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TESTO Commento su At 5,12-16; Ap 1,9-11.12-13.17-19; Gv 20,19-31

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II Domenica di Pasqua (Anno C) (03/04/2016)

Vangelo: At 5,12-16; Ap 1,9-11.12-13.17-19; Gv 20,19-31 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 20,19-31

19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

30Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. 31Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Atti degli Apostoli 5,12-16

Episodio ambientato al tempio, con questo Luca ci da un messaggio sulla comunità cristiana di Gerusalemme avviata sulla strada della testimonianza pubblica che avviene attraverso due momenti: i fatti e la Parola. Attraverso i miracoli degli Apostoli si ha la misura della forza, della potenza di Dio che si manifesta come forza di liberazione per i malati e per gli uomini oppressi dal male. Gli Atti degli Apostoli ci presentano la comunità di Gerusalemme come modello per la Chiesa universale, come la crescita della famiglia, una famiglia unita che deve essere alla base della Chiesa per poter portare avanti il progetto di Dio.

Apocalisse 1,9-13.17-19

In questi versetti Giovanni si trova deportato nell'isola di Patmos. Nel giorno del Signore, una domenica, una voce gli ordina di scrivere una lettera alle sette chiese. Fin dalle prime battute si percepisce il forte tono liturgico dell'Apocalisse: Giovanni vede sette Candelabri (le chiese), in mezzo il Cristo risorto, che gli si manifesta per affidargli la missione di mettere per iscritto le sue visioni del presente e del futuro della Chiesa. La verità in tutto questo è che l'Apocalisse ci vuol comunicare che con la Chiesa si manifesta la storia e il regno di Dio rilevato in Gesù Cristo.

Giovanni 20,19-31

Giovanni conclude narrando la vicenda di Gesù. Dopo la morte in croce è stato glorificato e ha portato a compimento l'opera affidatagli da Dio. Gesù non sarà più presente fisicamente ad i nostri occhi, ma saranno i suoi discepoli a portare avanti il Suo credo. Concludiamo dicendo che non basta sapere che Gesù è risuscitato, ma vive con noi, e noi per dimostrarlo si può fare attraverso segni che possiamo lasciare durante la nostra vita. La sfida di Gesù che viene riportata nel vangelo è che non c'è bisogno di vedere per credere, ma chi crede vede.

Revisione di vita

1-Qual'è il nostro progetto di vita nella nostra famiglia?
2-La preghiera è un dialogo che abbiamo con Dio, ma come la condividiamo con la famiglia?

Marco-Cristina Giustarini CPM-PISA

 

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