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TESTO A Natale c'è posto per tutti

don Giovanni Berti

Epifania del Signore (06/01/2016)

Vangelo: Mt 2,1-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme 2e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». 3All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. 4Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. 5Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:

6E tu, Betlemme, terra di Giuda,

non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda:

da te infatti uscirà un capo

che sarà il pastore del mio popolo, Israele».

7Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella 8e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».

9Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. 10Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. 11Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. 12Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

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La tradizione del presepe napoletano è conosciuta in tutto il mondo. In una zona ben specifica del centro storico di Napoli, via San Gregorio Armeno, ci sono un infinità di piccole e piccolissime botteghe artigianali che producono ogni anno le statuette che vanno poi ad arricchire i presepi della città partenopea e di tutto il mondo.

Accanto ai personaggi principali, la sacra famiglia, pastori e angeli, si trovano esposte di volta in volta nuove statuine con personaggi diversissimi, legati alla storia e all'attualità. E' proprio questo che ha reso così famosa questa via di Napoli, perché ogni anno gli artisti del presepe aggiungono personaggi presi dalla cronaca e dall'attualità, dai più disparati ambienti di vita: lo sport, la politica, il cinema, la musica, la religione... Sembra che un indice di popolarità attuale dei personaggi pubblici passi proprio da queste botteghe del presepe.

E' davvero singolare e potrebbe sembrare una cosa quasi blasfema accostare alla Natività di Gesù tanti dei personaggi rappresentati che sembrano avere non nulla a che fare con il messaggio del presepe.

Eppure dietro questa tradizione popolare si nasconde un messaggio molto evangelico.

Se ci allontaniamo da questa via di Napoli e andiamo sulle pagine del racconto evangelico, vediamo che la scelta operata dall'evangelista Matteo non è meno strana e sorprendente.

L'evangelista Luca aveva raccontato di pastori come primi adoratori di Gesù, Matteo invece fa apparire in scena questi personaggi davvero strani, i Magi, che stando letteralmente al racconto rappresentano tutto quello che di più lontano ci può essere con il Messia atteso dal popolo d'Israele.

Sono pagani, venuti da un posto distante e quindi fuori dalla terra promessa, luogo ritenuto unico dalla benedizione di Dio. Il loro mestiere è quello della magia, che dal punto di vista della religione ebraica era segno di maledizione e paganesimo da condannare. E' quindi molto comprensibile lo sconcerto di Erode e dei rappresentanti religiosi di Gerusalemme quando questi maghi pagani si presentano con il loro messaggio («Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo»). Che cosa c'entrano questi con il Messia, con la nostra tradizione e con la nostra religione? Che diritto hanno di essere qui?

Sconcerto, paura e alla fine violenza (il racconto che segue narra della strage degli innocenti ad opera di Erode) si impadroniscono di coloro che avrebbero dovuto essere i primi a riconoscere la venuta di Gesù, ma che in realtà sono bloccati e irrigiditi entro le mura difensive della città santa.

Ed ecco allora che i primi ad arrivare a Dio sono proprio i più lontani ed esclusi, e in questo si vede anticipata tutta la storia successiva di Gesù. Infatti Gesù da lontano (da Dio) scende per radunare il mondo intero, annullando lontananze fisiche e relazionali, annunciando il messaggio luminoso (come la sua stella) della misericordia di Dio.

E' questa misericordia che dona una gioia profonda agli "indegni" maghi pagani che si ritrovano faccia a faccia con la bontà universale di Dio. Sembrava che non c'entrassero nulla con Dio e ora si ritrovano in prima fila.

Per questo quando guardo le bizzarre statuine dei laboratori di Napoli, mi ricordo che Gesù è davvero per tutti, e che il suo messaggio di misericordia non va smorzato ma amplificato dalla mia condotta personale che si deve rivestire di misericordia e accoglienza senza limiti.

Le statuine napoletane rappresentano solo personaggi famosi, ma attorno al cuore di Gesù c'è posto anche per chi è sconosciuto e dimenticato, per chi è lontano e nascosto, per chi è uomo e donna indipendentemente da cultura, religione, situazione di vita...

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