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TESTO Commento su Matteo 4,1-11

don Michele Cerutti

I domenica di Quaresima (Anno C) (14/02/2016)

Vangelo: Mt 4,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 2Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». 4Ma egli rispose: «Sta scritto:

Non di solo pane vivrà l’uomo,

ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».

5Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti:

Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo

ed essi ti porteranno sulle loro mani

perché il tuo piede non inciampi in una pietra».

7Gesù gli rispose: «Sta scritto anche:

Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».

8Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». 10Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti:

Il Signore, Dio tuo, adorerai:

a lui solo renderai culto».

11Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

Il tempo che si apre oggi davanti a noi è il Tempo di Quaresima: 40 giorni in cui siamo chiamati a intensificare il nostro cammino verso la Pasqua che è mistero centrale della nostra fede, mistero di morte e risurrezione.
In questo periodo di preparazione siamo invitati a riscoprire il nostro Battesimo. Con il Battesimo siamo più intimamente uniti a Gesù e siamo chiamati a diventare Santi. Guai a noi se pensassimo che la Santità riguarda vescovi, cardinali e religiosi. La santità è l'invito del Signore a condividere la gioia stesso che il Signore stesso ci comunica. Santi non da soli, ma percorrendo insieme quell'unico Corpo che è la Chiesa. Il segreto della santità è assomigliare a Gesù l'unico modello. Santi non si nasce, ma si cerca di mettere insieme grazia divina e risposta.
Questo tempo può essere occasione utile per formarci alla scuola dei santi. Tempo per spegnere la televisione, per spegnere i social network e far parlare i santi attraverso le loro agiografie. Queste sono le bussole per orientarci e metterci davanti ad un buon esame di coscienza per orientare la nostra vita. Attraverso la vita dei santi ci accostiamo a Dio con intimità.
Il demonio gioca da sempre questa carta di dividere l'uomo e Dio, di tenere questo distante. Nel brano evangelico di oggi il divisore adotta tre mosse:
- Il possesso. Lo indica quando invita a trasformare i sassi in pane. Quello del possesso ossessivo delle cose fino a metterle al primo posto, quello di Dio.
-La vanità. La indica quando invita a buttarsi giù dal pinnacolo del tempio per inscenare una grande esibizione e liquidare subito così la divinità di Dio.
- Il potere. Il diavolo invita Gesù a chinarsi a Lui in cambio del potere sul mondo.
Un Dio ingabbiato secondo i nostri desideri. La risposta è l'umiltà di Dio che si spoglia per vincere le seduzioni del mondo e farci vincere. Gesù ha vinto il demonio. Il divisore esiste, ma è disarmato di fronte all'amore di Dio.
Noi faremo esperienza in questa Quaresima dell'umiltà di Dio ripercorrendo la Via Crucis, la via dolorosa dell'amore di Dio per ciascuno di noi. Lo comprenderemo se ci lasceremo anche affascinare dalle virtù eroiche di chi ha camminato come noi su questa terra e ha cercato in tutti i modi di solcare con la propria vita la strada della Passione.
Papa Benedetto XVI nel 2007 all'Agorà dei giovani a Loreto afferma un qualcosa che può essere utilizzato a sintesi:
L'umiltà che il Signore ci ha insegnato e che i santi hanno testimoniato, ciascuno secondo l'originalità della propria vocazione, è tutt'altro che un modo di vivere rinunciatario. Guardiamo soprattutto a Maria: alla sua scuola, anche noi come lei possiamo fare esperienza di quel sì di Dio all'umanità da cui scaturiscono tutti i sì della nostra vita. È vero, tante e grandi sono le sfide che dovete affrontare. La prima però rimane sempre quella di seguire Cristo fino in fondo, senza riserve e compromessi. E seguire Cristo significa sentirsi parte viva del suo corpo, che è la Chiesa. Non ci si può dire discepoli di Gesù se non si ama e non si segue la sua Chiesa. La Chiesa è la nostra famiglia, nella quale l'amore verso il Signore e verso i fratelli, soprattutto nella partecipazione all'Eucaristia, ci fa sperimentare la gioia di poter pregustare già ora la vita futura che sarà totalmente illuminata dall'Amore. Il nostro quotidiano impegno sia di vivere quaggiù come se fossimo già lassù. Sentirsi Chiesa è pertanto una vocazione alla santità per tutti; è impegno quotidiano a costruire la comunione e l'unità vincendo ogni resistenza e superando ogni incomprensione. Nella Chiesa impariamo ad amare educandoci all'accoglienza gratuita del prossimo, all'attenzione premurosa verso chi è in difficoltà, i poveri e gli ultimi. La motivazione fondamentale che unisce i credenti in Cristo, non è il successo ma il bene, un bene che è tanto più autentico quanto più è condiviso, e che non consiste prima di tutto nell'avere o nel potere ma nell'essere. Così si edifica la città di Dio con gli uomini, una città che contemporaneamente cresce dalla terra e scende dal Cielo, perché si sviluppa nell'incontro e nella collaborazione tra gli uomini e Dio (cfr Ap 21,2-3).

 

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