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TESTO La palma e la croce della misericordia

padre Antonio Rungi

Domenica delle Palme (Anno C) (20/03/2016)

Vangelo: Lc 22,14-23,56 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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14Quando venne l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, 15e disse loro: «Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, 16perché io vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio». 17E, ricevuto un calice, rese grazie e disse: «Prendetelo e fatelo passare tra voi, 18perché io vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non verrà il regno di Dio». 19Poi prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me». 20E, dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi».

21«Ma ecco, la mano di colui che mi tradisce è con me, sulla tavola. 22Il Figlio dell’uomo se ne va, secondo quanto è stabilito, ma guai a quell’uomo dal quale egli viene tradito!». 23Allora essi cominciarono a domandarsi l’un l’altro chi di loro avrebbe fatto questo.

24E nacque tra loro anche una discussione: chi di loro fosse da considerare più grande. 25Egli disse: «I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno potere su di esse sono chiamati benefattori. 26Voi però non fate così; ma chi tra voi è più grande diventi come il più giovane, e chi governa come colui che serve. 27Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve.

28Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove 29e io preparo per voi un regno, come il Padre mio l’ha preparato per me, 30perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno. E siederete in trono a giudicare le dodici tribù d’Israele.

31Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; 32ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli». 33E Pietro gli disse: «Signore, con te sono pronto ad andare anche in prigione e alla morte». 34Gli rispose: «Pietro, io ti dico: oggi il gallo non canterà prima che tu, per tre volte, abbia negato di conoscermi».

35Poi disse loro: «Quando vi ho mandato senza borsa, né sacca, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?». Risposero: «Nulla». 36Ed egli soggiunse: «Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così chi ha una sacca; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. 37Perché io vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: E fu annoverato tra gli empi. Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo compimento». 38Ed essi dissero: «Signore, ecco qui due spade». Ma egli disse: «Basta!».

39Uscì e andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. 40Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». 41Poi si allontanò da loro circa un tiro di sasso, cadde in ginocchio e pregava dicendo: 42«Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». 43Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo. 44Entrato nella lotta, pregava più intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra. 45Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. 46E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione».

47Mentre ancora egli parlava, ecco giungere una folla; colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, li precedeva e si avvicinò a Gesù per baciarlo. 48Gesù gli disse: «Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell’uomo?». 49Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: «Signore, dobbiamo colpire con la spada?». 50E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio destro. 51Ma Gesù intervenne dicendo: «Lasciate! Basta così!». E, toccandogli l’orecchio, lo guarì.

52Poi Gesù disse a coloro che erano venuti contro di lui, capi dei sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: «Come se fossi un ladro siete venuti con spade e bastoni. 53Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete mai messo le mani su di me; ma questa è l’ora vostra e il potere delle tenebre».

54Dopo averlo catturato, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. 55Avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno; anche Pietro sedette in mezzo a loro. 56Una giovane serva lo vide seduto vicino al fuoco e, guardandolo attentamente, disse: «Anche questi era con lui». 57Ma egli negò dicendo: «O donna, non lo conosco!». 58Poco dopo un altro lo vide e disse: «Anche tu sei uno di loro!». Ma Pietro rispose: «O uomo, non lo sono!». 59Passata circa un’ora, un altro insisteva: «In verità, anche questi era con lui; infatti è Galileo». 60Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello che dici». E in quell’istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. 61Allora il Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro, e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». 62E, uscito fuori, pianse amaramente.

63E intanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo deridevano e lo picchiavano, 64gli bendavano gli occhi e gli dicevano: «Fa’ il profeta! Chi è che ti ha colpito?». 65E molte altre cose dicevano contro di lui, insultandolo.

66Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i capi dei sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al loro sinedrio 67e gli dissero: «Se tu sei il Cristo, dillo a noi». Rispose loro: «Anche se ve lo dico, non mi crederete; 68se vi interrogo, non mi risponderete. 69Ma d’ora in poi il Figlio dell’uomo siederà alla destra della potenza di Dio». 70Allora tutti dissero: «Tu dunque sei il Figlio di Dio?». Ed egli rispose loro: «Voi stessi dite che io lo sono». 71E quelli dissero: «Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L’abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca».

1Tutta l’assemblea si alzò; lo condussero da Pilato 2e cominciarono ad accusarlo: «Abbiamo trovato costui che metteva in agitazione il nostro popolo, impediva di pagare tributi a Cesare e affermava di essere Cristo re». 3Pilato allora lo interrogò: «Sei tu il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». 4Pilato disse ai capi dei sacerdoti e alla folla: «Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna». 5Ma essi insistevano dicendo: «Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea, fino a qui».

6Udito ciò, Pilato domandò se quell’uomo era Galileo 7e, saputo che stava sotto l’autorità di Erode, lo rinviò a Erode, che in quei giorni si trovava anch’egli a Gerusalemme.

8Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto. Da molto tempo infatti desiderava vederlo, per averne sentito parlare, e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. 9Lo interrogò, facendogli molte domande, ma egli non gli rispose nulla. 10Erano presenti anche i capi dei sacerdoti e gli scribi, e insistevano nell’accusarlo. 11Allora anche Erode, con i suoi soldati, lo insultò, si fece beffe di lui, gli mise addosso una splendida veste e lo rimandò a Pilato. 12In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici tra loro; prima infatti tra loro vi era stata inimicizia.

13Pilato, riuniti i capi dei sacerdoti, le autorità e il popolo, 14disse loro: «Mi avete portato quest’uomo come agitatore del popolo. Ecco, io l’ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in quest’uomo nessuna delle colpe di cui lo accusate; 15e neanche Erode: infatti ce l’ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. 16Perciò, dopo averlo punito, lo rimetterò in libertà». 17[..]

18Ma essi si misero a gridare tutti insieme: «Togli di mezzo costui! Rimettici in libertà Barabba!». 19Questi era stato messo in prigione per una rivolta, scoppiata in città, e per omicidio.

20Pilato parlò loro di nuovo, perché voleva rimettere in libertà Gesù. 21Ma essi urlavano: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». 22Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato in lui nulla che meriti la morte. Dunque, lo punirò e lo rimetterò in libertà». 23Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso, e le loro grida crescevano. 24Pilato allora decise che la loro richiesta venisse eseguita. 25Rimise in libertà colui che era stato messo in prigione per rivolta e omicidio, e che essi richiedevano, e consegnò Gesù al loro volere.

26Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù.

27Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. 28Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. 29Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: “Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato”. 30Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete su di noi!”, e alle colline: “Copriteci!”. 31Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?». 32Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri due, che erano malfattori.

33Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. 34Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte.

35Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». 36Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto 37e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». 38Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».

39Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». 40L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? 41Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». 42E disse: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno». 43Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

44Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, 45perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. 46Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò.

47Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: «Veramente quest’uomo era giusto». 48Così pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto. 49Tutti i suoi conoscenti, e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a guardare tutto questo.

50Ed ecco, vi era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, buono e giusto. 51Egli non aveva aderito alla decisione e all’operato degli altri. Era di Arimatea, una città della Giudea, e aspettava il regno di Dio. 52Egli si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. 53Lo depose dalla croce, lo avvolse con un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno era stato ancora sepolto. 54Era il giorno della Parasceve e già splendevano le luci del sabato. 55Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono il sepolcro e come era stato posto il corpo di Gesù, 56poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo come era prescritto.

Questa che celebriamo oggi è la domenica della Passione, meglio conosciuta come Domenica delle Palme. E' una domenica speciale, per molti versi più sentita della stessa Pasqua, per un duplice motivo di fondo. Il primo è il simbolo della pace, che è la palma benedetta, che ci scambieremo in segno di ritrovata amicizia e comunicazione tra noi o conferma e potenziamento di tale esperienza umana gratificante; il secondo è il simbolo della croce, di cui facciamo memoria attraverso la lettura della passione di Gesù Cristo. In questa domenica delle Palme e della Passione di Cristo, noi possiamo bene dire di benedire la Palma della Misericordia e di accostarci alla Croce della Misericordia. L'anno giubilare che stiamo vivendo ci immerge sempre più nel mistero della misericordia di Dio, che trova il suo punto culminate nel mistero della morte e della risurrezione di Gesù. Oggi, con la benedizione delle palme e con la lettura del Passio entriamo nella settimana maggiore, la settimana più importante da un punto di vista liturgico e soprattutto il triduo pasquale. In questi giorni, a partire da questa celebrazione festiva, ma anche di dolore, noi siamo chiamati a metterci sui passi del Salvatore, di Gesù Cristo, l'inviato del Padre che viene a noi come messaggero di pace. Il suo ingresso a Gerusalemme accolto da una folla festante è il grande segno di questa speciale attenzione che la gente semplice, di allora come di oggi, presta al Messia. Il quale non entra in Gerusalemme con cavalli, esercito o in veste regale, ma su una mula e con un semplice mantello di stoffa di poco conto e poverissimo. Gesù come Re fa ingresso nella città santa con le insegne regali della misericordia, del perdono, della pace e della riconciliazione. Viene per il popolo di Israele, ma anche per noi, cristiani di questo tempo, con la segreta speranza di cambiare il nostro cuore, da un cuore di pietra e di indifferenza, ad un cuore di carne e di attenzione verso gli altri. Il simbolo con il quale gli abitanti di Gerusalemme lo accolgono è quel ramo di ulivo che riporta alla storia della salvezza dopo la tragedia del diluvio universale. Segno della rappacificazione cosmica e della purificazione di un mondo, oggi ci viene riproposto come segno di rappacificazione tra di noi, segno della misercordia, che significa avere un cuore buono e tenero verso ogni uomo e donna di questa martoriata terra. La Domenica delle Palme è perciò a ben ragione la domenica della misericordia, del perdono e della riconciliazione, tra tutti noi esseri umani che spesso invece di vivere in pace, preferiamo vivere in una guerra continua con noi stessi, con gli altri e con il mondo intere. Il principe della pace, Gesù, viene a portare la gioia del perdono in una Gerusalemme deserta, per mancanza di fede, di speranza e di amore, simbolo delle tante città, popoli e nazioni della società di oggi, dove Dio non trova più posto, non solo per nascere, ma neppure per morire e farllo risorgere nel cuore e nell'intimo di chi crede in Dio. Chiediamo al Signore, in questo giorno della palma misericordiosa e della croce benedetta, quello che il sacerdote rivolge al Signore, all'inizio del rito della benedizione delle Palme: "Fratelli carissimi,

questa assemblea liturgica è preludio alla Pasqua del Signore, alla quale ci stiamo preparando con la penitenza e con le opere di carità fin dall'inizio della Quaresima. Gesù entra in Gerusalemme per dare compimento al mistero della sua morte e risurrezione. Accompagniamo con fede e devozione il nostro Salvatore nel suo ingresso nella città santa, e chiediamo la grazia di seguirlo fino alla croce, per essere partecipi della sua risurrezione". Noi dobbiamo accompagnare Gesù vero il calvario. Non ci possiamo tirare indietro. Non scompariamo dalla sua vista e dai suoi occhi che sprizzano amore e misericordia, anche se incastonati in un volto insanguinato. Non abbiamo paura di guardare in faccia ad un Dio crocifisso per amore e che per riconciliare il mondo con l'eternità, offre se stesso sul patibolo della croce, un supplizio il più ignobile che possa esistere per uccidere un uomo e soprattutto Lui, il nostro Signore, l'Agnello immacolato, che muore sull'altare per ridonare pace al genere umano. Immergiamoci oggi in questo grande mistero dell'amore di Dio, che nella sua passione, morte e risurrezione ci ridona speranza e vita nuova. L'immagine del crocifisso, l'Ecce Homo, ci accompagni in questi giorni santi, non solo meditando sul grande mistero della sofferenza di un Dio innocente, ma anche sulla sofferenza di tanti innocenti della terra, a partire dai tanti bambini uccisi dalla guerra, dalla violenza, dalla fame, dalla globalizzazione dell'indifferenza, nel silenzio più assordante di un mondo che non ama guardare in faccia alla realtà, ma che preferisce narcotizzarsi con varie droghe culturali, ideologiche, religiose, politiche, economiche che non vanno nella direzione giusta, non vanno verso Dio e verso Cristo e per ciò stesso non vanno verso l'uomo e l'umanità. Consapevoli dell'infinito amore di Dio verso di noi, meditiamo sulla passione di Cristo, come hanno fatto tutti i santi della Chiesa, a partire dai primi martiri del cristianesimo, fino agli ultimi della immensa schiera di quanti per amore di Cristo e dei fratelli hanno donato la vita per la causa del vangelo, come le quattro suore Figlie della Carità della Beata Teresa di Calcutta uccise nei giorni scorsi nello Yemen. L'inno Cristologico della lettera di San Paolo Apostolo ai Filippesi, ci aiuterà moltissimo a fare un cammino di vera conversione, di vero rinnovamento spirituale per questa Pasqua 2016, che è la Pasqua dell'anno giubilare della misericordia. La sintesi di questa croce misericordiosa di Gesù, la troviamo espresso in modo esemplare in questo bellissimo brano, che dovremmo sempre avere davanti agli occhi e nella nostra mente per bene operare con noi stessi e con gli altri: "Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l'essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall'aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce".

Il racconto della passione di Cristo, tratto dal Vangelo di Luca che oggi ascolteremo ci darà ulteriori elementi di riflessione e di approfondimento, ma soprattutto per chiedere davvero perdono a Gesù, ai sui piedi come Maria, l'apostolo prediletto, le pie donni e i soldati convertiti. Non lo facciamo passare invano o scivolare nel nostro cervello, ma chiediamo davvero al Signore, per intercessione della Madonna Addolorata, che in questo venerdì l'abbiamo ricordata come "Desolata", che la Passione di Gesù Cristo sia sempre impressa nei nostri cuori. E con questo spirito di attenzione a colui che muore per noi sulla croce, questa nostra attenzione si sposti in questi giorni su quanti stanno morendo e soffrendo, come Gesù in Croce, nel silenzio più coerente con la propria fede cristiano che ci invia a rivolgere lo sguardo a Colui che è stato trafitto e crocifisso per amore, per l'amore verso ognuno di noi. Domenica delle Palme è il giorno per leggere nei disegni di Dio la sua volontà su ciascuno di noi e su tutta l'umanità.

Sia questa la preghiera augurale per noi e per gli altri in questa giornata di pace e di fraternità universale, che abbiamo la possibilità di essere vissuta almeno per 24 ore, con la palma in mano come i martiri di ieri e di sempre: "Accresci, o Dio, la fede di chi spera in te, e concedi a noi tuoi fedeli, che rechiamo questi rami in onore di Cristo trionfante, di rimanere uniti a lui, per portare frutti di opere buone". Amen

 

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