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TESTO Accogliere e vivere per il Regno di Dio

don Roberto Rossi  

III Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (23/01/2005)

Vangelo: Mt 4,12-23 (forma breve: 4,12-17) Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 4,12-23

12Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, 13lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, 14perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:

15Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,

sulla via del mare, oltre il Giordano,

Galilea delle genti!

16Il popolo che abitava nelle tenebre

vide una grande luce,

per quelli che abitavano in regione e ombra di morte

una luce è sorta.

17Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».

18Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 19E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». 20Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. 21Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. 22Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.

23Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.

 

Forma breve (Mt 4,12-17)

12Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, 13lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, 14perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:

15Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,

sulla via del mare, oltre il Giordano,

Galilea delle genti!

16Il popolo che abitava nelle tenebre

vide una grande luce,

per quelli che abitavano in regione e ombra di morte

una luce è sorta.

17Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».

Il vangelo riporta alcuni tratti dell'inizio della missione pubblica di Gesù.

Va ad abitare a Cafarnao, territorio di frontiera: si apre alle genti, non resta chiuso all'interno del suo popolo, ma intende portare il suo annuncio a tutti, perché Dio ama tutti e vuole salvare tutti. Così secondo Matteo si realizza la profezia che dice "il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce": la luce della salvezza del Signore.

Le sue prime parole sono una predicazione essenziale: "Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino". Cosa significa "Convertirsi"? Tornare indietro, cambiare ciò che va cambiato, passare dal male al bene. Cosa significa questo per me? In che cosa ho bisogno veramente di convertirmi, di cambiare con decisione, per avvicinarmi a Dio? "Perché il regno dei cieli è vicino": perché Dio si è fatto vicino, presente: dove infatti c'è una persona che compie la volontà di Dio, che compie ogni giustizia, lì è presente "il regno di Dio". E questa persona è Gesù. Convertirsi significa allora incontrarsi con lui, accoglierlo, entrare in comunione con lui.

Di questo regno dei cieli, di Dio presente accanto agli uomini, di una vita nuova che i discepoli sono chiamati a costruire, Gesù ce ne parlerà per tutto il vangelo.

E' possibile la conversione? Dà gioia la conversione o la riteniamo un inganno, un tranello, una menomazione? Basta chiederlo ai tanti convertiti della storia del cristianesimo, dai grandi santi che conosciamo alle persone più semplici, che sono tornate a Dio, che hanno accolto il Signore nella propria vita.

Noi oggi possiamo collegare la conversione con quanto ci dice S. Paolo: Non possiamo vivere divisi, la conversione è conversione all'unità. Vivere l'unità per il regno, non legarsi alle persone, ma a Cristo. L'unità, secondo Gesù, è segno che la conversione è vera; è distintivo: "da questo conosceranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni vero gli altri"; è la preghiera di Cristo: "Padre, che siano una cosa sola. Perché il mondo creda". S. Paolo riferisce con sofferenza le sue riflessioni sulla comunità cristiana di Corinto, che era una Chiesa divisa. Una Chiesa divisa non annuncia Cristo, ma è una smentita di Cristo.

Ecco l'importanza della preghiera e l'urgenza dell'impegno per l'unità dei cristiani a tutti i livelli, dall'unità tra le grandi denominazioni cristiane all'unità dei membri di una parrocchia.

Gesù chiama a collaborare. La prima cosa che fa', iniziando la sua missione, chiama dei collaboratori per farli suoi discepoli, apostoli, testimoni.

Gesù non avrebbe fatto meglio a riservare a sé l'impegno dell'annuncio del vangelo? No. Egli chiama gli uomini poveri e fragili perché è felice di suscitare collaborazione, ci onora di coinvolgerci nell'opera della salvezza. Questo è il disegno di Dio, ma chiediamoci con sincerità: noi siamo collaboratori di Cristo? Abbiamo coscienza di questa responsabilità? Spesso sembriamo consumatori di culto invece di essere annunciatori attivi del Regno di Dio, cioè di Gesù Cristo.

E ancora una volta c'è un insegnamento per noi: abbiamo fiducia negli altri, li coinvolgiamo, diamo agli altri la gioia di fare quello che stiamo facendo noi? E' nella collaborazione e nel servizio vicendevole che si costruisce l'unità.

Per i quattro che Gesù chiama inizia un'altra vita, quella di chi si è convertito, di chi si è girato su se stesso e ha lasciato alle spalle quello a cui si dedicava prima, per aprirsi al Regno che si è fatto vicino in Gesù. Si sono convertiti al Regno e ciò significa impegno, fare proprio il destino di Gesù: essere pescati per diventare a loro volta pescatori. Questo non avverrà subito. Gesù dice: "Vi farò pescatori." Prima che questo avvenga bisogna seguire Gesù per imparare da lui come ci si impegna nell'annuncio del Regno. Però una cosa è subito evidente: gli orizzonti si allargano e l'impegno di Gesù si specifica subito sotto tre aspetti: insegnare, predicare, guarire.

Il testo dice che Gesù percorreva tutta la Galilea e insegnava, predicava, curava i malati.

Sono tre verbi che qualificano il modo con cui egli cerca di spiegare e concretizzare nelle persone la realtà del Regno. Lo predica. L'annuncio del Regno è un Vangelo, cioè una buona notizia, lieta, gioiosa. Lo insegna, cioè spiega, si fa catechista del Regno, ne illustra un po' alla volta tutta la bellezza e ricchezza. Gesù guarisce. E' un segno tangibile della salvezza che egli è venuto a portare. Egli è venuto a salvarci dal peccato, dalla radicalità del male; a rifare l'uomo, la persona umana nella sua totalità, a ricreare l'uomo secondo il progetto di Dio. E poi guariva ogni sorta di malattia e infermità: perché Gesù si fa vicino ad ogni uomo, solidale coi suoi problemi, e porta ovunque il segno e la grazia dell'amore del Signore e della sua salvezza.

 

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