. 2Anche Giuda, il traditore, conosceva quel luogo, perché Gesù spesso si era trovato là con i suoi discepoli. 3Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati e alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiaccole e armi. 4Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?». 5Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era con loro anche Giuda, il traditore. 6Appena disse loro «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra. 7Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?». Risposero: «Gesù, il Nazareno». 8Gesù replicò: «Vi ho detto: sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano», 9perché si compisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato». 10Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. 11Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?».

12Allora i soldati, con il comandante e le guardie dei Giudei, catturarono Gesù, lo legarono 13e lo condussero prima da Anna: egli infatti era suocero di Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno. 14Caifa era quello che aveva consigliato ai Giudei: «È conveniente che un solo uomo muoia per il popolo».

15Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme a un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote ed entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote. 16Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell’altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare Pietro. 17E la giovane portinaia disse a Pietro: «Non sei anche tu uno dei discepoli di quest’uomo?». Egli rispose: «Non lo sono». 18Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava.

19Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e al suo insegnamento. 20Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. 21Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto». 22Appena detto questo, una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?». 23Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?». 24Allora Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo sacerdote.

25Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi. Gli dissero: «Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?». Egli lo negò e disse: «Non lo sono». 26Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l’orecchio, disse: «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?». 27Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.

28Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l’alba ed essi non vollero entrare nel pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. 29Pilato dunque uscì verso di loro e domandò: «Che accusa portate contro quest’uomo?». 30Gli risposero: «Se costui non fosse un malfattore, non te l’avremmo consegnato». 31Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra Legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno». 32Così si compivano le parole che Gesù aveva detto, indicando di quale morte doveva morire.

33Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». 34Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». 35Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». 36Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». 37Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». 38Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?».

E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui colpa alcuna. 39Vi è tra voi l’usanza che, in occasione della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». 40Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante.

1Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. 2E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. 3Poi gli si avvicinavano e dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi.

4Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna». 5Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l’uomo!».

6Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa». 7Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio».

8All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. 9Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù: «Di dove sei tu?». Ma Gesù non gli diede risposta. 10Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». 11Gli rispose Gesù: «Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande».

12Da quel momento Pilato cercava di metterlo in libertà. Ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re si mette contro Cesare». 13Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. 14Era la Parasceve della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». 15Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare». 16Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.

Essi presero Gesù 17ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, 18dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. 19Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». 20Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. 21I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”». 22Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto».

23I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato – e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. 24Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice:

Si sono divisi tra loro le mie vesti

e sulla mia tunica hanno gettato la sorte.

E i soldati fecero così.

25Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. 26Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». 27Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.

28Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». 29Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. 30Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.

31Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. 32Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. 33Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, 34ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. 35Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. 36Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. 37E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.

38Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatea, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. 39Vi andò anche Nicodèmo – quello che in precedenza era andato da lui di notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di àloe. 40Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. 41Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. 42Là dunque, poiché era il giorno della Parasceve dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù.

Viviamo in una cultura che non conosce il concetto di sacrificio, o che comunque, pur conoscendolo, non lo accetta, non ne vuole sentire parlare. Sacrificare se stessi e la propria vita per un ideale, per uno scopo, oppure per fare in modo che altri beneficino del sacrificio è considerato qualcosa di anacronistico, di fuori dal tempo. Certo, non sono anacronistiche né fuori dal nostro tempo, purtroppo, le notizie relative a chi sacrifica la propria vita facendosi esplodere nel terminal di un aeroporto, nelle prossimità di uno stadio, all'interno di uno spazio musicale giovanile o nelle buie e intrappolate stazioni della metropolitana: ma è evidente che in quelle assurde e deliranti scelte di comportamento il sacrificio di sé assume una dimensione farneticante, disumana e diabolica, perché non è guidato dalla dimensione più bella che il sacrificio porta con sé, quella di generare amore nei confronti degli altri. Se il sacrificio di sé non ha come obiettivo il bene degli altri, l'amore per l'altro, è un sacrificio senza alcun senso, una sorta di suicidio consapevole e deliberato che non produce frutto se non quello di generare l'esatto contrario dell'amore, cioè la violenza, il terrore e la morte.

Quello che celebriamo oggi è, per noi cristiani, il Sacrificio per eccellenza: il sacrificio di Cristo sulla croce. Un sacrificio che storicamente per il popolo ebraico ricorda il sacrificio dell'Agnello Pasquale dell'Esodo, il cui sangue sul legno degli stipiti delle porte era figura, profezia del sangue che avrebbe imbevuto il legno della croce. Come, infatti, il sacrificio dell'Agnello sacrificato da Mosè e dal popolo la notte dell'uscita dall'Egitto evitò che l'Angelo della Morte colpisse le case degli ebrei, così il sangue dell'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo evitò che la Morte si impadronisse delle nostre vite per l'eternità. Un gesto d'amore, non c'è che dire; un gesto che ha generato vita. Anzi, possiamo dire che fu un gesto d'amore proprio perché ha generato vita, e - viceversa - che generò vita perché fu un gesto d'amore. Amore e vita coincidono: l'amore genera vita, la vita genera amore. Ma ciò che più colpisce (e che forse si coglie a fatica) è che, a partire da quel venerdì a Gerusalemme sul Calvario, questo avviene attraverso un Sacrificio, ovvero attraverso una morte di sé accettata e donata volontariamente. È un mistero che si coglie a fatica, dicevo, eppure non è poi così raro e infrequente come crediamo, né tantomeno anacronistico. Certo, fa meno notizia del sacrificio suicida di chi si fa esplodere per generare morte; ma non per questo perde la sua efficacia, la sua ricchezza, e (anche se costa dirlo) la sua bellezza.

Ci costa, dire che un sacrificio di sé, anche se finalizzato a dare vita e amore, porta dentro una dimensione di bellezza, ancor più quando la Liturgia della Parola di oggi ci dice che "non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per poterci piacere". Ma la bellezza di un sacrificio non sta certo nella dimensione estetica con la quale riempiamo le pagine dei social network per farci vedere attraenti, atletici, accattivanti, seducenti e - dobbiamo riconoscerlo - sempre più vuoti dentro... La bellezza di un sacrificio sta nella bellezza del frutto che esso produce, e le pagine di storia della vita di ogni giorno ne sono piene, a volte senza neppure fare notizia.

E così, è bello il frutto del sacrificio di Sofia, morta a soli diciotto mesi per una passeggiata con la nonna finita tragicamente, ma rifiorita nel dono dei propri organi vitali, concessi dai genitori perché un'altra piccola creatura potesse tornare a vivere; è bello il frutto di quelle mamme (non poche, tra l'altro) che, malate di cancro in gravidanza, rifiutano di farsi curare, sacrificando la propria esistenza, pur di non mettere a repentaglio la vita che portano in grembo; è bello il frutto di un padre profugo che, naufrago su un barcone della disperazione, si sacrifica per tenere a galla il figlioletto di pochi mesi, finché giunga a salvo sulla riva.

Ma, molto più quotidianamente e ordinariamente vicino a noi, è bello il sacrificio di una madre che, rimasta sola per un matrimonio andato male, non fa calcoli di tempo ed energie, e lavora dentro e fuori casa pur di assicurare un futuro sereno ai figli rimasti con lei; è bello il sacrificio di un padre che si alza di buon mattino, quando è ancora buio (come quel mattino dopo il sabato), per mettersi alla guida del suo camion o della sua auto e iniziare a macinare chilometri fino a sera inoltrata, per riuscire, con qualche ora di lavoro in più, a far quadrare il bilancio in famiglia e permettere così ai figli di concludere quell'università che lui non ha mai potuto fare; è bello il sacrificio di uno studente che non accetta di dover essere sempre di peso ai suoi genitori, e occupa le serate dei suoi giorni di studio lavando i piatti o servendo a tavola in un ristorante fino a notte inoltrata, rispetto a tanti suoi coetanei che rientrano anch'essi a notte fonda, sì, ma per motivi molto meno nobili; è bello il sacrificio di due nonni che, invece di godersi legittimamente la vecchiaia con qualche gita dopo una vita di duro lavoro, si mettono a servizio dei figli per aiutarli a gestire i nipoti piccoli, spesso non senza fatiche fisiche e morali.

È bello per noi sapere che ci sono sacrifici affrontati per amore, vissuti per un ideale, sopportati per far felici gli altri; ma credo sia ancor più bello per loro sapere che, loro malgrado e spesso a loro insaputa, stanno perpetuando lungo la storia il più grande dei sacrifici, quello di Dio per l'umanità. In loro, nelle loro semplici e umili vicende, spesso zittite da fatti di cronaca drammatici e violenti, si fa concreto, giorno dopo giorno, in ogni angolo della terra, il sacrificio di Cristo sulla croce; in loro, nella bellezza dei loro gesti, si realizza pure la Resurrezione.

Apriamo bene gli occhi, perché questi esempi vivono fuori dalla porta di casa nostra, e spesso nemmeno ce ne accorgiamo.

 

Ricerca avanzata  (53944 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: