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TESTO Grazia e verità

don Luca Garbinetto  

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II Domenica dopo Natale (03/01/2016)

Vangelo: Gv 1,1-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 1,1-18

1In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

2Egli era, in principio, presso Dio:

3tutto è stato fatto per mezzo di lui

e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

4In lui era la vita

e la vita era la luce degli uomini;

5la luce splende nelle tenebre

e le tenebre non l’hanno vinta.

6Venne un uomo mandato da Dio:

il suo nome era Giovanni.

7Egli venne come testimone

per dare testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui.

8Non era lui la luce,

ma doveva dare testimonianza alla luce.

9Veniva nel mondo la luce vera,

quella che illumina ogni uomo.

10Era nel mondo

e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;

eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

11Venne fra i suoi,

e i suoi non lo hanno accolto.

12A quanti però lo hanno accolto

ha dato potere di diventare figli di Dio:

a quelli che credono nel suo nome,

13i quali, non da sangue

né da volere di carne

né da volere di uomo,

ma da Dio sono stati generati.

14E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi abbiamo contemplato la sua gloria,

gloria come del Figlio unigenito

che viene dal Padre,

pieno di grazia e di verità.

15Giovanni gli dà testimonianza e proclama:

«Era di lui che io dissi:

Colui che viene dopo di me

è avanti a me,

perché era prima di me».

16Dalla sua pienezza

noi tutti abbiamo ricevuto:

grazia su grazia.

17Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,

la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.

18Dio, nessuno lo ha mai visto:

il Figlio unigenito, che è Dio

ed è nel seno del Padre,

è lui che lo ha rivelato.

Dall'infinita pienezza della Trinità, dall'intimità del cuore di Dio, il Verbo è venuto portandoci ‘grazia e verità'. Dall'eterno è disceso nel tempo, che in Lui è stato creato, regalando a tutti gli uomini la luce di ‘grazia e verità'. La sua tenda piantata in mezzo al deserto dell'umanità, per farla rifiorire come Giardino originale, si erge solida ed è vicina ai pellegrini di questo mondo, sostenuta dalla ‘grazia' e dalla ‘verità'.

Di questo continua ad avere bisogno oggi il mondo, inebriato di una falsa libertà che fa perdere i picchetti su cui si costruisce la vita. Di ‘grazia e verità' è assetato il cuore di coloro che ‘lo hanno accolto', e anche di chi, ancora oscurato dalle tenebre della morte, non osa invocare il suo nome. Tutti abbiamo bisogno di ‘grazia e verità'.

La grazia è gratuità assoluta, è il passo che ci precede, è l'offerta totale di sé che anticipa ogni nostra richiesta. Di gratuità e benevolenza hanno necessità le nostre relazioni, troppo condizionate e irrigidite dai meccanismi del mercato, dagli inganni dell' ‘usa e getta', dall'aridità del conveniente e piacevole. Chi si lascia sommergere in questi dinamismi si ritrova svuotato di sé, e bisognoso di riscoprirsi persona. La grazia che viene nel Verbo incarnato restituisce dignità all'uomo, togliendolo dalla ghigliottina dell'utilitarismo e dei rapporti calcolati e funzionali. Il Verbo per primo dona se stesso, senza aspettare di calcolare meriti e successi. Egli pianta la sua tenda senza misurare i guadagni e i riscontri, e anche se nella notte pochi volessero lasciarsi illuminare dalla stella, il Verbo non si ritira: fosse anche per uno, fosse anche per una interminabile solitudine, la grazia irrompe sulla faccia della terra e si consegna. Dio è totale gratuità, ed è questa sconvolgente scoperta che rimodella il cuore di ciascuno secondo la nostra immagine originale. Noi siamo creati ‘per mezzo di lui', per essere da lui amati, e divenire così capaci di amare. Anche la nostra tenda viene di nuovo piantata nel campo del mondo, quando ci lasciamo coinvolgere dall'eterno amore che si fa prossimo a noi, senza cercare altri motivi per amarci se non la sua totale benevolenza.

La verità, poi, ci fa liberi. Egli stesso lo annuncerà nel suo peregrinare fra i sentieri di Israele. La verità ci fa liberi, e non il contrario: nessuna libertà ci può fare veri, se è priva dei paletti che Dio stesso ha posto sulle strade della vita, per indicarci direzione e meta. La verità che è il Verbo, che si fa via e vita, ci dice chi siamo. Ci manifesta il volto autentico del Padre, e specchiandoci in esso, racchiuso negli occhi vivaci di Gesù, ci manifesta il nostro volto. La verità di noi stessi è la nostra eterna dignità di figli, perduta in conflitti e battaglie interiori prima che fratricide. Perché dentro di noi la legge del peccato ha dichiarato guerra alla bellezza della grazia. La verità è che la grazia vuole e può vincere, e che noi possiamo concederle il campo aperto del nostro cuore affinché a Lui, via e vita, tocchi la vittoria finale. La verità è che siamo fatti per il Cielo, non per naufragare nella notte di questo mondo ferito.

‘Grazia e verità': questi doni soprannaturali vengono a noi nella relazione personale e viva con il Verbo, che si è fatto uomo, veramente uomo. Si è fatto carne, una carne da pizzicare e stringere, di cui portarne il peso e gustarne la passione; una carne che è corpo ricolmo di spirito, misterioso e meraviglioso prodigio pensato e realizzato dall'Eterno.

Non siamo fatti per razzolare rannicchiati nelle nostre miserie e lamentele. Siamo fatti per alzare lo sguardo e accogliere il bagliore dirompente del volto dell'Altissimo, fatto bambino accessibile, profondità di un dono tanto fragile quanto onnipotente.

 

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