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TESTO Commento su Is 43, 18-19

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

V Domenica di Quaresima (Anno C) (13/03/2016)

Brano biblico: Is 43,16-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 8,1-11

1Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. 2Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. 3Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e 4gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 6Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. 7Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». 8E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. 10Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

"Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?"
Is 43, 18-19

Come vivere questa Parola?
Ormai si sta esaurendo il tempo di Quaresima. La liturgia accelera e ci permette di mettere a fuoco il senso di questo tempo forte; già domenica scorsa la seconda lettura parlava di cose vecchie passate e di creature nuove. Oggi la citazione di Isaia dice di non pensarci proprio più a quelle cose vecchie e rimprovera che non ci si accorga che una novità sta prendendo vita. Ma quale novità? E che cos'è? Un'altra creatura? Un'altra condizione? Un'idea? Una possibilità? Un germoglio è cresciuto in silenzio, per centinaia di anni, tra l'indifferenza e le altre preoccupazioni dell'umanità. Si è insinuato nella storia e negli spazi possibili. Ora esplode. Come quelle gemme dello stesso colore del loro ramo, che sembrano non cambiare e improvvisamente si aprono e danno colori e forme nuove a quello stesso ramo, che sembrava immutabile. Isaia annuncia, profetizza. Giovanni invece, nel suo vangelo, fotografa l'esplosione di questa gemma. La novità è un Gesù che scrive con un dito sulla terra, mentre altri, un dito, lo puntano su una donna accusata di adulterio. Il dito alzato in accusa vuole l'adempimento della legge di Mosè. Gesù, tra lo strepitare ipocrita di quella folla di benpensanti, riscrive quella legge. Non più su una tavola di pietra, ma sulla terra. Il suo dito iscrive questa novità, la trasferisce in modo definitivo in quella terra, nell'adamà, la polvere del suolo con cui Dio ha plasmato l'uomo. Con quel dito Gesù rigenera l'umanità e gli trasferisce una vita nuova, altra. Costruisce la possibilità di risorgere, di sconfiggere la morte, il peccato.
L'adultera assiste alla scena, ammutolita. È il soggetto oggetto su cui si trasferisce la novità. Gli altri urlano. Gesù non risponde direttamente a nessuna delle domande che questi gli hanno posto. Li obbliga, con la forza di un gesto creativo, a pensare al senso vero della Legge e all'effetto che ha la Parola di Dio. Stavolta vanno via tutti senza polemica. Il messaggio è arrivato, forte e chiaro, al cuore di ciascuno. La donna aspetta. Un veloce domanda di Gesù verifica il crollo della legge-giogo. Non c'è più nessuno che possa condannare.
Gesù non condanna, per principio. Ma sempre per principio, riabilita e vuole che la donna sia subito e consapevolmente protagonista di questa riabilitazione. "Va e non peccare più."

Signore, che la novità della tua risurrezione pervada ogni fibra del nostro corpo, ogni frammento dei nostri pensieri e che il primo effetto sia in noi il non giudicare più.

La voce di Papa Francesco (omelia del 02/03/2015)
"Che il Signore, in questa Quaresima ci dia la grazia di imparare ad accusarci, nella consapevolezza che siamo capaci delle cose più malvagie, e dire: "Abbi pietà di me, Signore, aiutami a vergognarmi e dammi misericordia, così io potrò essere misericordioso con gli altri".

Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it

 

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