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TESTO Il giusto risplende come luce (180)

don Remigio Menegatti  

V Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (06/02/2005)

Vangelo: Mt 5,13-16 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 13Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.

14Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, 15né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. 16Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli.

Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature

Nella prima lettura (Is 58, 7–10) Isaia richiama un'immagine che usa altre volte nella sua predicazione profetica: la luce che parte da Gerusalemme ed è destinata a illuminare tutti i popoli. Una luce che è la nascita del salvatore, ma che risplende anche nei gesti di amore vero che ogni persona può compiere. E non tanto per "comprare" l'amore di Dio, quanto invece per imparare da lui e rispondere al suo dono che precede ogni azione umana. Dio infatti precede e non attende il nostro amore. Il vangelo (Mt 5,13-16) ritorna sull'immagine della luce, legata a quella del sale; immagini che presentano il discepolo di Gesù, colui che è proclamato beato perché agisce con lo stile di Dio: misericordia, perdono, servizio gratuito, disponibilità, pazienza. È lo stile delle beatitudini e del discorso della montagna, che segue e chiarisce il nuovo progetto di Gesù.

Salmo 111

Beato l'uomo che teme il Signore:
spunta nelle tenebre
come luce per i giusti.
Felice l'uomo pietoso che dà in prestito,
amministra i suoi beni con giustizia.

Egli non vacillerà in eterno:
il giusto sarà sempre ricordato.
Non temerà annunzio di sventura,
saldo è il suo cuore, confida nel Signore.

Sicuro è il suo cuore, non teme;
egli dona largamente ai poveri,
la sua giustizia rimane per sempre,
la sua potenza s'innalza nella gloria.

Chi è l'uomo che il Signore considera grande, bravo, giusto, tanto da meritare la sua lode?

Isaia aveva detto chiaramente che Dio non accoglie chi si limita alla preghiera o a gesti di culto fine a se stessi. La lode rivolta a Dio è importante, se unita all'amore per il prossimo. Il canto di grazie per i benefici del Signore deve continuare e trasformarsi nella parola di conforto per chi piange, per l'incoraggiamento di chi è solo. L'invocazione a Dio si deve tradurre nella richiesta di scusa, nel domandare perdono ai propri amici.

Chi sa voler bene al prossimo, dona largamente al povero, può confidare nella protezione di Dio perché ha capito che fare la volontà di Dio non è solo vivere gesti di culto, partecipare alle feste "comandate". Allora, come dice Isaia, "invocherai, e il Signore risponderà, implorerai aiuto ed egli dirà Eccomi". Dio risponde con piena disponibilità a chi ha imparato da lui; usa piena misericordia con chi ha perdonato al prossimo, rimette i debiti e attende che siamo altrettanto generosi con i nostri debitori.

Un commento per ragazzi

Qualche volta succede che l'allenatore ci riunisce in modo che siamo in prima fila così che tutti vediamo tutti. È il momento in cui non ci fa della teoria sullo sport che pratichiamo, ma ci ricorda il nostro ruolo, sottolinea le possibilità che abbiamo dimostrato e ci incoraggia e stimola ad essere sempre all'altezza della situazione.

Non parla in terza persona "i giocatori...", ma in seconda: "Voi...", e qualche volta anche "Tu...". Non abbiamo scuse, non possiamo fermarci a dire "ma io queste cose le ho sempre fatte; io so come si gioca..". Ci pone davanti le nostre responsabilità.

Una cosa del genere l'ha fatta Gesù: la presentazione delle beatitudini possiamo considerarla come l'illustrazione dello schema di gioco che intende insegnarci, avendoci convinto che sia quello vincente (Dio stesso conferma questa scelta, ci diceva poco prima). Adesso si tratta di tradurre lo schema generale in uno stile di gioco dove ognuno ha la sua possibilità di riuscita, e di conseguenza manifesta la responsabilità di mettercela tutta per il risultato.

Gesù aveva detto "Beati i poveri in spirito, i miti, chi opera per la pace, usa misericordia,...". Continua con delle indicazioni chiare e immediate: "Siete il sale della terra...la luce del mondo...". La luce è un bene prezioso come pure il sale.

Le partite si vincono non perché si sa meglio la teoria dello sport che si sta praticando, e neppure la storia dei personaggi leggendari e dei campionati passati. La classifica nasce dai risultati di fatto riportati in partita e le partite solo segnando più punti degli avversari.

La fedeltà a Dio si misura anche nell'amore per il prossimo. L'uomo teme il Signore solo quando si impegna con il prossimo, donando con generosità, usando giustizia nelle sue scelte. La classifica dell'uomo credente la si stila non solo con la frequenza in chiesa, la partecipazione alle messe o al gruppo di catechesi; entra in questo punteggio, e con un valore non secondario l'amore per chi ci sta attorno e la disponibilità a diventare prossimo di ogni persona. Dalla domanda su come ottenere la vita si arriva alla parabola del buon samaritano; il giudizio finale nasce in base all'amore vissuto con gesti concreti.

Davanti ad un allenatore così deciso non possiamo tirarci indietro. Lui non ci rimprovera, non ci umilia, non ci fa fare brutte figure. Sempre ci incoraggia e ci indica nuovi traguardi, ci propone mete per soddisfare la voglia di vincere nel gioco della vita. Lui ci ricorda il nostro valore, le qualità che ha messo in noi; che siamo stati pensati e voluti da lui.

Siamo la sua squadra e non vogliamo tirarci indietro. Ci ricorda di altre sfide che sentivamo importanti e siamo poi riusciti a vincere con determinazione e umiltà, mettendocela tutta e soprattutto seguendo le indicazioni che lui ci dà... ma non dalla panchina, perché in campo c'è anche lui.

Un suggerimento per la preghiera

Signore, vogliamo giocare nella tua squadra, seguire lo schema di gioco che anche tu hai usato e ti ha portato a vincere la grande sfida con il peccato.

Tu ci affidi dei ruoli importanti perché hai fiducia in noi e sai che puoi contare sulla nostra grinta. Ci insegni il perdono, perdonandoci per primo. Ci educhi al dono gratuito, perché anche noi siamo un dono d'amore. Ci allarghi l'orizzonte perché tutti gli uomini sono tuoi fratelli. Ci usi misericordia e ci ricordi che solo imitando questo tuo amore per noi troveremo una misericordia senza confini.

Libri di don Remigio Menegatti

 

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