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TESTO Commento su Lc 2, 49

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

S. Giuseppe (19/03/2016)

Vangelo: Lc 2, 49 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 1,16.18-21.24

16Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.

18Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 20Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 21ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

24Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa;

«Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?»
Lc 2, 49

Come vivere questa Parola?
La festa di san Giuseppe ci porta dentro al mistero della paternità. Quella divina, quella umana. L'episodio al tempio, dove si mescolano l'angoscia di un padre e di una madre per aver perso il proprio figlio per diversi giorni e la rivelazione della missione esigente del piccolo, illumina entrambi gli aspetti di questa paternità. Custodire, proteggere, ma anche far crescere, avviare alle responsabilità, aprirsi alla propria vocazione e mandare (lasciare). Giuseppe cosa avrà pensato a sentire quelle parole di Gesù dodicenne al tempio? Parole che suonano un po' sgarbate, pretenziose, come quelle di tanti adolescenti che mettono in discussione la capacità genitoriale di noi adulti.
In fondo lo aveva indirizzato proprio lui a questo, facendogli amare le scritture, orientandolo a Dio in ogni tempo dell'anno, della giornata, in qualsiasi situazione si trovasse. Giuseppe aveva custodito non solo la persona di Gesù, ma anche l'immagine di Dio in lui. L'aveva contemplata e aveva permesso ad essa di esprimersi. Ecco il risultato. Le cose del Padre mio sono la mia vita, la mia missione, non lo sapevi?
Sì, Giuseppe e anche Maria lo sapevano. Ma come per altre cose che si sanno, quando si realizzano, spiazzano, obbligano a fare i conti velocemente con la realtà e chiedono tempo per essere assimilate, comprese.

Signore, affidiamo a san Giuseppe il bisogno di paternità del nostro tempo.

La voce del nostro tempo
È un padre nuovo quello di cui siamo alla ricerca: un padre Testimone, non più in grado - come la storia si è incaricata di dimostrare - di incarnare il Senso, la Legge, la Verità, bensì di testimoniare con la propria vita e le proprie scelte un Senso possibile, una Legge possibile, una Verità possibile. Il padre-testimone può essere anche un padre adottivo, non essendo il sangue, bensì la capacità di mostrare il legame fra legge e desiderio, la sua qualità essenziale.
Massimo Recalcati

Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it

 

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