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TESTO Ho visto Gesù

mons. Antonio Riboldi

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II Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (16/01/2005)

Vangelo: Gv 1,29-34 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 1,29-34

In quel tempo, Giovanni, 29vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! 30Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. 31Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».

32Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. 33Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. 34E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

Questa incredibile esclamazione di infinita gioia l'ho udita una sera dalla bocca di un giovane, dopo una lunga adorazione, programmata con scadenza, per crescere nella fede e quindi incontrare colui che sembra ami nascondersi, per farsi trovare...o forse non Lo troviamo perché stupidamente ci nascondiamo, credendo di sfuggire al Suo sguardo, quello sguardo che tutti vorremmo incrociare, ma non si capisce perché, cerchiamo di evitare. Amiamo guardare altrove, a creature che non hanno occhi in cui immergersi.

Ricordo che lo stupore si comunicò a tutti i giovani presenti, ed erano molti, tanto che sembrava che quel 'ho visto Gesù' fosse di tutti. Sono momenti meravigliosi, in cui il cielo pare si abbassi fino a noi per avvolgerci nelle sue infinite braccia.

Con le parole di Isaia profeta, la Chiesa, dopo il periodo natalizio, ci invita a metterci seriamente in cammino con Gesù. E' stato un periodo natalizio che, per la immane tragedia delle nazioni dell'Asia, colpite dal maremoto, ha velato di tristezza tutti, senza eccezione, costringendoci a voltare pagina nella nostra vita; una pagina dove devono sparire egoismi, ingiustizia, vite senza Dio; e la nostra penna deve scrivere racconti di santità, di amore e di gioia, quelle che sa dare solo Gesù.

Dice il profeta Isaia, oggi: "Mio servo sei tu, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria"...e mi disse: "E' troppo poco che tu sia mio servo, per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti di Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all'estremità della terra" ( Is. 49, 3,5-6).

Vi è oggi una ricerca, che si fa sempre più intensa, anche là dove meno ce lo aspettiamo, ed è quella di conoscere Gesù più intimamente, più intensamente.

Gesù non più un nome appena sfiorato sulle labbra, ma che non raggiunge neppure la periferia del cuore, ma un Gesù vita della nostra vita.

Ci si accorge, lentamente, ma con sempre maggiore consapevolezza (e questo è uno degli indici di speranza del nostro tempo) che Gesù non è una figura da leggenda o un personaggio storico da tramandare alla memoria o da riportare in qualche nicchia. Lui è parte della nostra vita, se siamo responsabili.

Ci si rende conto che la nostra immagine stessa non è più immagine, se non è immagine di Dio; che il nostro volto perde ogni divino contorno, si deforma, fino a diventare mostruoso se non appare il Suo Volto.

Che la nostra gioia non è più gioia se non si attinge a piene mani alla GIOIA, unica che è Dio, anche se questa profonda gioia tante volte si mescola con gocce di sangue, come quelle di Cristo sulla croce, ma sono dono di amore: che le nostre mani rimangono vuote di eventi veri, se non diventano "mani di Cristo", sempre aperte ad ogni uomo, fino a insanguinarsi: mani che rimangono vuote; che il nostro cuore è un baratro spaventoso anche quando crede di amare, se non è continuamente generato ed alimentato da chi è Amore.

Che ogni nostro discorso di pace è vuoto scorrere di parole se a riempirle non c'è Lui, principe della pace; che la nostra stessa ricerca di verità è un girare a vuoto nella nebbia, se non ci facciamo possedere da Chi è la Verità. Tutto questo merita speranza ed è bello, come quando ci si decide a partire per un viaggio di speranza, quale è la scoperta del Vangelo...come facciamo noi con queste riflessioni.

Anche noi "ci troviamo sulla sponda del Giordano", in attesa di una conversione, un cambiamento di vita: in attesa di Chi sia la vera salvezza di tutti.

Parlavo, non tanto tempo fa, a una grande assemblea di giovani. (Quanto sono aperti alla speranza ed al desiderio di Dio, questi nostri giovani, oggi!)

Si dibatteva sul tema, qui di attualità, sul come vincere la violenza, la mentalità di aggressione che l'uomo ha e continua a diffondere intorno a sé, fino alle tragiche manifestazioni della criminalità, o alle tante inutili, tragiche guerre nel mondo, che danno solo morte e dolore. "Bisognerebbe, affermavo - che gettassimo dietro le spalle la stupida corsa ai 'simboli' del nostro tempo, che sono la voglia di prestigio, la sete mai sazia di benessere e soldi, il desiderio di essere, anche solo per un tempo, "qualcuno che conta" e vestirci del manto della bellezza di Cristo fino ad essere Sua presenza offerta a tutti, fatti spettacolo, come afferma la Scrittura, agli angeli ed agli uomini, come sono sempre i santi, e ce ne sono tanti, feriali, in mezzo a noi".

"Ma qui, Padre, rispose un giovane, credo che pochi sarebbero disposti a deporre le tante maschere che ci siamo messi, anche se fanno morire di vuoto, di solitudine e di tristezza insopportabile. E allora, senza Cristo, cosa potrà succedere?"

"Ci vuole, dissi, la professione di fede di Giovanni il Battista".

Quella che leggiamo oggi nel Vangelo. "Vedendo Gesù venire verso di lui, disse: "Ecco l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo. Ecco Colui del quale io dissi: "Dopo di me viene un uomo che mi è passato davanti perché era venuto prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua, perché Egli fosse fatto conoscere a Israele". E Giovanni rese questa testimonianza: "Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato battezzare con acqua mi aveva detto: l'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito, è colui che battezza in Spirito Santo. E io ho visto e reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio" (Gv. 1,29-34).

Era la risposta che volevo dare all'angosciosa domanda del giovane...una risposta che sento di dare a tanti, ma tanti, che sentono la nostalgia di Dio, ma non hanno la forza di 'alzarsi in piedi', 'guardare in alto', e incontrare Chi da tempo viene incontro a noi...come Gesù a Giovanni.

E' il vero grande dolore della umanità, questo non essere del Padre.

Quella sera, dopo l'incontro, mi venne spontaneo, nel grande silenzio della assemblea, pregare a voce alta così: "Gesù, sei la mia vita. Cosa sarebbe la nostra vita senza di te? Una mostra di fiori di plastica, che non muoiono mai, perché non hanno mai conosciuta la vita...servono per ornare la casa e basta. Eppure con tutto il desiderio che ho di farmi vivere di Te, tante volte mi aggrappo alla mia meschinità e mi sento morire. Fa', o Gesù, che muoia a questa apparente vita, per vivere la vera Vita che sei Tu.

Gesù, molte volte ti grido che tu sei il mio Tutto, ma veramente Tutto, perché nulla può chiamarsi "qualcosa", neppure l'affetto più bello, l'azione più bella, se non ci sei tu a dare senso e contenuto. E io lo so per esperienza quanto vuoto nel fare, nel vivere, nell'amare senza di Te. Eppure mi aggrappo a tanti piccoli "niente" che a volte chiamo 'motivi di vita', ed ho come l'impressione di una brutta corsa che ti fa trovare sempre allo stesso punto di partenza, con il fiato in gola, come succede negli incubi.

O Gesù, Ti ho sempre davanti, appeso ad una croce, ma ho come l'impressione che io ti appenda perché Tu non abbia a muoverti liberamente nella mia vita. Scendi, ti prego, da quella croce e metti in croce me, perché Tu possa muoverti liberamente, magari caricandomi sulle tue spalle, fino ad essere la mia resurrezione e nello stesso tempo il mio amore infinito per chi non ha amore".

Il silenzio che accompagnò la preghiera, era colmo di desideri: desideri di giovani che non si rassegnano vivere senza ragione e gioia, ma vogliono farsi trovare da Chi dia senso alla vita.

Finì tardi la veglia e nel silenzio si alzò la voce "Ho visto Gesù!" Chiedo a voi, carissimi, una preghiera speciale per me. Oggi è il mio compleanno: domani il mio onomastico. Il Signore mi guidi e mi sia sempre gioia!

 

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