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TESTO Commento su Is 6,1-2.3-8; Sal 137; 1Cor 15,1-11; Lc 5,1-11

CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)  

V Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (07/02/2016)

Vangelo: Is 6,1-2.3-8; Sal 137; 1Cor 15,1-11; Lc 5,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 5,1-11

In quel tempo, 1mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, 2vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. 3Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.

4Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». 5Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». 6Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. 7Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. 8Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». 9Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; 10così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». 11E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

La liturgia di domenica scorsa ci presentava la vocazione di Geremia, che parla al suo popolo infedele, e quella di Gesù, che fin dall'inizio della sua predicazione viene rifiutato, sente l'ostilità dei suoi e la solitudine. Entrambi hanno con loro lo spirito del Padre.
In questa domenica la liturgia ci presenta due episodi di vocazione: quella di Isaia, che, giovane, sta partecipando ad una solenne celebrazione nel tempio e di fronte alla santità divina si sente impuro, ma Dio lo rende idoneo all'annuncio della parola, e quella di Simone, che di fronte alla pesca infruttuosa, dopo l'invito del maestro a gettare le reti ed avere fiducia nella sua parola, dopo l'enorme pesca, si getta a terra dinnanzi al Signore dichiarandosi peccatore, ma Gesù lo rincuora dicendogli che diventerà pescatore di uomini. Ascoltiamo le chiamate da Isaia a Paolo, da Pietro agli apostoli e contempliamo che la grazia di Dio li ha trasformati e resi adatti all'annuncio e alla predicazione del vangelo. In tutta la liturgia viene annunciato che per vivere da veri testimoni è necessario avere in noi la grazia di Dio, da soli non possiamo far nulla.

Nella prima lettura il profeta Isaia dichiara di aver visto nell'anno in cui morì il re Ozia, nel tempio, la grandezza e la santità del Signore Dio seduto su un trono contornato da serafini che cantavano: "Santo, santo, santo il Signore degli eserciti, tutta la terra è piena della sua gloria". Isaia si sente impuro di fronte al Dio, ma risponde con generosità alla chiamata del Signore che lo rende idoneo alla missione.
Quante volte nella nostra vita di fronte alla richiesta di servizio abbiamo rinunciato dicendo di non essere all'altezza, di non avere tempo, di non essere preparati a quel compito, non ci rendiamo disponibili, non per inadeguatezza, ma per paura di dover rinunciare alle nostre abitudini, alla nostra tranquillità, al nostro quieto vivere.
Succede a tutti, ma siamo cristiani, quindi appartenenti a Cristo, facciamo parte del suo popolo, e allora non dobbiamo forse svegliarci ed essere pronti alla chiamata del Signore? All'inizio della nostra giornata dovremmo fermarci a meditare, anche se per poco tempo, su cosa il Signore vuole da noi, offrirgli il nostro lavoro, il nostro impegno, dovremmo chiedergli di vivere insieme la meravigliosa avventura che la vita ci propone, anche se può essere piena di imprevisti, di fatiche, a volte anche di dolore, ma pur sempre vita vissuta per dare testimonianza del nostro credere.
Chiediamo al Signore di sapergli rispondere come Isaia: "Manda me". Attraverso la Parola, Cristo ci parla e ci indica il modo come seguirlo nel nostro quotidiano; è necessario però che dedichiamo un po' delle 24 ore all'ascolto. La vita di oggi è per tutti frenetica, anche chi è in pensione è più impegnato di quando lavorava, ma non possiamo dimenticarci del Signore e, quando capita, chiedere scusa di tutte le omissioni e ricominciare con generosità: solo con la presenza del Signore nella nostra vita potremo essere felici. "

Con il ritornello del salmo 137/138 "Cantiamo al Signore, grande è la sua gloria"il popolo ringrazia il Signore perché fedele, si prende cura delle sue creature, nel giorno in cui ti abbiamo invocato tu ci hai ascoltato e ci hai dato forza, tutta i re della terra canteranno la tua gloria, la tua destra mi salverà perché il tuo amore è per sempre.

Nella seconda lettura tratta dalla prima lettera ai Corinzi, l'apostolo Paolo ci ricorda i due cardini del credo del CRISTIANO: LA MORTE E LA RISURREZIONE DEL CRISTO.
Ai fratelli Paolo dice di proclamare loro il vangelo come anch'egli l'ha ricevuto, cioè che Cristo è morto per i nostri peccati e che è morto e risorto il terzo giorno come è detto nelle scritture e risorse ed apparve ai dodici e poi a più di cinquecento persone e infine apparve anche a me che sono il più piccolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio, ma per grazia di Dio sono quello che sono e con questa grazia abbiamo predicato e voi avete creduto.
Anche Paolo non si sente all'altezza della chiamata, ma dichiara che per grazia di Dio è diventato suo discepolo e dedica la sua vita alla predicazione.
Quando il nostro servizio nella Chiesa ci impone l'annuncio della Parola è necessario che chiediamo al Signore di illuminarci, di mettere sulle nostre labbra quello che lui desidera che noi annunciamo, di starci vicino. Ovviamente l'annuncio comporta anche un'adeguata e seria preparazione da parte nostra.

Nel brano di vangelo, l'apostolo Luca ci presenta l'episodio della pesca miracolosa avvenuta sulla parola del Maestro e la chiamata di Pietro, Giacomo e Giovanni, per essere pescatori di uomini.
Gesù stava in prossimità del lago di Gennesaret e vide delle barche vicine a riva, salì su quella di Pietro e scostatosi un poco da riva insegnava alle folle, poi finito, di parlare, disse ai pescatori di prendere il largo e di gettare le reti per la pesca. Simone disse allora: "Maestro abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso niente, ma sulla tua parola getterò le reti". La pesca fu così abbondante che tutte due le barche furono ricolme di pesce. Simon Pietro disse allora a Gesù: "Signore, allontanati da me perché sono un peccatore", e così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, soci di Pietro, ma Gesù lo consolò dicendogli: "Simone non temere, d'ora in poi sarai pescatore di uomini". Lasciarono infine il loro lavoro e seguirono il Signore.
Anche in questo brano notiamo l'importanza dell'annuncio della Parola; Gesù parla alle folle, parla a Pietro e questi, sulla sua parola, getta le reti; alla fine Gesù dice a Pietro che diventerà pescatore di uomini. Grande atto di fede di Pietro di fronte alla Parola del Signore: anche se non comprende bene in che cosa consista la sua missione, ha però fiducia in lui e lo segue.
Quante volte, nella nostra vita, abbiamo pregato per qualcosa di molto importante, ma la risposta tardava ad arrivare e abbiamo allora perso la fiducia nella preghiera! Come cristiani abbiamo il dovere di sperare sempre e di continuare ad avere fede nella Parola.
Da questo brano risulta evidente ciò che il Signore vuole da ciascuno di noi: lui non tiene conto dei nostri peccati, perché è sempre pronto a cancellarli, ma vuole la nostra disponibilità a ciò che Dio ha scelto per la nostra salvezza.

Per la riflessione di coppia e di famiglia:
- Isaia all'invito del Signore risponde: "Manda me"; noi all'invito del Signore ad un servizio nella sua Chiesa sappiamo rispondere con generosità come il profeta o abbiamo paura e preferiamo dire di no?
- Paolo ci parla dei due momenti essenziali della vita del cristiano, cioè la morte e la risurrezione di Cristo: anche per noi sono i cardini del nostro credere?
- Dedichiamo, ogni giorno, un po' di tempo all'ascolto della "Parola"? Se no. quali gli impedimenti?
Ogni cristiano ha la sua chiamata e l'ascolto della Parola lo rende capace dell'annuncio: siamo ubbidienti e docili alla voce del Signore e certi che con lui possiamo diventare suoi testimoni attraverso la nostra vita quotidiana?

Gianna e Aldo - CPM Genova

 

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